Lapacho: proprietà, benefici e utilizzi
La tisana per rafforzare le difese immunitarie
Lapacho o Taheebo è il nome con cui si identifica una tisana dalle molteplici virtù benefiche ricavata dalla corteccia della Tabebuia, varietà di piante sudamericane utilizzate già dalle tribù indigene per le proprietà antivirali e antimicotiche. Conosciamolo meglio con una guida interamente dedicata ai suoi benefici.
Sommario
È una tisana depurativa molto nota nella pratica erboristica per le sue proprietà antimicrobiche, antivirali, antifungine. Da tempo è utilizzata per curare le lesioni cutanee e lenire i disturbi di psoriasi, dermatiti e punture di insetti.
I primi ad apprezzare le virtù degli estratti di questa pianta – la Tabebuia Impetiginosa – furono le popolazioni indigene del Centro e Sud-America. Già migliaia di anni fa raccoglievano la parte interna della corteccia di questo albero ‘miracoloso’ per la cura di moltissime malattie di origine virale e batterica.
Lapacho: che cos’è
Noto anche col nome portoghese di pau d’arcu, che significa ‘bastone per archi’, Il legno di questa pianta, infatti, veniva usato per la costruzione di archi, è uno dei rimedi naturali per la cura e la prevenzione di molti disturbi e per il rafforzamento delle difese immunitarie basse.
Studi recenti condotti dal Dipartimento di Sanità degli Stati Uniti hanno confermato le proprietà terapeutiche di questo estratto. Per quanto non vi sia nulla di concreto oggi a livello di cure, se ne sta studiando anche l’azione benefica nel contrastare l’insorgenza di alcune forme di cancro, candida e perfino l’HIV.
Parallelamente, pur ammettendo l’efficacia dei suoi principi attivi, le evidenze cliniche ottenute dalle sperimentazioni hanno dimostrato che le dosi necessarie per prevenire efficacemente il cancro sono troppo elevate e possono causare effetti collaterali anche gravi (anemia, diarrea, nausea, vomito, ecc). Il lapacholo, inoltre, assunto in quantità eccessive, si è rivelato decisamente tossico.
Vediamo insieme come utilizzarlo correttamente.
Lapacho: pianta
Il nome attribuito alla parte interna della corteccia di una varietà di piante sempreverdi di origine Amazzonica e Sudamericana, denominate Tabebuia.
Si tratta di un albero ligneo di grandi dimensioni e dal tronco molto possente che cresce spontaneamente nelle foreste pluviali, ma che non disdegna climi più freschi e terreni acidi.
Per questo motivo è da sempre molto diffuso sulle montagne del Paraguay, Argentina, Brasile, Bolivia e Perù.
Appartiene alla famiglia delle Bignoniacee che si caratterizza per le fioriture coloratissime che vanno dal giallo al rosa, passando per il rosso e il porpora.
Le varietà sono moltissime e non facilmente distinguibili tra loro, ma pare che quelle utilizzabili a fini terapeutici siano la Tabebuia rosea e la Tabebuia scarlatta.
Il primo, in particolare, si identifica con l’estratto della corteccia della varietà di Tabebuia impetiginosa: il riferimento è all’efficacia della pianta per la cura della impetigine, infezione cutanea da stafilococco o streptococco.
Lapacho: proprietà
Le proprietà benefiche si riferiscono sopratutto al complesso minerale particolarmente ricco (calcio, magnesio, fosforo, zinco, cromo, silicio, manganese, rame, potassio sodio), agli oligo-elementi e a due sostanze dal potere antibiotico e antinfiammatorio, la xilodina e il lapacholo, utili per contrastare funghi, batteri, per tonificare e depurare l’organismo e per stimolare le sue naturali difese.
Non a caso, questa pianta ha proprietà anti-infiammatorie, antivirali, antibatteriche, antiossidanti, antifungine, depurative e tonificanti.
Da sempre è considerato un toccasana per la cura di diverse infezioni ed è particolarmente consigliato in caso di candida, cistite e infezioni vaginali. L’uso topico è riferito al trattamento di lesioni cutanee, psoriasi e punture di insetto.
Studi più recenti hanno dimostrato l’efficacia per riattivare e rafforzare le difese immunitarie, per contrastare l’invecchiamento cellulare, stimolare la produzione di globuli rossi e per regolare i livelli di zuccheri nel sangue.
Lapacho: utilizzi terapeutici
Il decotto, sorseggiato quotidianamente poco prima d
el cambio stagionale, è un ottimo rimedio naturale per aumentare le difese dell’organismo e prevenire la maggior parte delle malattie da raffreddamento tipiche del periodo invernale. È, inoltre, un utile antidoto contro le malattie recidivanti, quali candida e cistite.
La corteccia può essere acquistata nelle erboristerie o nei negozi specializzati. Non è sempre facile trovarla, ma potrete comprarla sotto forma di strisce sottili, già pronta per essere trasformata in decotto. In alternativa si possono utilizzare le capsule contenenti l’estratto in polvere o liquido della corteccia.
La corteccia, inoltre, può essere applicata direttamente sulla cute lesa o sulle zone doloranti come impacco benefico o utilizzata come fertilizzante per fiori, ed è disponibile anche in crema cosmetica per viso e corpo.
Sintetizzando, le indicazioni terapeutiche sono:
- Trattamento delle infezioni batteriche da stafilococchi, streptococchi, brucella, ecc.
- influenza di stagione, raffreddore, herpes
- Trattamento delle infezioni parassitarie
- Infezioni della bocca, naso e gola
- Disordini del tratto gastrointestinale
- Disordini del sistema urogenitale (cistite, uretrite, prostatite, polipi vescicali, vaginiti)
- Trattamento delle gastriti e ulcere
- Trattamento delle principali affezioni cutanee (eczema, acne, foruncolosi, psoriasi)
- Artrite
- Ferite, punture di insetti, psoriasi
Lapacho: controindicazioni
L’assunzione è sconsigliato alle donne in gravidanza e allattamento e a tutti i soggetti sottoposti a terapie che prevedono l’assunzione di farmaci anticoagulanti o aspirina.
Per le dosi da assumere fare sempre riferimento indicazioni riportate sulle confezioni, oppure chiedere consiglio all’erborista o medico di fiducia.
Gli effetti collaterali connessi all’assunzione degli estratti di questa pianta sono rari e si palesano sopratutto a livello gastrointestinale in caso di sovra dosaggio.
Ultimo aggiornamento il 25 Luglio 2022 da Rossella Vignoli
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