Come riconoscere e cosa fare in caso di malassorbimento intestinale, una situazione debilitante e assai diffusa
Il malassorbimento intestinale è una delle situazioni più debilitanti per la persona, perché è un problema che agisce in periodi molto lunghi, ecco come capire se ne soffriamo.
Sommario
Non tutti sanno che il malassorbimento è una delle patologie più comuni nell’uomo, anche se spesso non ci rendiamo conto di soffrirne. Infatti, a differenza della febbre, di una malattia infettiva o di un qualsiasi dolore che possiamo avere, il malassorbimento non è evidente, ma è altamente debilitante.
Che cos’è il malassorbimento
La problematica è semplice da capire: chi soffre di questo problema mangia, ma il suo intestino non assorbe. In pratica, è come se non mangiasse proprio se le sostanze nutritive che ingerisce se ne vanno in… feci.
Il sintomo principale del malassorbimento è sicuramente la diarrea. Questa non è definita solamente come una diminuzione di consistenza delle feci, ma anche come un aumento di volume: se una persona emette tante feci, anche se non liquide, si tratta comunque di diarrea, e come tale deve essere trattata.
Da qui un primo consiglio, molto diretto: quando andate in bagno, guardate le vostre feci (e quella dei bambini).
Le feci sono uno dei modi migliori per capire se c’è qualcosa che non va all’intestino, per problemi che possono andare dalle ferite all’apparato digerente, al malfunzionamento del fegato o del pancreas, ai tumori intestinali.
Insomma, sempre girarsi e guardare la nostra “produzione” prima di tirare l’acqua. È importantissimo per la nostra salute.
Malassorbimento: quali sono i sintomi
Vediamo quali alterazioni possono derivare dal malassorbimento, e come renderci conto che ne soffriamo.
Per prima cosa, notiamo un malessere generale. Non è un dolore, ma una stanchezza costante, mal di testa, poca voglia di lavorare ma anche di fare tutto il resto, difficoltà a muoversi, ma senza febbre o altre alterazioni. Un malessere che si sente sempre di più, che peggiora, e che non capiamo da cosa dipenda.
È a questo punto che dobbiamo analizzare, anche visivamente, le feci, per capire se è il caso di rivolgersi ad un medico, in particolare se le alterazioni durano più di una settimana.
Le alterazioni delle feci si possono manifestare come:
- Aumento di volume, quindi molte feci, ma senza un rapporto con l’alimentazione aumentata (insomma, mangiamo come sempre). Questo può significare che le sostanze nutritive non vengono assorbite.
- Liquide, che poi è la diarrea classica, in cui il transito dell’alimento nell’intestino è talmente veloce che non da tempo di assorbire.
- Giallognole, lucide e dall’aspetto mucoso, che significa generalmente non digestione dei grassi, per problemi al pancreas. I grassi si ritrovano nelle feci come una patina mucosa.
- Gialle, molto chiare, ma di consistenza normale: è un problema al fegato, da approfondire subito. Significa che la bile non scende, perché è la bile che le colora di marrone.
- Nere o comunque molto scure: a meno di aver mangiato verdure scure come gli spinaci o nero di seppia che le colora, può essere indice di sangue che viene digerito.
Questi campanelli di allarme sono i primi che dovrebbero indurci a contattare il nostro medico, perché le feci vengano analizzate. Se alle prove di laboratorio si evidenzia effettivamente il malassorbimento, si cercherà di capire le cause.
Le cause di malassorbimento
Le cause di malassorbimento possono essere diverse e dipendere da molte malattie. Le possiamo distinguere tra acute, che di solito sono infettive e non durano più di una settimana (diarrea improvvisa) e croniche. Queste ultime sono le più pericolose, perché si portano più avanti nel tempo.
La causa latente e cronica di malassorbimento più comune è la celiachia, cioè l’intolleranza al glutine.
- in questa situazione infatti non solo il glutine non viene assorbito, ma si crea una reazione immunitaria che appiattisce i villi intestinali, che sono gli organi deputati all’assorbimento.
- alla celiachia non c’è cura, se non quella di evitare in toto il glutine.
Anche le allergie alimentari creano un’infiammazione continua nell’intestino. In questo modo impediscono l’assorbimento degli alimenti e portano ad un volume maggiore delle feci. In realtà qualsiasi infiammazione cronica intestinale di varia natura o altre malattie possono ridurre l’assorbimento di sostanze (anemia perniciosa).
Potrebbe dunque trattarsi del colon irritabile. Anche la diminuzione degli enzimi digerenti porta a malassorbimento. Quindi nel caso in cui il pancreas o il fegato non producano le loro sostanze (per lo stomaco è più raro), si evidenziano delle patologie a questi organi, che devono essere necessariamente trattati.
L’importanza di non sottovalutare il malassorbimento
Purtroppo, per ovviare a queste situazioni non c’è altro modo che quello di rivolgersi ad un medico. Le situazioni di malassorbimento sono sempre gravi (a parte quelle acute che guariscono entro pochi giorni) e devono essere curate.
Il paziente deve rendersi conto della situazione, prima che sia troppo tardi. Infatti, più si va avanti e più la situazione peggiora, e non si tratta semplicemente di variare l’alimentazione per avere un intestino sano.
Qualora vedeste per un po’ di giorni di seguito che qualcosa che non va nelle vostre feci, anche in assenza di dolori, non esitate a rivolgervi al medico.
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Ultimo aggiornamento il 11 Giugno 2019 da Rossella Vignoli
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