Quando il massaggio cardiaco lo ricevono gli animali
Forse faticherete a crederlo, ma il massaggio cardiaco – la tecnica di primo soccorso spesso salvavita – non è a beneficio solamente di noi umani. Non dovrete stupirvi, quindi, nel caso vi trovaste di fronte a dei soccorritori che, con abili pressioni sul petto e insufflazioni via naso, riescano a riportare in vita animali piccoli e grandi, quali criceti, scimmie, tigri, aquile e panda.
Molte organizzazioni, tra cui la Croce Rossa, tengono corsi di primo soccorso per cani e gatti che includono il massaggio cardiaco. Tutti possiamo così imparare quei semplici accorgimenti che servono a salvare i nostri amati amici a quattro zampe.
Volete sapere quali sono? Bene, prima di tutto accertate che l’animale non stia soffocando a causa di un oggetto esterno. Controllate poi se respira e, in caso negativo, ponetelo sul fianco destro su una superficie stabile. Se avvertite la presenza del battito cardiaco, chiudetegli la bocca e immettete aria nel naso per 12-15 volte al minuto, finché non si espande il petto.
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Se invece non sentite le pulsazioni, niente paura, agite col massaggio cardiaco. Una mano sotto al cuore e l’altra sopra a comprimere dolcemente: 100-150 volte al minuto per gli animali piccoli, 200-120 volte per quelli di grande dimensione, alternando con la respirazione in attesa che si verifichi il miracolo della “resurrezione”.
Non dimenticate però di andar cauti con i gatti e altri piccoli animali. In questi casi non serve certo l’intero palmo della mano, ma una semplice compressione col pollice e l’indice, uniti in un dolce movimento salvavita. Spesso i successi sono dovuti alla perizia di veterinari ed esperti che lavorano all’interno di parchi, riserve e zoo, purtroppo però gli interventi a buon fine non rappresentano una percentuale altissima. Le maggiori possibilità di salvezza si riscontrano nei casi di annegamento o shock elettrico.
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Nella speranza che i dati migliorino, ci confortiamo con lo splendido esempio della giovane turista di uno zoo tedesco che, nel 2008, salvò un cucciolo di tigre a rischio soffocamento. La donna riuscì miracolosamente a estrarre il blocco dalla gola del felino, riportandolo poi in vita dopo quattro minuti di massaggio cardiaco. Ancora oggi il suo nome sponsorizza lo zoo. Certi gesti non si possono davvero dimenticare.
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