Mangiare insetti fa bene?
Quali pro e contro dell'entomofagia per ottenere proteine e salvaguardare il Pianeta
Le proteine vegetali sono disponibili in diversi alimenti come alternativa a quelle animali, come legumi, cereali, verdure a foglia verde e semi oleosi, ma qualcuno pensa anche che mangiare insetti fa bene alla salute ed il loro allevamento sia più sostenibile di quello di bovini e suini. Tanto che l’UE ha deciso di investire 3 milioni di euro “per sfruttare le potenzialità degli insetti come fonti alternative di proteine’. Questa decisione lascia perplessi.
Sommario
Mangiare insetti fa bene?
Il mangiare insetti, che si chiama entomofagia, presenta potenziali benefici sia per la salute umana che del pianeta, ma ci sono anche aspetti da considerare.
È importante sottolineare che in realtà gli insetti non producono proteine vegetali, ma le trasformano. Cioè, assimilano le proteine vegetali presenti nel loro mangime e le convertono in proteine animali, che costituiscono il loro corpo.
La ricerca in questo campo è in continua evoluzione per ottimizzare le diete degli insetti e massimizzare la produzione di proteine in modo sostenibile.
Quali sono i benefici di mangiare insetti
Cominciamo con i potenziali benefici per la salute umana:
- Alto contenuto proteico: ricchi di proteine di alta qualità, paragonabili o addirittura superiori a quelle della carne e del pesce, contengono tutti gli amminoacidi essenziali
- Ricchi di micronutrienti: buona fonte di vitamine (come la vitamina B12, spesso carente nelle diete vegetariane), minerali (come ferro e zinco) e acidi grassi essenziali
- Fibre: allo stadio larvale, contengono fibre, importanti per la salute dell’intestino
- Ipoallergenici (con cautela): sebbene alcune persone allergiche ai crostacei possano manifestare reazioni anche agli insetti, in generale sono considerati meno allergenici rispetto ad altre fonti proteiche animali
Trattandosi di animali a sangue freddo, la loro produzione sarebbe meno dispendiosa in termini energetici rispetto a uccelli e mammiferi. Un modo ecologico per produrre proteine, almeno in teoria.
Ed esistono già alcuni bio-allevamenti di insetti appartenenti a specie utili da impiegare in agricoltura biologica o per scopi di ricerca che potrebbero fornire dati in questo senso.
La sostenibilità degli allevamenti di insetti
Nell’allevamento di insetti a scopo di alimentazione umana, ci sono anche dei potenziali benefici per il Pianeta:
- Basso impatto ambientale: l’allevamento di insetti richiede meno risorse (acqua, terra, mangime) rispetto all’allevamento tradizionale di bestiame, e produce anche meno gas serra e ammoniaca
- Efficienza di conversione del mangime: gli insetti convertono il mangime in biomassa corporea in modo molto più efficiente rispetto agli animali da allevamento
- Riduzione degli sprechi alimentari: possono essere alimentati con scarti agricoli e alimentari, contribuendo a ridurre gli sprechi
- Biodiversità: esistono migliaia di specie di insetti commestibili, il che promuove la biodiversità e riduce la dipendenza da poche specie animali
Problemi del mangiare insetti
Se, da una parte, gli insetti sono efficienti produttori di proteine ed il loro allevamento è meno invasivo e più sostenibile di quelli di ovini e bovini, ci sono aspetti da considerare ed a cui bisognerà dare risposte:
- le biomasse necessarie a produrre volumi utili per il mercato
- lo smaltimento degli scarti
- il rischio di contaminare le specie selvatiche, assai probabile con animali di taglia tanto piccola e ad elevata mobilità
- la sicurezza alimentare è fondamentale, poiché gli insetti devono essere allevati in condizioni igieniche controllate per evitare contaminazioni e garantire la sicurezza alimentare. Norme e regolamentazioni sono necessarie per garantire la qualità del prodotto.
- la sostenibilità della raccolta in natura deve essere gestita in modo sostenibile per evitare di danneggiare gli ecosistemi
- gli ostacoli culturali che rappresenterebbero un limite alla diffusione di questo potenziale cibo, in Occidente l’entomofagia non è diffusa e può suscitare disgusto o riluttanza. Ma è già pratica diffusa in Oriente. Ma forse questo aspetto, con del buon marketing, sarebbe superabile, tuttavia penso che non si tratti di una soluzione adatta
Vantaggi delle proteine vegetali dagli alimenti come legumi
È curioso che l’UE abbia pensato all’entomofagia (cioè all’alimentarsi con gli insetti) e non a valorizzare un patrimonio già esistente: le colture proteiche ed i legumi in particolare, che sono un ottimo alimento e un’eccellente fonte proteica di origine vegetale, ricchi anche di folati, ferro e altri preziosi elementi.
Una dieta ricca di legumi e semi oleosi ha diversi vantaggi:
- un’azione stabilizzante della glicemia e limitano l’assorbimento dei grassi. Un più elevato consumo di proteine vegetali a scapito di quelle animali sarebbe poi anche un ottimo metodo per tagliare i costi sanitari per via della minore incidenza che si avrebbe di patologie quale obesità, malattie cardio-vascolari e diabete di tipo 2.
Poi c’è l’aspetto di consumo del suolo: a parità di quantità di proteine prodotte, la produzione di proteine di origine vegetale richiede molto meno suolo di quelle animali ed ovviamente non comporta lo stesso livello di emissioni di CO2 e altri gas serra. Per capirci (fonte: Food and Agriculture Organisation), da 1 ettaro di terra è possibile ottenere 1.680 kg di proteine della soia oppure una bistecca da circa 68 kg.
I legumi sono potenzialmente un patrimonio enorme sotto il profilo alimentare, gastronomico e biogenetico che faremmo bene a conservare. Secondo i dati di Civiltà Contadina, circa un secolo fa si stima che, solo in Italia, fossero presenti un migliaio di varietà solo di fagioli, senza considerare le altre specie di legumi. Oggi ne sono coltivate solo cinquanta. E poi da qualche anno in Europa, si coltiva anche soia, commercializzata come tale o sotto forma di prodotti derivati.
Quali alimenti sono fonti proteiche vegetali
Le fonti di proteine vegetali sono numerose, non c’è quindi da pensare a mangiare insetti, basta e seguire una dieta ricca di:
- soia, estremamente versatile è disponibile come tofu, tempeh, edamame, latte di soia, farina di soia, ed è ricca anche di fibre, ferro e isoflavoni
- lenticchie: di varietà duvesre, rosse, verdi, marroni, nere, sono facili da cucinare e ricche di fibre e ferro
- ceci: ottimi sia nelle zuppe che come creme quali hummus, zuppe, ed insalate, sono ricchi di fibre, folati e manganese
- fagioli: tantissime varietà, dai cannellini, ai borlotti, a quelli neri, rossi, pinto e azuki, sono uno dei cibi più versatili e ricchi di fibre e ferro
- piselli: possono essere freschi, secchi, surgelati e sono ricchi di vitamina C e fibre
- lupini: meno comuni, ma ricchi di proteine e fibre, si consumano dopo un ammollo prolungato per eliminare l’alcaloide tossico
- arachidi: sono tecnicamente dei legumi, ricchi di proteine, grassi sani e fibre, e se ne ricavano varianti come burro di arachidi, farina di arachidi, latte vegetale
Altre valide fonti sono i cereali e gli pseudo-cereali:
- Quinoa: completo di tutti gli amminoacidi essenziali, di fibre e ferro
- Avena: presenta fibre solubili, che aiutano a controllare il colesterolo e può essere ridotto in vari formati come fiocchi d’avena, farina d’avena, latte d’avena
- Segale: anche fibre e minerali, è ottenuta anche la farina di segale per fare il pane di segale
- Orzo: contiene fibre solubili e beta-glucani
- Grano saraceno: senza glutine, è ricco di fibre e magnesio
- Amaranto: senza glutine, è ricco di proteine, fibre e ferro
- Farro: molte fibre e proteine
Ed anche i semi costituiscono una ricca fonte di proteine veg, tra cui i semi di chia, i meno comuni semi di canapa, ed i vecchi semi di zucca, ma anche semi di girasole e semi di sesamo.
Alcune verdure a foglia verde o di colore verde come spinaci, broccoli, asparagi e cavoli, sono fonti vegetali di proteine, oltre che fibre, vitamine e folati.
Ed infine, anche la frutta a guscio contiene proteine e altri grassi sani, come le mandorle, le noci, le nocciole e gli anacardi.
Iniziative per valorizzare i legumi
Da anni giace nel cassetto del Parlamento europeo – nel l’intento di rilanciare il consumo di legumi – una proposta di risoluzione per modificare gli accordi del GATT (oggi WTO, World Trade Organisation) del 1982 che prevedevano una specializzazione agricola di USA ed UE rispettivamente su colture proteiche e cereali.
Quell’accordo ha comportato notevoli ricadute sullo stile alimentare e la ricerca dei due continenti: il consumo di legumi in Europa è diminuito nel corso dei decenni, sebbene di recente sembri in lieve ripresa soprattutto a seguito della diffidenza dei consumatori più attenti verso le moderne modalità di produzione di carne legate agli allevamenti intensivi.
Mancano campagne di informazione, investimenti sulla ricerca per il miglioramento delle varietà esistenti o per il recupero di quelle antiche, ricerca in ambito tecnologico-alimentare per offrire alternative accattivanti alla bistecca. Eppure si pensa agli insetti.
Se davvero l’entomofagia è la soluzione UE alla domanda di proteine a basso impatto ambientale, che non mi si venga poi a dire che sono strana perché mangio tofu…
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Ultimo aggiornamento il 15 Ottobre 2024 da Rossella Vignoli
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