Mucche a basse emissioni: la Frisona batte tutti
Il gas metano è il combustibile fossile più utilizzato nelle città italiane. La sua utilità è indubbia, ma ciò che non risulta ancora chiaro è il suo peso nella creazione di inquinamento. Molte industrie continuano a sostenere che sia il gas più rispettoso dell’ambiente, ma la maggioranza degli studiosi concorda sul fatto che sia responsabile per il 20% dell’effetto serra.
In genere si trova nel sottosuolo, insieme ai giacimenti di petrolio. Ma può essere presente anche in superficie: come ormai è noto infatti, grandi produttrici di questo gas sono le mucche. A causa dell’alimentazione e del continuo ruminare, circa un terzo del metano presente sulla terra proviene dalle loro… emissioni!
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Il progetto finanziato dall’Unione Europea RuminOmics vede diversi prestigiosi Istituti di ricerca europei, tra cui l’Università Cattolica di Piacenza, impegnati nel tentativo di ridurre gli impatti ambientali degli allevamenti bovini controllando la nutrizione, la digestione e quindi la produzione di metano.
L’idea è di trovare la giusta combinazione tra le caratteristiche genetiche delle mucche e l’alimentazione attraverso anche un’analisi metagenomica dei batteri ruminali presenti nello stomaco dei bovini, ovvero i responsabili della produzione del gas.
I ricercatori stileranno infine una classifica degli allevamenti più sostenibili considerando le caratteristiche delle diverse produzioni zootecniche. In base ai risultati ottenuti finora, la razza bovina più ecosostenibile della Pianura Padana è la Frisona.
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La sua produzione di metano è inferiore rispetto a quella degli animali da pascolo, grazie soprattutto a un’alimentazione più controllata. E inoltre la Frisona da allevamenti intensivi richiede meno superficie agricola, senza che l’ottima qualità del suo latte ne risenta.
La collaborazione tra allevatori e ricercatori sarà fondamentale per lo sviluppo di nuove tecniche: gli allevamenti sostenibili ormai non sono più un’opzione, ma una vera e propria necessità per il futuro della produzione alimentare.
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Ultimo aggiornamento il 23 Marzo 2024 da Rossella Vignoli
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