L’Alveare che dice si’! è il primo social network dei gruppi d’acquisto
Sommario
L’Alveare che dice si’ è un innovativo progetto di distribuzione a km zero, per promuovere la filiera corta. Andiamo a scoprirlo.
Ha un nome davvero simbolico L’Alveare che dice sì!, una rete composta da produttori e artigiani locali che incontrano direttamente i cittadini, per favorire la diffusione della filiera corta.
Il progetto nasce dai principi della sharing economy, l’economia partecipativa, dando la possibilità a chiunque di aderire ad una piattaforma virtuale dove selezionare i produttori disponibili nella propria zona. Potremmo definirlo una sorta di social network sui gruppi d’acquisto.
L’Alveare che dice si’! si sviluppa sul web, dove all’interno di una piattaforma cittadini e fornitori si incontrano, ma con l’obiettivo di trasporre lo scambio sotto casa: ci si raduna in un magazzino, in un piccolo negozio o in un ristorante, luoghi chiamati simbolicamente ‘alveari’.
Il primo progetto di economia partecipativa è stato sviluppato nel 2010 in Francia, ma presto il movimento si è ampliato fino a organizzarsi sotto il nome di The Food Assembly. Oggi ne fanno parte anche la Spagna, la Germania e l’Inghilterra con un totale di 800 Alveari. L’Italia ha aderito nel 2014 con il primo Alveare sviluppato a Torino, oggi sede legale e operativa da cui si coordinano i 30 centri sparsi in tutta la penisola.
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Come funziona L’Alveare che dice si’?
L’Alveare può essere aperto e gestito da chiunque, un cittadino privato, un’associazione o un’azienda. Una volta creata la piattaforma, si selezionano tutti i fornitori di latticini, frutta e ortaggi, pane e bevande, presenti nell’arco di 250 km. Vengono invitati i potenziali acquirenti di zona ed ogni settimana verranno esposti sul sito determinati prodotti.
Il prezzo viene stabilito sempre dal produttore, così come il minimo d’ordine per la consegna. Se durante la settimana viene raggiunto l’ordine e ci sono le prime prenotazioni, si stabilisce la consegna diretta nel luogo fisico dell’Alveare.
Qui tutti i produttori saranno a disposizione dei cittadini che vorranno acquistare direttamente i prodotti scelti e ordinati sulla piattaforma online. La piattaforma è raggiungibile da computer, tablet e smartphone: si è costantemente connessi, come in un mercato virtuale dove ogni produttore ha la sua pagina personalizzata. Attraverso Facebook e Twitter e mediante il blog, si possono seguire tutti gli aggiornamenti, creando una piccola comunità solidale.
Il tour dell’Alveare che dice si’
A settembre partirà anche una nuova iniziativa per diffondere il progetto dell’Alveare in tutta la penisola: l’Alveare Car. Si tratta di un tour che toccherà 12 città italiane a bordo di un Food Trucks. L’obiettivo è quello di arrivare ad avere almeno 100 Alveari entro il prossimo anno.
In ogni località, i membri del team cucineranno sul loro Food Trucks le specialità locali, utilizzando quindi i prodotti del territorio, permettendo agli stessi cittadini di riscoprire antiche ricette e avere un primo contatto con i futuri produttori che troveranno nell’Alveare. Il team dell’Alveare che dice si’ sarà anche in compagnia di altre associazioni e imprese dell’economia partecipativa in Italia, come Air Bnb, Gnammo e Last minute Sotto Casa.
L’Alveare che dice si’ incentiva il consumo di alimenti freschi e genuini, la filiera corta e il lavoro dei piccoli produttori locali. Progetti di questa portata aiuteranno ogni cittadino a prendere contatto con la propria terra, scoprendo realtà spesso trascurate a causa dei ritmi serrati della vita moderna.
Per saperne di più:
- Sito internet: https://alvearechedicesi.it/it
- Pagina Facebook: https://www.facebook.com/LAlveareCheDiceSi
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Ultimo aggiornamento il 25 Marzo 2016 da Rossella Vignoli
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