La forma delle feci rivela se siamo in salute?
La forma delle feci, insieme al colore e alla consistenza, può rivelare lo stato di salute del nostro organismo: proviamo a capire quali criteri occorre tenere in considerazione.
Per mantenere un buono stato di salute psicofisica siamo spesso attenti a quello che mangiamo, all’aria che respiriamo, a quanta attività fisica facciamo o a eventuali sintomi che il nostro organismo ci invia per segnalare se siamo o meno in forma.
Molta meno attenzione, invece, viene prestata alle nostre scorie: sia l’urina che le feci, infatti, sono degli importanti testimoni del nostro benessere e, se osservati nel modo opportuno e secondo degli specifici criteri, possono diventare anche un segnale significativo di eventuali disturbi. Ma siamo sicuri che dopo avere letto questo articolo, anche voi guarderete alla forma della vostra pupù con occhi diversi…
La relazione esistente tra la forma delle feci e potenziali patologie è in effetti da tempo oggetto di studio; idealmente le feci dovrebbero presentare una forma cilindrica, che richiama il percorso seguito nel colon/retto, con una consistenza piuttosto morbida; eccessiva secchezza o durezza, forma a palline, presenza di muco o sangue o modificazioni del colore sono chiari segnali di un non corretto e appropriato funzionamento del processo digestivo.
Per adottare un vero e proprio approccio scientifico alla valutazione della forma delle feci, esiste una scala utilizzata come strumento diagnostico sia in contesti clinici che sperimentali, nota come scala delle feci di Bristol (Bristol Stool Scale), efficace per lo studio dei disturbi della defecazione.
La scala classifica la forma delle feci e la loro consistenza distinguendo sette possibili categorie:
- Feci caprine, caratterizzate da grumi separati difficili da espellere durante l’evacuazione;
- Feci a salsiccia, formate da frammenti uniti, spesso indicative di una dieta povera di liquidi e fibre;
- Feci a salame con crepe sulla superficie, segnalano la necessità di una maggiore idratazione dell’organismo;
- Feci morbide (a salsiccia o serpente), espulse con facilità lasciando la sensazione di pieno svuotamento intestinale;
- Feci morbide con bordi ben definiti, segnalano spesso una carenza nel consumo di fibre alimentari;
- Feci pastose con margini frastagliati, possono dipendere da un pasto abbondante e da una condizione di malassorbimento;
- Feci acquose, completamente liquide e prive di pezzi solidi, possono essere il segnale di infezioni intestinali o di patologie a carico di pancreas o intestino.
Le persone che soffrono di stipsi tendono a presentare una forma delle feci che assomiglia a quelle dei tipi 1 e 2 descritti secondo i parametri di questa scala; quelle del tipo 5 e 6, invece, degradano verso una forma delle feci che fa pensare alla diarrea (tipo 7). Le categorie 3 e 4 presentano la forma e la consistenza delle feci più auspicabili e sono associate ad uno stato di benessere generale dell’organismo, garantito anche da un corretto stile alimentare.
Prendere in considerazione la forma delle feci ci porta ancora una volta a pensare a quanto sia importante aver cura della propria alimentazione, adottando una dieta sana ed equilibrata, per favorire il corretto funzionamento dell’organismo: è bene, quindi, non dimenticare di inserire frutta e verdura, ricche di fibre, nella propria dieta e bere acqua per garantire la giusta idratazione.
Ma le cose che rivela la forma delle feci non finiscono qui. Alcune ricerche correlano la Scala delle feci di Bristol all’utilizzo di determinati farmaci e quindi somministrare in maniera migliore taluni farmaci a pazienti che soffrono di incontinenza o diarrea: insomma, la forma delle tanto vituperate feci, oltre ad essere un utile strumento diagnostico, apre anche prospettive di ricerca e terapeutiche non banali.
Come dicevamo in incipit, dopo avere letto questo articolo, guarderete alla vostra pupù con altri occhi!
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Ultimo aggiornamento il 22 Ottobre 2017 da Rossella Vignoli
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