Ippocastano: scopriamo l’albero e le proprietà della “castagna matta”
L’ippocastano è un rimedio anti-cellulite molto usato perché contiene escina, ma può essere utilizzato anche come antiossidante e vaso-protettore. Scopriamone tutte le proprietà e gli usi che se ne possono fare.
Sommario
Ippocastano cos’è
Elegante, imponente e vigoroso con la sua forma piramidale e le sue altezze che nella maggior parte dei casi arrivano fino a 30 metri.
L’ippocastano (aesculus hippocastanum) è una specie arborea longeva e rustica originaria dei Balcani e della Grecia. Oggi è però ampiamente diffusa in tutte le zone temperate del Vecchio Continente.
Dalla pianura fino alle quote più elevate, dai climi secchi a quelli freddi e dai terreni fertili a quelli più aridi o acidi, l’ippocastano è forse uno degli alberi che meglio si adatta a qualsiasi tipo di ambiente e territorio. Infatti, è molto resistente anche agli agenti inquinanti, ai quali reagisce colorando di rosso i bordi del fogliame.
La principale peculiarità dell’ippocastano è data dal frutto, soprannominato ‘castagna matta’ (castagna dell’India). Tossico per l’uomo, ma commestibile per alcuni animali, è molto simile alla castagne commestibili. Fino alla completa maturazione lo si trova rinchiuso nelle tipiche capsule rotonde e verdastre munite di aculei.
L’ippocastano è uno dei fiori di Bach, di cui abbiamo parlato in diverse occasioni. In questo contesto, è noto con il nome di White Chestnut.
Breve storia dell’ippocastano
I botanici lo considerano un testimone antichissimo dell’era terziaria e quindi fra gli spettatori più illustri e longevi della nascita della civiltà.
La sua introduzione in Europa, tuttavia, avviene in epoca relativamente moderna. E’ attribuita Charles de l’Écluse, che nel 1615 lo portò a Parigi presentandolo come albero ornamentale.
Ippocastano perché si chiama così?
L’origine del nome è controversa. La tesi più accreditata è che derivi dalla parola greca ‘ippo’ che significa cavallo e ‘kastanon’ che vuol dire castagna.
Questa strana etimologia avrebbe una relazione con l’idea che i cavalli mangiassero le sue castagne e che i Turchi ne somministrassero la polvere ricavata ai loro destrieri per guarirli dalla tosse.
Le proprietà dell’ippocastano
Semi e corteccia sono ricchi di sostanze benefiche quali saponine, tannini, triterpenici, glucosidi cumarinici ed esculina, oltre che ai flavonoidi, grassi insaturi e amidi. Tra tutti, il principio attivo più virtuoso è l’escina, che insieme ai flavonoidi rappresenta uno degli antiossidanti naturali più efficaci, con proprietà vasoprotettive, antinfiammatorie e vasocostrittrici.
Per questo motivo l’ippocastano è utilizzato nelle preparazioni per il trattamento delle malattie rettali, emorroidi, ragadi, disturbi circolatori, patologie flebitiche, gonfiore e pesantezza alle gambe.
La sua azione benefica sulla microcircolazione, infatti, produce un miglioramento dell’attività circolatoria periferica. Un aiuto utilissimo, dunque, per combattere il senso di gonfiore e pesantezza che si affligge molto spesso gli arti inferiori.
Analogamente, è utile nel trattamento della cellulite e della fragilità capillare.
Dalle gemme della pianta, invece, si ricava un gemmoderivato dalle caratteristiche vasoprotettrici e antinfiammatorie. Si tratta di un prodotto portentoso per decongestionare e migliorare la circolazione e il tono venoso.
Utile anche per combattere la ritenzione idrica, l’ippocastano svolge un’azione drenante stimolando la diuresi e l’espulsione delle tossine attraverso l’acido urico.
Ippocastano come si usa
Il macerato di ippocastano è usato in virtù delle sue proprietà decongestionati per migliorare la funzionalità dell’apparato circolatorio.
La tintura madre di ippocastano invece è consigliata a chi ha problemi di gambe gonfie, stanche o pensanti.
Per ridurre ematomi e lividi e invece consigliata la pomata a base di estratti di ippocastano, che sfrutta le sue capacità di rigenerare le cellule, migliorando la circolazione sanguigna.
La ricetta con l’ippocastano
La tisana di ippocastano è un ottimo rimedio per curare molteplici disturbi di natura circolatoria e infiammatoria ed in caso di cellulite.
Pesantezza delle gambe e delle varici, vene varicose, fragilità capillari e inestetismi della pelle possono trovare rimedio assumendo l’infiorescenza di ippocastano sotto forma di decotto. In molte preparazioni erboristiche si utilizza anche la corteccia.
Per prepararlo, vi basterà:
- 3 cucchiai di infiorescenze secche
- 1 litro d’acqua
Preparazione.
- Mettete a bollire l’acqua in un pentolino e aggiungete l’ippocastano.
- Lasciate macerare per dieci minuti, filtrate con una garza di cotone.
Consumatelo durante la giornata, lontano dai pasti.
Ippocastano controindicazioni
Sebbene non siano note controindicazioni di rilievo, anche gli estratti ricavati dall’ippocastano possono fare registrare occasionali effetti collaterali. Tra questi, sono stati segnalati episodi di disturbi gastrointestinali e prurito.
Sono state inoltre rilevate sporadiche interazioni con alcuni farmaci. Per questa ragione, se dovete assumere farmaci regolarmente, rivolgetevi innanzitutto al vostro medico prima di affidarvi a questo rimedio naturale.
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Ultimo aggiornamento il 17 Novembre 2018 da Rossella Vignoli
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Buongiorno!
Vorrei sapere se le castagne dell’ippocastano possono essere utilizzate come concime in genere.
Ringrazio per l’attenzione
e saluto cordialmente.
R. Meneghetti