Ingegneria climatica, cos’è e a cosa serve
L’intervento umano sul mondo naturale per limitare dei cambiamenti climatici è la definizione di ingegneria climatica, senza danneggiare ulteriormente la Terra e mutuando meccanismi propri della Natura. In questo modo si potrebbe abbassare fino a 2 gradi la temperatura.
Qualcuno diceva che non si può sperare di cambiare una situazione utilizzando gli stessi meccanismi che ne hanno determinato la crisi. L’ingegneria climatica di cui si parla da qualche decennio sembra un po’ riecheggiare questa massima di Albert Einstein. Come in tutte le questioni non esiste un male assoluto e a volte soluzioni all’apparenza invasive possono rivelarsi molto efficaci. Cerchiamo di capire cos’è questo tipo di ingegneria e se veramente può servire a migliorare la crisi ambientale in cui ci dibattiamo.
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I più strani effetti climatici
L’ingegneria climatica è spesso confusa con la geoingegneria, una particolare sezione dell’ingegneria che applica le conoscenze della geologia per studiare i fenomeni naturali e poterne mitigare gli effetti devastanti sulle comunità umane.
L’ingegneria climatica è invece qualcosa di più attivo, che mira ad intervenire in modo diretto sull’ambiente naturale per contrastare gli effetti del cambio climatico. Un conto è un insieme di dighe che preservano una città dalle maree, un altro è spargere povere di ferro negli oceani per aumentare l’alcalinità dell’acqua, così che possa assorbire più CO2.
Una soluzione di questo tipo può sembrare fantascienza e sicuramente l’ingegneria climatica si è sviluppata con l’ipotesi di rendere vivibile per noi umani un pianeta ostile come Marte. Tornando qui tra noi le soluzioni proposte per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici sono le più diverse: dall‘irrigazione dei deserti del Nord Africa e dell’Australia per permettere la crescita di vegetazione in grado di assorbire CO2, al pompaggio di solfati in atmosfera per intercettare la luce solare e non farla così arrivare alla superficie del pianeta, in tal modo raffreddandola.
Questi ed altri sono tutti metodi ingegnosi e in grado di abbassare la temperatura dell’atmosfera, ma senza considerare la possibilità di interferire con gli equilibri ecologici, sono veramente funzionali? Uno studio tedesco del 2014 apparso su Nature Communications rivela che l’ingegneria climatica è in grado di limitare l’innalzamento della temperatura attorno ai 2°, su un periodo di analisi, da qui al 2100, dove l’aumento è previsto sui 3°.
E se per colpa di crisi economiche non si potessero più mantenere queste tecnologie di fatto costose? Le analisi ci dicono che la temperatura salirebbe ancora più velocemente rispetto a prima.
Parliamo poi degli effetti collaterali di queste soluzioni: i solfati immessi in atmosfera rischiano di ridurre le precipitazioni in alcune zone del pianeta, mentre l’ossido di ferro sparso negli oceani può modificare il ph delle acque in un modo che non conosciamo.
L’ingegneria climatica si presenta di fatto come una serie di sistemi “tampone” che non riportano le condizioni del pianeta ad uno stadio precedente come succede con le politiche di riduzione delle emissioni dannose ma anzi, rischiano di creare nuovi “equilibri”, di cui non conosciamo gli effetti potenziali. Lo studio tedesco si limita a constatare la scarsa efficacia di queste metodologie, senza considerare gli aspetti politici, tecnologici ed etici della questione che pure esistono e sono numerosi.
Tutte queste tecniche hanno un’analogia con la cura dell’obesità: invece di modificare lo stile di vita, invitando fermamente a ridurre il cbo ingerito e fare attività fisica, ci si ingegna per trovare nuovi medicinali o terapie chirurgiche con effetti collaterali spesso dannosi per il paziente.
Immagine via shutterstock.
Ultimo aggiornamento il 20 Luglio 2018 da Rossella Vignoli
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Esistono mille sistemi NATURALI per riportare la Terra alla situazione del 1850!
Altro che ingegneria climatica, è solo altro casino su casino … buono solo per buttare soldi e non fare nulla …