L’agricoltura si fa sempre più green e più giovane, anche nell’uso dei macchinari
La fuga dai campi, l’abbandono. E’ ancora questa l’immagine che ai affibbia al settore agricolo. E’ stato così per decenni, ma ora i numeri dicono ben altro. La crisi della produzione industriale, e del commercio, hanno indotto molti lavoratori a tornare o investire nella terra, puntando tutto su qualità ed innovazione. Nel 2012 il settore primario ha registrato così il più elevato aumento nel numero di lavoratori dipendenti: un incremento del 3,6%, valore che stride di fronte agli indici in netto ribasso dell’occupazione negli altri altri segmenti produttivi.
Quella fotografata da Coldiretti e dalla Fondazione Symbola, alla recente fiera della meccanizzazione agricola di Savigliano, è un’agricoltura dinamica, di livello, che cresce anche legandosi ad antichi saperi nel settore della meccanica e occupando così quote aggiuntive di mercato. I mezzi di lavoro, e le tecniche di produzione, sono all’insegna dell’efficienza, del risparmio energetico, dell’attenzione all’ambiente.
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Nel periodo 2008-2010, l’energia utilizzata per unità di prodotto si è ridotta del 40% e sono diminuiti di circa 9 mila tonnellate i rifiuti e gli scarti di lavorazione. Inoltre, tra il 2009 e il 2011 il 54,9% delle imprese ha dichiarato di aver ridotto l’utilizzo di energia ed acqua e il 22% di aver tagliato sensibilmente l’uso di fitofarmaci e fertilizzanti.
Da evidenziare anche il netto svecchiamento degli addetti: un quarto del totale oggi ha meno di 40 anni, 57 mila sono invece le imprese condotte da under 35, di cui uno su tre è di sesso femminile.
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Diamo altri numeri. In questo momento l’Italia vanta il primato europeo per numero di aziende e con oltre 31 mila addetti è seconda solo alla Germania per numero di lavoratori. Idem per il fatturato: 7,3 miliardi di euro contro i 7,6 della Germania. L’export, con i suoi 3,8 miliardi di euro, traina insieme a moda e design la bilancia commerciale del Belpaese. E restituisce il quadro di un’agricoltura vivace, evoluta, sempre più sostenibile.
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Ultimo aggiornamento il 19 Febbraio 2024 da Rossella Vignoli
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