La guida completa per praticare l’idrocoltura
Strumenti necessari, spiegazione step by step su come procedere e indicazione delle tipologie di piante più adatte
Oggi parliamo dell’idrocoltura, una tecnica di coltivazione ancora poco diffusa in Italia ma praticata con successo in gran parte del resto del mondo. Il principio base è l’utilizzo dell’acqua e dell’argilla espansa al posto del terriccio. Questo fa sì che l’idrocoltura possa essere praticata con grandi soddisfazioni anche da chi non ha il pollice verde o addirittura è proprio negato per il giardinaggio.
Sommario
- Idrocoltura: cos’è
- Idrocoltura: come funziona
- I vantaggi dell’idrocoltura
- Idrocoltura fai da te
- Idrocoltura: gli strumenti che ci occorrono
- Idrocoltura: procedimento step by step
- Idrocoltura e concime
- Idrocoltura: cura e manutenzione
- Idrocoltura: il periodo migliore per procedere
- Idrocoltura senza argilla
- Idrocoltura: quali piante sono adatte
- Idrocoltura orchidee
- Idrocoltura e piante grasse
- Per approfondire
Si tratta di un sistema di coltivazione che possiamo praticare anche a livello casalingo. Gli strumenti necessari sono davvero pochi. In questo articolo andremo a spiegare come funziona, cosa serve e come procedere passo per passo.
Idrocoltura: cos’è
È una tecnica di coltivazione che prevede l’impiego dell’acqua e della argilla espansa al posto del classico terriccio. L’acqua e l’argilla fungono infatti da supporto per l’apparato radicale.
Possiamo semplificare al massimo dicendo che l’idrocoltura è la coltivazione delle piante senza la terra. È l’acqua, infatti, l’elemento fondamentale che porta alle radici tutte le sostanze nutritive a loro necessarie.
Non servono attrezzature particolari ed è una tecnica che possiamo tranquillamente utilizzare anche in ambito casalingo.
Infine, può essere applicata su tutti i tipi di piante, dalle quelle ornamentali fino agli ortaggi.
Idrocoltura e idroponica
Attenzione a non confondere queste due tecniche di coltivazione. Seppure simili nel nome, si tratta infatti di due tecniche tra loro differenti.
Per approfondire la conoscenza sull’idroponica, consigliamo la lettura di questo nostro specifico approfondimento.
Idrocoltura: come funziona
Di fatto, le piante vengono inserite in due appositi vasi uno dentro l’altro. Dal primo, forato, fuoriescono le radici, che vanno così a raggiungere l’acqua e la soluzione nutritiva presenti nel secondo contenitore.
Strumento di fondamentale importanza è poi l’indicatore del livello di acqua: uno strumento collocato all’interno del vaso che segnala se il livello dell’acqua è sceso al minimo ed è quindi arrivato il momento di aggiungerne dell’altra.
I vantaggi dell’idrocoltura
Iniziamo subito col dire che si tratta di una tecnica ideale per chi è alle prime armi o non è granché portato per il giardinaggio. I benefici nell’utilizzare questo metodo di coltivazione sono davvero numerosi. Eccoli elencati qui di seguito:
- facile e scarsa manutenzione
- pulizia (niente residui di sporco nel sottovaso)
- crescita maggiore e più rapida
- riduzione del rischio di malattie e parassiti
- maggiore ossigenazione delle radici
- adattabilità a vivere anche in ambienti privi di luce
- assenza di muffe, batteri e allergeni vari
Idrocoltura fai da te
Se volete provare a praticare l’idrocoltura, qui di seguito daremo indicazioni sugli strumenti necessari e sui passaggi da seguire nella procedura per evitare errori. Non si tratta di un’operazione troppo complicata e potrà risultare anche un’attività divertente per trascorrere queste prime giornate primaverili.
Idrocoltura: gli strumenti che ci occorrono
Iniziamo dalle basi e quindi, dal vedere i materiali necessari per la coltivazione in idrocoltura.
Idrovaso
Vaso in plastica da acquistare nei negozi specializzati. Ma si può tranquillamente usare un qualsiasi contenitore in plastica anche d’uso alimentare provvisto (o li andremo a creare) di fori sul fondo. L’importante è che il materiale non rilasci eventuali sostanze tossiche alle radici.
Assolutamente vietati, invece, i recipienti metallici, soprattutto in rame.
Portavaso
Involucro esterno a solo scopo ornamentale dentro il quale inserire l’idrovaso.
Indicatore di livello
Strumento che serve per controllare la quantità d’acqua presente nell’idrovaso. È costituito da un tubo all’interno del quale vi è un galleggiante che, per mezzo di una piccola asta colorata, rileva e segnala l’altezza dell’acqua.
L’indicatore di livello segna le indicazioni di minimo (MIN) e massimo (MAX). Fare in modo che l’indicatore sia tarato in modo da segnare il massimo quando l’acqua si trova a circa un terzo dell’altezza dell’idrovaso.
Substrato di ancoraggio
In genere si tratta di argilla espansa. Il suo scopo è sostenere la pianta e permettere l’aerazione delle radici.
Soluzione nutritiva
Esistono apposite soluzioni nutritive ben specifiche per l’idrocoltura. Di solito sono incapsulate in resine e chiuse in dischi o cuscinetti.
In ogni caso, mai usare i comuni concimi per piante da appartamento. Questi ultimi infatti andrebbero ad inquinare l’acqua saturandola di sali e trasferendone eccessive quantità alle radici le quali, a loro volta, ne rimarrebbero irrimediabilmente intossicate.
Idrocoltura: procedimento step by step
Ora che abbiamo tutti gli strumenti del mestiere, non ci resta che procedere con le operazioni. Vediamole una per ciascuna, passo dopo passo.
- Estrarre la pianta dal suo vaso ed eliminare tutta la terra che avvolge le radici
- Pulire le radici immergendole in acqua tiepida
- Mettere sul fondo dell’idrovaso una base di argilla espansa (circa 2 cm)
- Sistemare la pianta dentro l’idrovaso ancorandola aggiungendo altra argilla espansa. Riempire tutti gli spazi tra le radici sino al colletto (ovvero la parte aerea della pianta)
- Riempire l’idrovaso con acqua distillata a temperatura ambiente per poco più di un terzo della sua altezza. L’acqua deve arrivare a bagnare lo strato inferiore dell’argilla espansa e poi, per effetto di capillarità, risalirà verso gli strati superiori trasportando con sè umidità e sali minerali
- Collocare la nostra pianta nel portavaso, che è senza fori, e riempire anch’esso con argilla espansa in modo da colmare lo spazio tra i due vasi
- Inserire nell’apposito vano l’indicatore del livello di acqua
- Aggiungere acqua nel vaso esterno fino a raggiungere l’altezza massima sull’indicatore
Altri consigli utili
- Scegliere un esemplare sano e adatto a questo tipo di coltivazione (a riguardo ci soffermeremo più avanti). La pianta deve essere giovane, robusta e con radici capillari molto sottili.
- Aggiungere acqua nel contenitore esterno solo quando il livello è sceso di parecchi centimetri.
Idrocoltura e concime
La pianta va concimata come di consueto, utilizzando un concime adatto a quel particolare tipo di pianta. In formato liquido o granulare, va diluito nell’acqua per l’irrigazione. All’inizio, si consiglia di utilizzare acqua distillata anziché quella del rubinetto soprattutto se troppo calcarea.
Idrocoltura: cura e manutenzione
Le piante in idrocoltura hanno una grande resistenza e si adattano benissimo a vivere anche in ambienti chiusi e privi di illuminazione. Richiedono pertanto una scarsissima manutenzione e al tempo stesso costituiscono un fresco elemento ornamentale e di arredamento.
Pur essendo piante poco esigenti, in termini di cure, è altamente consigliato sostituire completamente l’acqua ogni 6 mesi. Ecco come procedere:
- togliere la pianta dal vaso
- lavare sia le radici che l’argilla espansa con dell’acqua tiepida
- rimuovere le foglie danneggiate e le radici vecchie e imbrunite
- sostituire anche il sacchetto di concime
L’ideale è procedere con questo tipo di trattamento verso fine marzo, in previsione dell’estate, e a fine settembre, come preparazione alla stagione invernale.
Idrocoltura: il periodo migliore per procedere
Il periodo più adatto per dare inizio all’idrocoltura è l’estate, quando il caldo favorisce la ripresa vegetative, la linfa scorre più rapidamente nei tessuti delle piante e l’aria è più ricca di ossigeno.
Se per vari motivi si volesse procedere in inverno, è necessario sistemare le piante in un ambiente molto luminoso e con una temperatura costante di 18-20 gradi.
Idrocoltura senza argilla
Abbiamo visto che uno degli elementi fondamentali dell’idrocoltura è l’argilla espansa, ovvero aggregati di argilla che aiutano la pianta a tenersi dritta e garantiscono un drenaggio perfetto del liquido nutritivo.
Rispetto al comune terriccio, l’argilla ha molti lati positivi:
- è porosa: riesce ad assorbire una quantità maggiore di acqua ma la rilascia più lentamente
- è leggera
- non si secca e non si compatta
- sostiene bene la pianta
- permette una ottima aerazione delle radici
- sporca molto di meno
- garantisce un grande apporto di ossigeno
- presenta un minor rischio riguardo il pericolo di propagazione di funghi e parassiti
- ha forma arrotondata e quindi protegge la pianta da eventuali “ferite” durante la crescita o il rinvaso
Tuttavia, l’argilla espansa non è l’unico materiale da poter utilizzare. Esistono infatti altri substrati che presentano caratteristiche simili e che sono adatti per questo tipo di coltivazione. Nello specifico, stiamo parlando di:
- perlite
- fibra di cocco
- vermiculite
- ghiaia
- lana di roccia
- sassolini
- biglie di vetro
- zeolite
Qualunque materiale si scelga, l’importante è che non sia troppo tagliente.
Idrocoltura: quali piante sono adatte
In linea di massima, tutte le piante da appartamento si prestano per questo tipo di coltivazione. Tuttavia, ci sono delle varietà che offrono maggiori garanzie di successo.
Tra le specie più adatte ricordiamo:
- rosmarino, ideale da coltivare a livello casalingo se si ama questa erba aromatica
- coleo, di grande effetto ornamentale grazie alle sue spighe azzurre
- ficus che, oltre ad essere una pianta di una bellezza ‘importante’, è utile per l’inquinamento degli spazi chiusi: assorbe formaldeide e benzene ed è attiva anche contro il fumo di sigaretta
- dracena, che si adatta facilmente in qualsiasi ambiente
- pothos, rampicante di grande effetto decorativo (può raggiungere 2 metri)
- filodendro, una delle piante da appartamento più diffuse, soprattutto le varietà rampicanti
- papiro, pianta palustre famosa per la sua storia millenaria e la sua fama legata alla tradizione egizia
- dieffenbachia, dalle eleganti foglie effetto marmorizzato
- felci, molto utili perché assorbono l’umidità in eccesso degli ambienti
- sansevieria, semplice ma utilissima in quanto in grado di assorbire fattori tossici e combattere l’effetto delle radiazioni elettromagnetiche provenienti da computer e monitor
- singonio, pianta d’appartamento molto decorativa per il suo fogliame variegato e il portamento esuberante
Piante tropicali
Particolarmente adatte sono le piante di origine tropicale che hanno un apparato radicale dallo sviluppo molto rapido e che hanno bellissimi fiori ornamentali ed eleganti, in diverse gamme cromatiche e dimensioni varie. Tra queste, ricordiamo:
- orchidea
- hibiscus
- spathiphyllum
- kalanchoe
- anthurium
- saintpaulia
Con qualunque tipo di pianta, è in genere consigliabile scegliere esemplari giovani in quanto è più facile che queste superino il periodo di adattamento senza avere danni particolari.
La fase critica dura circa un mese, periodo durante il quale si verifica la caduta delle normali radici terrestri e la formazione delle “speciali radici acquatiche”, bianche e carnose.
Idrocoltura orchidee
Come accennato, le orchidee si prestano perfettamente per l’idrocoltura. Sono piante che per crescere bene e in salute hanno bisogno di ambienti umidi. Con il passare del tempo le radici, crescendo, fuoriescono dai fori del vaso e confluiscono direttamente nell’acqua.
Idrocoltura e piante grasse
Considerando le caratteristiche delle piante grasse, coltivarle con l’idrocoltura può sembrare una contraddizione in termini. Tuttavia, esiste anche qualche eccezione in merito. Le uniche piante grasse che si possono coltivare con l’idrocoltura sono:
- aloe
- crassulacee
Per coltivare queste varietà occorre prestare molta attenzione dal momento che un eccessivo apporto di acqua le può danneggiare.
Per approfondire
Sempre sul tema, ecco altri post interessanti:
- Piante galleggianti: quali sono e che cure richiedono
- Coltivare indoor: l’orto in un container
- Idroponica: l’arte di coltivare le piante nell’acqua
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Ultimo aggiornamento il 2 Gennaio 2024 da Rossella Vignoli
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