Piante e fiori

Tutto sul’Iris, noto anche come Giaggiolo

La cura ed il terreno adatti a questa famiglia di perenni a bulbo e a rizoma

Il nome Iris identifica 200 specie di piante perenni, per lo più rizomatose, ma anche bulbi, utilizzate come piante ornamentali per via degli splendidi fiori doppi dai colori brillanti. Possono anche essere piante acquatiche delle zone umide, come stagni, paludi o lungo i corsi d’acqua. Alcune specie vengono impiegate anche a scopi medicinali.

Tutto sul’Iris, noto anche come Giaggiolo

Cos’è il Giaggiolo

L’Iris e il Giaggiolo sono la stessa famiglia di Iridacee comunemente chiamato Giaggiolo, ed appartiene alla famiglia delle Iridacee, delle piante perenni caratterizzate da fiori a simmetria raggiata. Infatti, i tepali esterni sono ripiegati verso il basso e presentano macchie di colore più chiaro, invece i petali interni sono ripiegati verso l’alto.

La famiglia è talmente vasta che i botanici hanno deciso di suddividerla in 6 diversi sottogeneri ma per la floricoltura sono sufficienti due gruppi:

  • Iris bulbosi: hanno un bulbo piccolo e oblungo di colore bruno o giallastro, foglie acuminate e lunghe anche 50 cm, fiori con 6 divisioni, di cui 3 più corte e di colore tra bianco, giallo, blu e viola.
  • Iris rizomatosi: presentano un rizoma, cioè un rigonfiamento del fusto che ha funzione di riserva nutritiva, è interrato, ma è appena sopra la radice. Ha fiori gialli chiazzati di bianco, ma anche arancio e violetto. Possono presentare le 3 divisioni interne rialzate dalla corolla e di un colore diverso da quelle ricurve verso il basso.

Ma sono presenti anche ibridi, specie spontanee, varietà rustiche e nane. Quelle più appariscenti appartengono al genere Oncocyclus come l’I. susiana, originaria del Medioriente, che si caratterizza per fiori grandi, colorati da puntini e reticoli di colore grigio e viola-nerastro.

iris

Polvere di Iris

Dal rizoma della specie germanica per essiccazione e riduzione in polvere si ottiene una polvere dal profumo simile alla violetta e chiamata ireos, usata per i profumi, per le proprietà rinfrescanti nei deodoranti, e grazie alle proprietà leggermente esfolianti, negli shampoo e dentifrici, maschere viso e impacchi per capelli.

Mentre la distillazione del rizoma produce un’olio essenziale chiamato ‘burro di giaggiolo’, utilizzato sia in profumeria che in fitoterapia.

Quali sono le varietà di Iris più conosciuti

Tra le varietà e gli ibridi più conosciuti vi indichiamo quelli adatti e più belli per la coltivazione in vaso e in piena terra.

  • I.germanica è conosciuta soprattutto come giglio di Firenze, anche se non è un giglio, ed è nello stemma della città. Erbacea perenne di origine europea, il giglio di Firenze si caratterizza per un grosso rizoma ramificato e profumato, e fusto eretto che può raggiungere anche 1 me di altezza. Presenta da 2 a 4 fiori bianchi (che spuntano tra aprile e maggio), caratterizzati da macchie chiare. I tre tepali presentano striature pelose e giallastre mentre il perigonio (la parte centrale) è di colore violaceo pallido. È particolarmente conosciuta per le sue virtù medicinali e cosmetiche. Il decotto, la polvere e il vino medicato di rizoma ha infatti proprietà astringenti e risolventi.
  • Giaggiolo di Sant’Antonio. È il classico Iris di origine europea con grossi rizomi ramificati, fusto eretto alto tra i 50 ed i 200 cm. I fiori, di colore viola intenso, sono molto profumati e spuntano a metà primavera.
  • I. pallida. Il ‘giaggiolo pallido’ si trova nei luoghi aridi e rocciosi. È una pianta perenne che presenta un rizoma articolato e fiori dal profumo lieve capaci di resistere alla stagione invernale. I tepali sono di colore viola chiaro e parte interna giallastra. Della stessa varietà fanno parte anche l’I. laevigata originario del Giappone, l’ e le specie Oncocyclus presenti in Asia minore. Anche questa variante viene utilizzata in cosmetica e profumeria. I rizomi, raccolti al secondo o terzo anno di vita, nei mesi di luglio, agosto e settembre, presentano proprietà diuretiche, emollienti ed espettoranti. Ma sono utili anche per curare la tosse e favorire ilciclo mestruale.
  • I. pseudacorus. È una specie spontanea e rustica nota anche come giglio giallo o ‘iris d’acqua’. Particolarmente diffuso nei fossi, nei canali e nelle zone paludose dell’Italia del Nord, presenta un rizoma carnoso e ramificato, da cui nasce un fusto eretto, alto dai 40 cm ad 1 m. I fiori, senza profumo e peduncolati, si compongono da un perigonio di colore giallo e da una corolla divisa in 6 lobi. Quelli esterni sono ricoperti da una barba con venature giallo-rossicce mentre quelli interni sono piccoli ed elevati. Proveniente dal Giappone, è una variante acquatica con rizomi corti dalle radici fibrose, ma viene spesso utilizzata come fiore reciso. Da questa specie sono state ricavate numerose varietà e ibridi con corolle grandi, coloratissime e variamente sfumate.
  • I. pumilia. Una varietà rizomatosa nana, rustica e a fioritura precoce. Non più alta di 20 cm, porta fiori gialli, azzurri e viola-scuro, ideali per realizzare bordure o arricchire i giardini rocciosi.

Che differenza c’è tra Giaggiolo e Iris

ll nome comune di Giaggiolo indica in realtà alcune specie di piante appartenenti al genere dell’Iris e viene dal latino gladius che vuol dire ‘spada’ per via della forma delle sue foglie foglie lunghe e strette simili appunto a spade. Produce fiori simmetrici azzurro-violaceo, o altri colori, assai grandi, in grappoli composti.

Le varietà più comuni del giaggiolo sono:

  • Iris germanica, con fiori blu-violetti, coltivata come pianta ornamentale
  • Iris florentina con fiori bianchi o azzurro-pallidi, detta anche ‘giglio di Firenze’, ne è infatti l’emblema, che viene coltivato a scopo decorativo, ma si trova anche selvatica
  • Iris pseudacorus chiamato anche giaggiolo acquatico, con fiori gialli, cresce nei fossi e nelle zone acquatiche e paludose

La coltivazione dell’Iris

I metodi di moltiplicazione e coltivazione variano in base alla tipologia, se tale pianta ha il bulbo o presenta il rizoma.

Coltivazione dell’Iris a bulbo

Le specie bulbose originarie dell’Europa sono in grado di dimorare in qualunque terreno, anche arido, ma preferiscono quelli soffici, sciolti e fertili. Le varietà esotiche sono le più sensibili al freddo, prediligono dunque una posizione soleggiata e riparata dai venti, terreno a medio impasto, fresco e vicino ai bacini d’acqua.

I bulbi vanno interrati a inizio autunno ad una profondità di 8-10 cm, dopo una vangatura profonda in modo tale che i bulbi rimangano visibili così da facilitarne la fioritura. Attenzione, perché i terreni troppo pesanti rischiano di farli marcire. Rimediate ‘foderando’ i buchi per la messa a dimora con della ghiaia o dell’argilla.

Irrigate in maniera abbondante per i primi tempi per favorire l’attecchimento. Potete aggiungere all’acqua del concime ricco di azoto per favorire la fioritura, che avviene in primavera, dopo un’anno dalla messa a dimora.

Coltivazione dell’Iris a rizoma

Le specie rizomatose possono essere semplicemente ricoperte con un sottile strato di terra, a partire da luglio. Il rinvaso non è necessario. Un concime specifico può essere aggiunto all’acqua, sia prima che dopo la fioritura.

L’innaffiatura non deve essere abbondante, specie per le specie non autoctone, ma può essere utile soprattutto all’inizio per favorire l’attecchimento.

La fioritura avviene in primavera, nell’anno successivo alla piantagione. Le varietà non europee hanno un periodo di assoluto riposo vegetativo, che va dalla fine della fioritura fino all’autunno, ed è necessario per ottenere buone fioriture nella stagione successiva.

Una volta interrate, necessitano di poche cure. Basterà infatti tenere il terreno libero dalle erbacce ed eliminare le foglie secche e rovinate. In caso di forte vento, può essere utile utilizzare dei tutori per sostenere gli steli, inoltre quando i fiori sono appassiti, meglio eliminarne gli steli poiché la formazione dei semi affaticherebbe inutilmente la pianta.

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Iris in vaso

Di tutte le varietà le più indicate per la coltivazione in vaso sono I. reticulata e I. primula.

Riproduzione dell’Iris

La riproduzione delle iris avviene a fine estate tramite la divisione dei rizomi o bulbi. Questi andranno separati dalla pianta madre, piantati nel terreno in autunno e sistemati in un luogo più riparato dopo la fioritura. La moltiplicazione per semina avviene in caso si desideri ottenere ibridi e nuove varietà.

Parassiti e malattie dell’Iris

Le iris sono piante resilienti ma hanno molti nemici. Innanzitutto le malattie fungine:

  • Marciume asciutto: provoca macchie scure sul fogliame e variazioni nelle parti apicali
  • Muffa verde: marciume di rizomi e bulbi mal conservati
  • Ruggine: si manifesta inizialmente con macchie giallastre che poi diventano rosso-brunastre e macchiettate di pustole
  • Seccume delle foglie: si esplica con chiazze bruno-giallastre poi grigiastre che disseccano le foglie provocando dei fori

Altrettanto virulenti sono gli attacchi di batteri, insetti e nematodi:

  • Marciume molle: Il Bacterium carotovorum Jones attacca foglie e rizomi riducendoli in una poltiglia maleodorante
  • Mosca dei bulbi: Le larve di Eumerus strigatus penetrano alla base delle iris danneggiandone bulbi e rizomi
  • Anguillula del bulbo e dello stelo: Il Ditylenchus dipsaci contorsioni dello stelo, raggrinzimenti fogliari, noduli giallastri sulle foglie e piccole macchie brunastre e necrotiche sugli apici che determinano difficoltà nello sviluppo.

Approfondimenti su fiori e giardinaggio

Vi è interessato questo speciale dedicato alle iris? In questo caso, vi segnaliamo anche questi articoli su fiori e giardinaggio:

Ultimo aggiornamento il 26 Ottobre 2023 da Rossella Vignoli

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La Ica

Web editor freelance per portali e siti che si occupano di viaggi, lifestyle, moda e tecnologia. Districatrice di parole verdi per TuttoGreen dal maggio 2012, nello stesso anno ha dattiloscritto anche per ScreenWeek. Oggi, pontifica su Il Ruggito della Moda, scribacchia di cinema su La Vie En Lumière, tiene traccia delle sue trasvolate artistiche su she)art. e crea Le Maglie di Tea, una linea di magliette ecologiche.

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