Kayak: lo sport della canoa è divertente e completo e lo possono fare tutti
Il kayak (detto anche canoa) nasce nel Nord America e come sport ha sempre attirato numerosi appassionati della natura e del senso dell’avventura. Avviciniamoci in punta di piedi a questa pratica sportiva per scoprire come e dove praticarla, quali sono gli attrezzi necessari e quali benefici apporta.
Sommario
Canoa o kayak: cos’è esattamente
Oggi con il termine canoa si intende quella canadese, che nasce in origine per scendere lungo il corso dei fiumi, ma è adatta anche per i laghi. Al contrario non viene utilizzata in mare, in quanto la forza del vento e delle correnti sarebbero un problema.
Discende dalle affusolate ‘imbarcazioni aperte usate dagli Indiani Irochesi per trasportare 6-7 persone lungo i grandi fiumi e le rapide del Nord America. La prua rialzata serviva per non imbarcare acqua nelle correnti più vorticose, frangere bene le onde delle rapide e scendere agevolmente nei tratti più ripidi. Si utilizzavo una o più pagaie ad una sola pala e si remava seduti.
L’evoluzione della antica canadese prevede di stare in ginocchio e l’imbarcazione ha uno scafo aperto in materiale plastico composito molto leggero tipo in polietilene o fibra di vetro, che spesso si allontana dalle linee originarie, e che si guida con una pagaia a una sola pala.
La canoa non va confusa con il kayak. Quest’ultimo infatti è un’evoluzione delle imbarcazioni esquimesi da caccia e da pesca usate nel mare nell’estremo nord e assemblate con ossa di balena e pezzi di legno e rivestite di pelli di foca. Erano chiuse da una copertura stagna indossata a mo’ di grembiule dal ‘conducente’, che per muoversi utilizzava una pagaia a doppia pala. Gli esquimesi remavano in ginocchio, servendosi della pagaia per raddrizzare l’imbarcazione in caso di (frequente) rovesciamento.
Purtroppo quando si parla genericamente di canoe si tende a fare una gran confusione, mettendo sullo stesso livello la canoa in senso stretto (canoa canadese), il kayak e lo sport del canottaggio. In realtà stiamo parlando di cose molto differenti tra loro. Vediamo perché.
Canoa, kayak e canottaggio: differenze
Ciò che distingue il kayak dalle canoe è che il kayak è pontato, un ponte continuo che chiude superiormente l’imbarcazione rendendola stagna all’acqua. Questa protezione dall’acqua, il ponte continuo, trasforma una canoa in un kayak. Questo comporta che il canoista debba inserirsi tramite un pozzetto, mentre la canoa è un’imbarcazione completamente aperta.
In entrambe però si sta in posizione frontale al senso di marcia. Nel canottaggio invece si sta in posizione opposta (quindi verso poppa) e i seggiolini non sono fissi, ma possono scorrere. In questo caso i vogatori possono essere fino a 8, mentre nella canoa e nel kayak si viaggia in singola o al massimo in due.
Anche la posizione varia, è seduta con le gambe sulla parte anteriore della barca nel kayak e in ginocchio nella canoa.
Il mezzo principale di propulsione che consente di agevolare lo spostamento è la pagaia, sia per la canoa che per il kayak. Questa sarà singola per la canoa e doppia per il kayak, ovvero una a destra e una sinistra.
La pagaia è libera perché resta nelle mani del canoista e non ha punti di appoggio sull’imbarcazione. Al contrario nel canottaggio si utilizzano dei remi che sono fissati tramite gli scalmi.
La parola canoa cosa significa
La parola kayak cosa significa
Kayak come sport
Innanzitutto è bene fare un po’ di chiarezza: la canoa non è uno sport estremo né pericoloso, come molti credono. Ciò non toglie che debbano esse prese tutte le precauzioni del caso.
Chi fa canoa dirige il suo mezzo con lentezza sulle acque dei fiumi e dei laghi, avendo tutto il tempo di soffermarsi ad ammirare il paesaggio circostante.
Si tratta dunque di uno sport rilassante, che produce effetti positivi anche sullo stress.
Quando parliamo di canoa come sport ci riferiamo in realtà a varie attività sportive praticate sia con la canoa che con il kayak, tutte regolate dalla ICF (International canoe federation), e raggruppate in:
- canoa da turismo che si pratica su fiumi, laghi e mare
- canoa fluviale che si pratica in modalità slalom e da discesa
- canoa su acque ferme o acqua piatta comprende le gare sprint, di fondo, dette anche marathon, e la canoa polo
- canoa a vela
Si guidano tutte in ginocchio e se ne distinguono due diverse tipologie: quella monoposto riservata appunto ad un unico canoista, e la slalom, che viene impiegata durante le gare e prevede anche l’utilizzo dell’espanso, che consente una maggiore aderenza all’imbarcazione.
Il rafting è uno sport differente con regole e una federazione a sé stante, mentre la canoa si distingue in alcune classi legate al numero dei componenti l’equipaggio e all’imbarcazione usata. Si indica perciò con una sigla di riferimento: K per il kayak e C per la canadese, seguite dalla cifra corrispondente al numero di chi pagaia.
Quando si vede la K1 vuol dire che è una gara di kayak monoposto, mentre K2 è di kayak biposto e K4 sta per kayak quadriposto. La canadese monoposto sarà indicata da C1, la biposto da C2 e la quadriposto da C4.
Cos’è e quando nasce la canoa polo
Un tempo lo sport della canoa si praticava con barche a 1 o 2 o 4 posti su acque ferme, ma dal 1986 si è sviluppata anche una variante, detta canoa polo, giocata con le monoposto.
Si tratta di un gioco simile alla pallanuoto, che si pratica con canoe imbottite e di dimensioni più piccole, con pagaie a doppia pala.
Il campo da gioco è uno specchio d’acqua rettangolare di 35×23 m, profondo almeno 90 cm, delimitato da boe galleggianti e una corda e le porte sono in pratica come quelle della pallanuoto.
Ogni squadra è composta da 5 giocatori in ‘acqua’ che indossano un casco protettivo, e si gioca in dueyempi da 10 minuti ciascuno. La palla si muove con le mani e con la pagaia, ma senza toccare l’avversario.
L’Italia eccelle, tanto che nei campionati internazionali si piazza spesso nelle prime posizioni. Esistono équipe sia maschili che femminili.
Dal 1993 si disputa anche il campionato italiano, composto da ben 11 squadre maschili e 9 femminili.
Kayak: come si usa
Qui parliamo di kayak in senso stretto e facciamo riferimento al tipo canadese. Abbiamo detto che va condotta in ginocchio o seduti, e le pagaie hanno una sola pala o a doppia pala.
Fondamentale è saper nuotare, perché il rovesciamento è un’evenienza decisamente frequente e bisogna affrontarlo con tranquillità per non creare agitazione e tornare facilmente nella posizione corretta. Tuttavia, per maggiore sicurezza, si indossa sempre un salvagente
Come si pagaia e come si sale e scende
Il primo gesto che si insegna, indipendentemente dal contesto, sia in acqua piatta che su fiume, direttamente a terra è la pagaiata. Una volta in acqua si spiega come aggiustare la posizione per trovare un equilibrio grazie ad esercizi con e senza pagaia.
La prima pagaiata è larga perché dà maggiore equilibrio e controllo del mezzo, via via che si progredisce, però il gesto diventa sempre più stretto e verticale ed aumenta la velocità rispetto allo sforzo.
Poi, come salire e posizionarsi sull’imbarcazione, prima da terra, poi dal pontile e infine dall’acqua. L’età minima per iniziare ad approcciarsi a questo sport è 10 anni.
Cosa serve: l’attrezzatura
Come ogni sport che si rispetti, anche per andare in canoa è richiesta un’attrezzatura specifica. Vi serviranno:
- Il giubbotto di salvataggio: si tratta ovviamente di un accessorio fondamentale, previsto obbligatoriamente quando si naviga in alcuni contesti. Oltre a salvare la vita e a consentire di restare a galla, svolge anche una funzione termica per il torace.
- Le pagaie: sono costituite da una pala singola, mentre all’estremità si trova l’impugnatura. Se si pratica lo slalom allora le pagaie serviranno anche per direzionare la canoa. La loro lunghezza dipende dalla conformazione fisica del canoista. Generalmente sono realizzate in alluminio.
Kayak, come vestirsi e cosa portare
Oltre al giubbotti di salvataggio, su acqua piatta è bene indossare vestiti leggeri in tessuti traspiranti e nella bella stagione una buona protezione solare e occhiali da sole con cordino: ad esempio pantaloncini e maglietta con sotto un costume da bagno.
In genere meglio prevedere un abbigliamento antivento e antipioggia, scarpe chiuse, e kit di pronto soccorso.
Invece sul fiume è bene munirsi di un casco, ed è consigliata muta di neoprene, perché non impaccia come gli abiti nei frequenti rovesciamenti.
Quale kayak scegliere
Possono differire tra loro in base al tipo di fondo, che andrà a determinare specifiche caratteristiche di stabilità.
Esistono canoe a fondo piatto o tondo, a V ribassata, ad arco ribassato. Ciascuna di esse differisce per resistenza al rovesciamento e alle onde. Anche l’altezza dei fianchi migliora la stabilità, anche se aumenta il rischio di sensibilità al vento.
Infine persino la forma della punta fa la differenza: le punte rotonde sono molto resistenti contro l’acqua, mentre quelle affusolate consentono una maggiore velocità. Se la punta è piena, allora la canoa avrà meno difficoltà a gestire le onde.
Rispetto alle dimensioni invece, bisogna considerare che la lunghezza è direttamente proporzionale alla velocità. Per cui se amate “correre” sull’acqua, la vostra canoa dovrà essere lunga minimo 480 cm.
Al contrario la larghezza deve essere ridotta per poter aumentare la velocità, ma questo implica anche una perdita di stabilità in acqua.
Quale kayak per iniziare
La stabilità è la qualità più ricercata dai principianti per sentirsi più sicuri. Per iniziare meglio quindi un’imbarcazione dallo scafo piatto e largo, con angoli quasi retti tra il fondo e i lati, che garantisce maggiore stabilità, a scapito però di maneggevolezza e velocità. Il fondo piatto si usa per imbarcazioni larghe e con alti bordi laterali. Sono canadesi spaziose, stabili e adatte a grossi carichi. Su di una barca di dimensioni contenute il fondo piatto è molto conveniente specie su acque mosse.
La forma a V (più o meno accentuata) del fondo esalta l’agilità, a discapito ovviamente della stabilità. Normalmente una canoa biposto non dovrebbe essere più corta di 4,40 m per garantire un’adeguata stabilità.
Il comfort è un criterio essenziale anche quando si è dei debuttanti. Soprattutto durante lunghe sessioni, è fondamentale un sedile, uno schienale e un poggiapiedi di alta qualità, che vi permettano di non stancarvi troppo.
Si consiglia sempre di verificare prima dell’uscita le condizioni meteo, il livello dei partecipanti e le caratteristiche del percorso.
Mai andare da soli, soprattutto in acque mosse, e assicurarsi che tutti i presenti abbiano lo stesso livello e le condizioni fisiche adeguate per il tipo di escursione.
Per i principianti, si consiglia di utilizzare barche completamente aperte (senza ponte e ‘gonne’) con grande stabilità anche se meno filanti, che offrono la massima sicurezza.
Per i più esperti, che cercano la velocità, l’ideale è uno scafo lungo, stretto e con la carena a V accentuata, che taglia l’acqua anziché galleggiare tranquillamente e che dia la possibilità di montare una gonna. Avranno anche una planata migliore, e una maggiore lunghezza, fino a 5 metri, per avere una sufficiente capacità di carico.
Quale kayak per il fiume
Si tratta di due tipi di modelli :
- da torrente, che in acque calme risultano molto lenti, dalle linee arrotondate e voluminose, più corti, anche sotto i 3 m. Hanno linee di galleggiamento corte e la prua e poppa sollevate per dare maggiore manovrabilità. Sono dotati di pozzetto di sicurezza, puntapiedi antisfondamento e le punte arrotondate e voluminose per non rimanere incastrati e permettere i salti.
- allround, sono un po’ più lunghi, (3,30-3,90 m) e possono essere usati sia nel torrente più facile che in situazioni più estreme. Le linee d’acqua sono sempre molto arrotondate, ma la punta e la coda sono più sottili del modello da torrente, così da permettere di ‘giocare’ con la corrente nei percorsi meno impegnativi. Montano un puntapiedi di sicurezza.
Quale kayak per lago
Nel lago, in acque calme, è consigliabile un’imbarcazione a fondo piatto lunga almeno 4,50 m tipo canoa canadese, poiché possiede una maggior velocità e direzionalità.
Quale kayak per il mare
Il kayak da mare oggi sono in polietilene o in materiali compositi che li rendono più rigidi e filanti rispetto alla plastica.
La forma è forse la più simile agli antichi modelli esquimesi, usati proprio per affrontare l’ambiente marino, le sue onde più lunghe e le correnti.
Si tratta quindi di modelli lunghi, oltre i 4 metri, che offrono migliore stabilità e tenuta di rotta e possono essere ulteriormente suddivisi in vari sotto-modelli a seconda dell’uso che se ne farà: ricreativo, da navigazione, da onda.
Kayak e canoa gonfiabile
I modelli gonfiabili sono perfetti per qualunque tipo di superficie acquatica (mare, laghi e fiumi sia tranquilli che tortuosi) e negli ultimi anni sono stati caratterizzati da una serie di innovazioni con molti modelli sul mercato.
Che si tratti di una canoa o di un kayak, il loro principale vantaggio è che sono appunto gonfiabili: quindi pratici da trasportare, non occupano spazio e pesano pochissimo. Si trasportano facilmente nel bagagliaio dell’auto, ad esempio, senza dover avere per forza un rimorchio.
L’altro vantaggio è che sono veloci da utilizzare, basterà gonfiarle e in pochi minuti sono pronte per navigare.
La canoa gonfiabile è più adatta per la navigazione multi-persona e generalmente consente anche il trasporto di attrezzature.
Il suo neo principale è il prezzo, che è del 30% più alto dei modelli a scafo rigido.
Come gonfiare e conservare il kayak gonfiabile
Può essere risposta in un borsone di medie dimensioni e conservata quasi ovunque. Si gonfia con l’aiuto di un motorino elettrico che può sgonfiarla altrettanto facilmente, spesso in vendita assieme alla canoa stessa.
I benefici
Essendo dunque uno sport a tutti gli effetti, la canoa produce chiari benefici sul nostro organismo e sulla mente.
Si definisce come un’attività sportiva completa, che può essere messa in pratica da chiunque, dai bambini di età superiore agli 8 anni fino agli anziani.
Tutta la parte superiore del tronco viene messa in allenamento, con miglioramenti dell’attività cardiaca e respiratoria.
Si è visto che si riesce a tenere sotto controllo il metabolismo, favorendo un costante dimagrimento e l’aumento della massa magra.
Inoltre la canoa aiuta a prevenire diabete, ipertensione e stress. Non dimentichiamo infatti che andare in canoa aiuta a rallentare i ritmi, a ripristinare un rapporto più autentico con la natura e favorire il rilassamento.
Prima di iniziare sarà fondamentale farsi seguire un istruttore per comprendere bene come pagaiare e quale postura assumere. Ricordate che un approccio consapevole a qualsiasi attività è il modo migliore per evitare di farsi del male e imparare a gestire ogni evenienza.
Dove fare kayak in Italia
In Italia oramai questo sport ha letteralmente preso piede e sono tante le associazioni sportive a cui aderire per iniziare ad approcciarsi a questa attività..
Non serve vivere necessariamente fuori porta per poter praticare la canoa. Anche nelle grandi città si può navigare nei fiumi, come nel Po di Torino o a Milano, sul Naviglio e all’Idroscalo.
Roma invece consente di divertirsi con le canoe su un tratto del fiume Tevere, così come a Firenze ci si può avventurare sull’Arno.
Se invece ci si vuole sperimentare in contesti più naturali, si può scegliere tra scenari altamente suggestivi, come la Valsesia o il fiume Nera, ai piedi delle Cascate delle Marmore in Umbria. O ancora il Ticino, la Val di Ledro a Trento o la Dora Baltea ad Aosta, riservata però solo ai canoisti più esperti.
Dove comprare una canoa
Si possono trovare diversi modelli in tutti i negozi di articoli da campeggio e di articoli sportivi dove, specie se siete principianti, ci sarà del personale qualificato che vi aiuterà nella scelta. Se si conosce già il tipo e il modello è possibile acquistarla anche online.
Se avete seguito un corso, potete provare a farvi noleggiare lo stesso modello usato oppure a farvi consigliare dall’istruttore o farvi accompagnare da lui presso il suo rivenditore di fiducia.
Come trasportare il kayak
Se è a scafo rigido va montato sul rimorchio o sul tetto dell’auto, se è gonfiabile, una volta sgonfiato potrà essere riposto in una borsa e portato in auto.
Altre informazioni
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Ultimo aggiornamento il 17 Luglio 2018 da Rossella Vignoli
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