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La prima turbina aerostatica è in costruzione in Alaska

Una turbina aerostatica vola nel cielo d’Alaska, meno invasiva di quelle tradizionali, meno costosa e più facile da costruire: solo vantaggi?

La prima turbina aerostatica è in costruzione in Alaska

Le turbine eoliche sono in grado di sfruttare la forza del vento per produrre energia pulita e generalmente vengono posizionate su colline e alture, punti in cui l’intensità delle correnti è maggiore; in realtà i venti d’alta quota hanno una potenza superiore a 5/8 volte quella di terra, ma al momento queste risorse non vengono minimamente sfruttate.

Partendo dai risultati di alcuni studi di settore, un gruppo di ingegneri della startup Altaeros Energies, ha iniziato a prendere in considerazione l’ipotesi di costruire dei parchi eolici volanti.

Queste nuove turbine aerostatiche protette da un anello gonfiato a elio, chiamate BAT (Altaeros Buoyant Airborne), fluttueranno a 300 metri di altitudine, sui tetti di Fairbanks, in Alaska, per produrre l’energia necessaria a 12 famiglie, ancorata a dei cavi.

Il progetto ha ottenuto una sovvenzione pari a 1,3 milioni di dollari, una cifra che consentirà anche di coprire le spese per testare il prototipo in un arco temporale di 18 mesi. Grazie alla tecnologia aerospaziale si potranno abbattere i costi della produzione di energia elettrica, eliminando nello stesso tempo i problemi logistici legati alla costruzione di impianti. L’impatto a livello ambientale verrebbe drasticamente ridotto e mediante sistemi completamente automatizzati si potrà controllare la turbina da remoto, senza la presenza di equipaggio.

I costi dell’eolico saranno abbattuti del 90%, generando oltre il doppio di una tradizionale turbina, la cui energia già oggi costa quanto una quantità equivalente di energia da carbone o altra fonte fossile.

BAT non è il primo esperimento nel settore, un’altra azienda, la Makani Power, ha provato a realizzare una turbina eolica successivamente acquistata da Google.

turbina aerostatica
La prima turbina aerostatica è in costruzione in Alaska

Se i risultati saranno soddisfacenti, il progetto potrà essere esteso in tutte le zone disagiate e isolate, dove i costi d’installazione di infrastrutture per produrre e portare energia sono molto elevati, così come le aree colpite dalle catastrofi naturali o le basi militari, oltre a fornire energia alle varie comunità rurali.

Non resta che attendere l’esito della sperimentazione per conoscere quali sviluppi potranno esserci in seguito.

Ultimo aggiornamento il 23 Novembre 2018 da Rossella Vignoli

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Alessia Fistola

Nata in Abruzzo nel 1982, si trasferisce a Roma per conseguire una laurea e un master in psicologia, ma dopo una decina d'anni rientra nel suo piccolo paese ai piedi della Majella, fuggendo dalla vita metropolitana. Attualmente coniuga l'attività di psicologa libero professionista con la passione per la scrittura, un hobby coltivato sin dalle scuole superiori. Collabora con la redazione di Tuttogreen dal 2011, cura un blog personale di taglio psicologico e scrive articoli per un mensile locale. Nel tempo libero ama passeggiare nei boschi e visitare i piccoli borghi, riscoprendo le antiche tradizioni d'un tempo.

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