Mangrovie, una grande risorsa per la salvaguardia del pianeta
Cosa sono, dove si trovano e perché sono così importanti
Le foreste di mangrovie rappresentano uno degli ecosistemi più importanti sul pianeta terra. Oltre ad essere delle vere e proprie oasi di biodiversità, queste piante sono estremamente importanti per il genere umano, anche perché contribuiscono all’economia globale. Nonostante la loro fondamentale importanza, le foreste di mangrovie stanno scomparendo e la loro totale distruzione sta diventando purtroppo realtà. Vanno protette, perché nessun altro ecosistema presente sul pianeta le può eguagliare.
Sommario
- Che tipo di piante sono le mangrovie?
- Mangrovie: caratteristiche
- Dove crescono le mangrovie?
- In quale ecosistema si trovano le zone salmastre e le foreste di mangrovie?
- Mangrovie in Italia
- A cosa servono le mangrovie?
- Mangrovie e CO2
- Legna da ardere
- Materiale da costruzione
- Fonte di nutrimento
- Produzione di miele
- Protezione dai raggi UV
- Riduzione dell’effetto serra
- Protezione da eventi estremi come tempeste e tsunami
- Protezione delle coste da erosione e inondazioni
- Assorbimento dei sedimenti sospesi
- Supporto per la fauna ittica, e non solo
- Produzione di biomassa
- Come influiscono le mangrovie con gli altri ecosistemi
- Perché le foreste di mangrovie sono considerate degli ecosistemi Blu Carbon?
- Che cos’è il carbone blu?
- Mangrovie in pericolo
Che tipo di piante sono le mangrovie?
Il termine generico mangrovie si riferisce a una serie di specie vegetali appartenenti avarie famiglie: Acanthaceae, Lythraceae, Combretaceae, Arecaceae e Rhizophoraceae.
Sono piante prevalentemente legnose, che si sviluppano sui litorali bassi delle coste marine tropicali, soprattutto nella fascia che, periodicamente, è sommersa dalla marea.
La loro caratteristica principale è quella di riuscire a colonizzare terreni con un elevato grado di salinità, che di solito è impossibile da sopportare per altre specie vegetali.
Mangrovie: caratteristiche
La mangrovia più diffusa può raggiungere i 10-11 metri di altezza. Ha foglie dure e spesse, lunghe da 5 a 15 cm. I fiori sono giallo chiaro e le radici aeree. Intricate e molto vistose, le radici emergono dall’acqua creando un fitto reticolo che sostiene il suolo sottostante, oltre che la pianta stessa. Il frutto, quando è ancora attaccato all’albero, ha una radice che si sviluppa velocemente verso il basso e poi, una volta toccato il suolo, darà vita a una nuova pianta.
Le mangrovie sono in grado di sopravvivere in habitat difficili, a diretto contatto con l’acqua di mare e sottoposte a maree e inondazioni. Riescono a vivere anche in carenza di ossigeno e su terreni poco ricchi di nutrienti.
Le radici aeree, non servono soltanto a fornire un sostegno alla pianta, ma, in presenza di acqua alta, sono anche in grado di assorbire ossigeno dall’aria.
Infine, poiché il sale marino è dannoso anche per le mangrovie, alcune specie riescono a filtrare l’acqua, espellendo poi il sale tramite le foglie. In altri casi, invece, il sale si concentra nelle foglie più vecchie e nella corteccia. Una volta che queste cadono, il sale torna direttamente in mare.
Dove crescono le mangrovie?
Le foreste di mangrovie si trovano a latitudini tropicali e subtropicali circostanti l’equatore. Crescono in densi boschi o foreste lungo gli estuari di marea, nelle paludi salmastre e sulle coste fangose. Sono infatti tra le pochissime piante terrestri esistenti che sono in grado di sopravvivere a contatto con l’acqua salata. Le più grandi foreste di mangrovie esistenti si trovano in Thailandia, Messico e Indonesia.
Sono invece del tutto assenti nelle zone fredde in quanto non riescono a sopravvivere alle basse temperature.
In quale ecosistema si trovano le zone salmastre e le foreste di mangrovie?
Le foreste mangrovie (mangrovieti) si trovano principalmente nelle zone marine tropicali e subtropicali di entrambi gli emisferi. Negli oceani Indiano e Pacifico ci sono i mangrovieti più ricchi in biodiversità.
In tutto il mondo, esistono circa 137.000 km quadrati di foreste di mangrovie, per un totale di 118 paesi.
Mangrovie in Italia
Alla diffusa domanda se ci sono mangrovie in Italia, la risposta è negativa. Nel bacino del Mediterraneo non si trovano mangrovie. Oltre ai luoghi dove le mangrovie sono presenti naturalmente, le possiamo però trovare dentro gli acquari. È infatti possibile far crescere alcuni semi in acquario, mantenendo le condizioni presenti in natura. Inoltre, è anche possibile far crescere delle piccole mangrovie anche in vasi, purché il substrato venga costantemente mantenuto umido.
A cosa servono le mangrovie?
Le mangrovie svolgono molteplici ruoli positivi. Anzitutto, le foreste di mangrovie giocano un ruolo molto importante nella lotta al cambiamento climatico. Esse, infatti, assorbono grossi quantitativi di CO2. Inoltre, proteggono le coste dagli effetti delle inondazioni, funzionando quindi come una sorta di infrastrutture naturali.
Al tempo stesso, le mangrovie sono anche una fonte di cibo e riparo per pesci e altri animali. Nonostante tutte queste meravigliose proprietà, purtroppo le mangrovie non sono immortali. Il cambiamento climatico, unito all’innalzamento dei mari, potrebbe spazzarle via.
Andiamo ad analizzare più nel dettaglio le risorse offerte dalle mangrovie.
Mangrovie e CO2
Le mangrovie assorbono l’anidride carbonica dall’atmosfera e la conservano per secoli nel terreno acquifero. Riescono infatti a conservare fino a 10 volte più anidride carbonica per ogni ettaro di terra rispetto alle “normali” e comuni foreste terrestri. Per questa loro capacità, costituiscono una vera e propria manna per la salute dell’intero pianeta.
Legna da ardere
I ramoscelli di mangrovie hanno un elevato potere calorifico e, per questo, vengono usati per produrre carbone e legna da ardere. Si pensi che una tonnellata di legna da ardere di mangrovia corrisponde a 5 tonnellate di carbone indiano, e in più, brucia producendo calore ma senza generare fumo.
Materiale da costruzione
Il legno di mangrovie, essendo piuttosto duro, viene anche impiegato come legname da costruzione. Le foglie, soprattutto quelle del genere Nypa, vengono utilizzate per rivestire di paglia tetti, stuoie e cestini.
Fonte di nutrimento
Le mangrovie costituiscono mangimi economici e nutrienti per bufali, pecore, capre e cammelli. Questi animali, sono infatti autorizzati a pascolare nelle aree di mangrovie. Questa pratica è molto comune in Paesi come l’India, il Pakistan e l’Indonesia.
Produzione di miele
Le mangrovie attirano le api mellifere e quindi facilitano le attività di apicoltura in particolari zone. Le foreste più grandi del mondo (le Sundarbans) permettono a 2.000 persone di lavorare in quanto sono impegnate ad estrarre circa 111 tonnellate di miele ogni anno, ovvero il 90% della produzione di miele dalle mangrovie in India.
Protezione dai raggi UV
Le mangrovie sono dotate di particolari meccanismi per affrontare i raggi solari intensi e le radiazioni solari UV-B. Questa loro capacità rende l’ambiente circostante libero dagli effetti nocivi delle radiazioni UV-B. Le specie di Avicennia, ad esempio, crescono in aree con forte luce solare e quindi si adattano senza problemi alle zone aride. Le specie rizoforacee mostrano invece una maggiore tolleranza ai raggi UV-B.
Riduzione dell’effetto serra
Le mangrovie sono tra le foreste più ricche di carbonio nei tropici. Attraverso il processo di fotosintesi clorofilliana, riescono a rimuovere la CO2 dall’atmosfera, andando così a ridurre gli effetti legati ai gas serra, una delle cause principali del riscaldamento globale.
Le mangrovie riescono ad assorbire più CO2 rispetto al fitoplancton negli oceani tropicali. Inoltre, mostrano un maggiore accumulo di biomassa all’aumentare dei livelli di CO2. La biomassa sotterranea molto elevata garantisce stabilità nei substrati morbidi in cui crescono queste piante. Tra il 55% e l’85% della biomassa fuori terra è contenuta nel tronco e nei rami legnosi; mentre il 15-17% della biomassa è contenuto nelle radici aeree
Protezione da eventi estremi come tempeste e tsunami
Le foreste di mangrovie proteggono la costa dalla furia di tempeste e cicloni. L’esempio eclatante è il super-ciclone avvenuto in India il 29 ottobre 1999 con una velocità del vento pari a 310 km/h. Nella maggior parte delle aree prive di mangrovie si è registrato il caos più assoluto con ben 10.000 morti. Praticamente nulla, è invece accaduto nelle regioni con fitte foreste.
Le foreste di mangrovie proteggono la costa anche dagli tsunami. Svolgono un effetto attenuante che dipende da due processi fisici dello tsunami: l’attacco delle onde e il flusso di rimorchio. La risposta agli attacchi delle onde dipende dalle caratteristiche fisiche della vegetazione stessa, mentre la risposta al flusso di traino si basa sulla “forza di trascinamento” causata dalle piante stesse, da cui consegue la prevenzione dell’erosione costiera.
Possiamo quindi dire che, il ruolo protettivo delle foreste di mangrovie dipende sia da caratteristiche proprie della vegetazione (densità della foresta, altezza, composizione delle specie, diametro delle radici e dei tronchi…) che dalle caratteristiche dello tsunami (altezza delle onde, periodo delle onde, profondità dell’acqua…).
Per la riduzione dei danni provocati da tsunami, le mangrovie risulterebbero più efficaci rispetto a strutture come dighe in cemento. Per dare l’esempio pratico, 30 alberi da 10 mq, in una fascia larga 100 m, possono ridurre la pressione massima del flusso di maremoto di oltre il 90%, se l’altezza dell’onda non supera i 5 m.
Protezione delle coste da erosione e inondazioni
Spesso, le inondazioni sono provocate da maremoti e/o forti piogge. Grazie al loro sistema radicale, le mangrovie sono in grado di proteggere le coste dalle inondazioni. Inoltre, possono impedire l’ingresso di acqua salata dal mare verso l’entroterra, proteggendo così i sistemi idrici sotterranei.
Con l’aumentare della densità della vegetazione, si riducono le onde. Le mangrovie riducono al minimo l’azione delle onde e, in questo modo, riescono a prevenire l’erosione della costa. Queste foreste formano delle vere e proprie “dighe viventi” che, ovviamente, sono molto più convenienti rispetto alle dighe artificiali.
Assorbimento dei sedimenti sospesi
Le foreste di mangrovie riescono ad intrappolare i sedimenti e quindi agiscono come “pozzi di assorbimento” dei sedimenti sospesi. Catturano i sedimenti dall’acqua di mare tramite le radici aeree. Le particelle sospese si depositano quindi nelle foreste durante la bassa marea. Questi sedimenti riescono a trattenere nutrienti. Nello specifico, le foreste partecipano al riciclo di carbonio, zolfo e azoto.
Le mangrovie riescono inoltre a sopravvivere anche allo scarico di rifiuti organici prodotti dall’uomo. Questa capacità è dovuta a 3 fattori:
- il flusso, attraverso l’habitat, disperde i rifiuti su vaste aree
- la vegetazione stessa filtra i nutrienti dall’acqua
- i sedimenti delle mangrovie, le alghe, e i microbi assorbono grandi quantità di inquinanti
Ve infine ricordato che i sedimenti hanno un’elevata capacità di assorbire e trattenere i metalli pesanti, prevenendone così la diffusione sulle limitrofe zone costiere. I metalli pesanti, non vengono comunque assorbiti dalle piante grazie a specifici adattamenti fisiologici che ne impediscono l’accumulo.
Supporto per la fauna ittica, e non solo
Le foreste di mangrovie sono molto importanti per la produzione ittica. Per molte specie di pesci sono una sorta di “vivaio”. Quasi l’80% della pesca dipende – in maniera diretta o indiretta – dalle mangrovie e da altri ecosistemi costieri. Ma oltre ai pesci, le mangrovie sostengono anche una varietà di animali selvatici come cervi, coccodrilli, tartarughe marine, scimmie, serpenti, maiali, gatti selvatici, le tigri del Bengala, insetti e uccelli vari.
Le parti che si staccano dalle piante di mangrovie (foglie, steli, fiori, frutti…), quando cadono, vengono decomposti dai microrganismi presenti nel terreno. In questo processo, vengono rilasciati nutrienti che vanno ad arricchire le acque circostanti. La materia organica decomposta, in aggiunta alla biomassa microbica, diventa un prodotto ricco di proteine e molto utile come alimento per una grande varietà di organismi.
Produzione di biomassa
Lo strato composto dai detriti e dai resti delle mangrovie, come foglie, semi, rami… prende il nome di “lettiera”. Questa è un’importante fonte di carbonio che contribuisce in maniera significativa al ciclo globale del carbonio. La biomassa delle foreste di mangrovie può infatti raggiungere 700 t/ha.
Ovviamene, stress specifici dell’habitat (suoli poveri, aridità…) possono causare variazioni nella produzione di lettiera.
La decomposizione della lettiera contribuisce alla produzione di materia organica disciolta, potenzialmente utile per arricchire le acque costiere e sostenere e alimentare la pesca.
Come influiscono le mangrovie con gli altri ecosistemi
Le mangrovie contribuiscono a complesse reti alimentari.
La vegetazione vivente è una preziosa risorsa alimentare per insetti, crostacei e alcuni vertebrati. Tuttavia, la maggior parte della produzione primaria delle mangrovie viene trasferita ad altri livelli trofici, tramite la caduta di resti vegetali e la loro decomposizione.
Le foreste di mangrovie producono carbonio organico. Parte di questa materia organica si accumula nei sedimenti, mentre grandi quantità possono essere trasportate al largo, per supportare le comunità marine e le barriere coralline. I nutrienti vengono infatti rilasciati in mare e aiutano nella moltiplicazione dei produttori primari, come il plancton. Inoltre, i microrganismi si moltiplicano nella materia organica in decomposizione, che forma un detrito ricco di proteine, poi consumato dai pesci detritivori e dagli avannotti.
Perché le foreste di mangrovie sono considerate degli ecosistemi Blu Carbon?
Le foreste di mangrovie sono in grado di assorbire l’anidride carbonica presente nell’aria e di immagazzinarla nei loro terreni.
Che cos’è il carbone blu?
Blue carbon (o carbonio blu) è il termine usato per identificare l’anidride carbonica eliminata dall’atmosfera dagli ecosistemi oceanici e costieri della Terra, tramite la continua crescita e rigenerazione delle piante marine e all’accumulo e al sotterramento di materia organica nel suolo.
Mangrovie in pericolo
Nonostante la loro fondamentale importanza, le mangrovie stanno purtroppo scomparendo ad una velocità impressionante. Tra gli anni 2001 e 2012, il mondo ha perso tra il 35 e le 97 miglia quadrate di foreste di mangrovie ogni anno.
Le cause della distruzione di questo fragile ecosistema sono varie:
- il disboscamento, effettuato sia per la richiesta di legna che per far posto alle acquacolture di gamberi intensive
- la produzione di medicinali, cosmetici e insetticidi
- innalzamento della temperatura globale, dell’aria e dell’acqua
- innalzamento del livello del mare che provoca irruente ed improvvise inondazioni che distruggono intere foreste
- l’intensificazione delle precipitazioni
- turismo
Possiamo quindi concludere dicendo che, se è vero che queste piante sono un fedele alleato nella lotta contro il cambiamento climatico, è altrettanto vero che le stesse foreste di mangrovie subiscono negativamente gli effetti dello stesso.
Ultimo aggiornamento il 23 Febbraio 2022 da Rossella Vignoli
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