Animali in città: pochi gli spazi e i servizi per loro
Animali in città, un report che dipinge il quadro di un paese amante degli animali, che però è ancora indietro nell’effettiva tutela e nei servizi offerti ai cittadini e ai loro compagni d’affezione.
Se è vero che gli italiani amano molto gli animali (certo, non tutti, come quelli che li abbandonano per partire per le vacanze) è anche vero che il nostro Paese offre ancora pochi servizi per loro e per i loro padroni.
Secondo l’indagine di Legambiente, che ha pubblicato il “Rapporto Animali in Città”2016, dedicato ai servizi e alle attività dei Comuni capoluogo di provincia per la tutela e la gestione degli animali, è presente uno spazio a loro dedicato solo ogni 28.837 cittadini. Per arrivare a questi dati, Legambiente ha inviato un questionario a 104 Amministrazioni comunali, a cui hanno risposto 81 enti locali.
L’indagine mette in evidenza come l’86% delle amministrazioni comunali possegga un apposito ufficio comunale o un assessorato dedicato alla risoluzione delle problematiche animali; mentre il 72% tra esse abbia solo chiesto alle Asl quale fosse il numero dei cani iscritti all’anagrafe canina.
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- Cane di San Bernardo
- Weimaraner
- Staffordshire Bull Terrier
- Leonberger
- Jack Russell Terrier
- Lupo cecoslovacco
- Boerboel
- American Staffordshire Terrier o Amstaff
- Golden Retriever
- Cane pastore del Caucaso
- Dogo argentino
Fanno eccezione regioni quali Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, che impongono ai Comuni di avere un proprio registro. Un numero poco confortante rispetto al problema del randagismo nel nostro Paese.
I numeri sono negativi anche su altri fronti. Solo quasi la metà dei Comuni sostiene di aver adottato regolamenti per l’accesso degli amici a quattro zampe in uffici e/o locali aperti al pubblico. Numero che cala ancora di più (meno di 4 su 10) per quanto concerne l’adozione di un regolamento per l’accesso dei nostri amici a quattro zampe al mare o al lago. Numeri ancor più disarmanti riguardano la conoscenza della biodiversità animale presente in città: solo 2 comuni su 10 ha realizzato una mappatura delle specie animali presenti sul territorio.
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Ad affrontare in modo efficiente le necessità degli animali in città sono soprattutto le città di medie dimensioni, con Prato, Bolzano e Modena sul podio. Le grandi e piccole città invece sono ancora indietro, con le prime tra le grandi città che non raggiungono neppure la sufficienza: Padova, Firenze e Verona. Tra le piccole, il podio è occupato da Pordenone, Chieti e Biella; sebbene solo la prima superi la sufficienza.
Quanto al campione utilizzato, è stato composto in questo modo: 15 grandi città con più 200mila abitanti, 44 medie città con popolazione tra 80mila e 200mila abitanti e 45 piccole città con meno di 80mila abitanti. Al questionario hanno risposto 13 grandi città, 37 medie città e 31 piccole città. Come detto, dunque, hanno risposto poco più di 80 enti locali su 100 chiamati in causa.
Legambiente, per bocca del direttore generale Rossella Muroni, afferma che per gli animali in città bisogna ripensare e arricchire i centri urbani garantendo servizi e strutture di qualità a cittadini e ai loro amici a quattro zampe. Ciò può essere fatto soprattutto grazie all’impegno delle amministrazioni, le quali devono avere obbligatoriamente un’anagrafe canina e per la sterilizzazione degli animali.
Tramite delibere, devono invitare i propri cittadini ad avere comportamenti virtuosi nel rispetto dell’ambiente, dei loro concittadini e del proprio animale stesso. Ancora, devono mettere a disposizione dei cittadini uno sportello per aiutare i cittadini che hanno soccorso un animale libero in difficoltà.
Tanti servizi che ancora mancano in quasi tutte le città del nostro Paese.
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Ultimo aggiornamento il 14 Febbraio 2019 da Rossella Vignoli
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