Ambiente

La rinascita dei partiti Verdi europei

Sono tornati nel panorama europeo, votati dai giovani per far fronte alla crisi climatica

I partiti Verdi europei sembravano estinti, ma spinti in particolare dai giovani e dalla crisi legata al riscaldamento globale, da figure in qualche modo carismatiche (vedi Greta Thunberg), i movimenti dei Verdi europei sembra tornato alla ribalta. Tanto che nei principali paesi Europei sembrano godere di rinnovato slancio e credibilità per spingere i Governi a risolvere i problemi che l’emergenza del cambiamenti climatici sta portando in evidenza. Una vera e propria primavera Verde, che parte dallo stato Europeo con più solida cultura ecologista, la Germania, ma che pare avere contagiato alcuni dei suoi più importanti vicini.

La rinascita dei partiti Verdi europei

Cosa sta succedendo partiti Verdi europei

A livello europeo, i partiti verdi hanno rafforzato la loro presenza specialmente in alcuni paesi dell’Europa occidentale e settentrionale. L’Alleanza Verde Europea (European Green Party – EGP), che include i vari partiti ecologisti nazionali, ha visto un incremento di sostegno in diversi paesi chiave, anche grazie alla loro capacità di capitalizzare su tematiche come la transizione energetica, la giustizia climatica e la protezione della biodiversità. In generale, i Verdi europei fanno parte di un’ampia coalizione politica con il Gruppo dei Verdi/Alleanza Libera Europea (Greens/EFA) all’interno del Parlamento Europeo.

I partiti verdi hanno raggiunto un buon risultato alle elezioni europee del 2019, ottenendo 74 seggi su 705 nel Parlamento europeo, un aumento significativo rispetto alle elezioni precedenti. Tra i paesi in cui hanno avuto i maggiori successi ci sono Germania, Francia, Paesi Bassi, Svezia e Belgio. La loro capacità di affermarsi in paesi come la Germania li ha resi un attore politico determinante nelle coalizioni di governo.

I Verdi in Germania: il caso più rilevante

La Germania è il paese dove i Verdi hanno avuto la crescita più significativa negli ultimi anni. Il partito Die Grünen (I Verdi) ha visto una costante ascesa, posizionandosi spesso come il secondo o terzo partito più votato a livello nazionale.

Nelle elezioni federali del 2021, i Verdi hanno ottenuto il 14,8% dei voti, con un incremento rispetto al 8,9% del 2017, guadagnando 118 seggi nel Bundestag. Questo risultato ha permesso loro di entrare nel governo federale come parte di una coalizione con il Partito Socialdemocratico (SPD) e i Liberali (FDP), nel cosiddetto governo “semaforo” guidato da Olaf Scholz.

In Germania, i Verdi sono riusciti a coniugare le tematiche ecologiste con quelle sociali ed economiche, proponendo una transizione verde che tiene conto anche delle esigenze del mondo del lavoro. Sono diventati un partito mainstream, ottenendo consenso sia tra i giovani urbani che in settori tradizionalmente legati ai socialdemocratici.

La Francia e il ruolo di Europe Écologie Les Verts

In Francia, i risultati dei Verdi sono stati più altalenanti, ma comunque significativi. Alle elezioni europee del 2019, Europe Écologie Les Verts (EELV) ha ottenuto il 13,5% dei voti, diventando il terzo partito più votato nel paese. Tuttavia, nelle elezioni presidenziali del 2022, il candidato verde Yannick Jadot ha ottenuto solo il 4,6% dei voti, ben lontano dalle aspettative, evidenziando la difficoltà di tradurre il consenso europeo in successi nazionali.

Alle elezioni legislative del 2022, i Verdi francesi hanno aderito alla coalizione di sinistra NUPES (Nuova Unione Popolare Ecologica e Sociale) guidata da Jean-Luc Mélenchon, ottenendo una rappresentanza significativa all’interno del Parlamento francese. Questo ha permesso loro di rimanere rilevanti nonostante le difficoltà a livello presidenziale.

La crescita dei Verdi nei paesi nordici e il Belgio

I Verdi hanno anche ottenuto ottimi risultati in altri paesi del Nord Europa. Nei Paesi Bassi, il partito GroenLinks ha ottenuto risultati solidi alle elezioni europee e alle elezioni parlamentari nazionali.

In Svezia, il Miljöpartiet de gröna ha mantenuto una presenza significativa nel Parlamento svedese, anche se con qualche difficoltà negli ultimi anni a causa delle politiche migratorie.

In Belgio, i Verdi sono divisi in due partiti separati a seconda della lingua: Ecolo per la comunità francofona e Groen per quella fiamminga. Entrambi hanno ottenuto buoni risultati nelle elezioni del 2019, entrando a far parte di coalizioni di governo regionali e a livello federale.

Italia: la debolezza storica dei Verdi e il contesto attuale

In Italia, il movimento verde ha tradizionalmente avuto un peso molto inferiore rispetto ai paesi dell’Europa settentrionale. Il Partito Verde italiano non è mai riuscito a ottenere una rappresentanza significativa a livello nazionale.

Tuttavia, alle elezioni politiche del 2022, si è presentato un coalizione con Sinistra Italiana sotto il simbolo di Alleanza Verdi e Sinistra (AVS), ottenendo un risultato modesto, ma rilevante, rispetto alla storia recente: 3,63% alla Camera dei Deputati e 3,53% al Senato. Questo ha permesso a pochi rappresentanti verdi di entrare in Parlamento, ma l’influenza del movimento ecologista italiano rimane marginale rispetto ad altri paesi europei.

La politica verde in Italia si è spesso trovata in difficoltà a causa della frammentazione della sinistra e dell’incapacità di proporre un’agenda che possa essere percepita come prioritaria dagli elettori italiani.

Anche se le questioni ambientali stanno guadagnando maggiore attenzione, soprattutto tra i giovani, la competizione con altri partiti progressisti rende difficile per gli ambientalisti italiani ritagliarsi un ruolo di primo piano.

Confronto con i partiti tradizionali

Rispetto ai partiti tradizionali, gli ecologisti europei sono spesso percepiti come outsider in molti paesi, ma negli ultimi anni sono riusciti a fare incursioni significative.

A differenza di forze politiche socialdemocratiche o liberali, i Verdi si sono distinti per il loro impegno prioritario sulle questioni climatiche e ambientali, che stanno diventando temi sempre più centrali nel dibattito politico globale.

In paesi come la Germania, i Verdi sono riusciti a entrare nei governi di coalizione, mentre in altri paesi come l’Italia o la Francia il loro ruolo rimane più limitato. Tuttavia, le questioni ambientali stanno diventando sempre più centrali, e i partiti green si trovano in una posizione favorevole per sfruttare questa tendenza nei prossimi anni.

Prospettive future dei partiti Verdi europei

Le elezioni europee del 2024 sono un test importante per valutare la crescita dei movimenti verdi. La loro capacità di mantenere o incrementare la loro presenza dipenderà da come riusciranno a bilanciare l’azione su temi ecologici con questioni economiche e sociali, particolarmente rilevanti in un contesto di crisi energetica e inflazione.

I Verdi europei, pur con andamenti elettorali disomogenei tra i Paesi, stanno acquisendo un peso crescente, trainati dalla centralità del tema ambientale e dalla crescente preoccupazione per il cambiamento climatico.

Tuttavia, la loro capacità di diventare una forza politica dominante dipenderà dalla loro abilità di allargare il consenso oltre il loro elettorato tradizionale e di tradurre le istanze ecologiste in politiche sostenibili e concrete.

 

 

 

E ai Verdi in Italia?

In Italia i Verdi come partito tradizionale, reduci dal clamoroso flop delle Politiche del 2008 e delle Europee del 2009 (zero seggi in entrambi i casi) si sono riorganizzati un una organizzazione leggera, la Federazione dei Verdi e puntano a un modello di Polo ecologista alla Europe Ecologie-Les Verts, che sappia dialogare e attrarre forze contigue.

La Costituente Ecologista non ha ancora partorito un soggetto politico in grado di spostare gli equilibri e si aspetta l’appuntamento della Costituente Ecologista nazionale che si riunirà a Roma il 21 e 22 maggio per capirne di più.

In realtà c’è un paradosso Italiano anche qui: il Paese europeo con la classe dirigente più anziana, anche di fronte ad importanti appuntamenti elettorali come le amministrative e il referendum day del 12 giugno, dove i voti verdi peseranno come macigni, non è in grado di presentare una forza elettorale ad ispirazione ecologista che possa pensare di diventare maggioritaria. Ne approfitteranno i partiti del centro-sinistra?

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Ultimo aggiornamento il 25 Settembre 2024 da Rossella Vignoli

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Simona Treré

Classe 1984, si è laureata a Bologna in Scienze della Comunicazione (con una tesi su Green Marketing e Green Communication) e ha conseguito il master in Comunicazione Ambientale a Roma. Dal 2009 lavora nel settore della sostenibilità ambientale seguendo la comunicazione e la progettazione ambientale per aziende del territorio. Grazie ai suoi studi e al suo lavoro si è potuta dedicare a una delle passioni: l’ecologia e il rispetto per la natura (nei suoi vari, complicati e meravigliosi aspetti). Per divertimento ha sfilato come modella di abiti green e per hobby si è avvicinata all’affascinante mondo dei “rifiuti-non rifiuti” attraverso il riciclo creativo, creando e vendendo oggetti realizzati con materiale di recupero.

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