La Nandina, l’agrifoglio dell’Oriente
Varietà e consigli utili per la cura e la coltivazione
Conosciuta anche come bambù sacro, la Nandina appartiene alla famiglia delle Berberidaceae. È una specie originaria della parte orientale del continente asiatico: la si trova infatti dall’Himalaya fino al Giappone.
Andiamo a conoscerla meglio e a scoprire tanti trucchi per poterla coltivare anche nei nostri giardini.
Sommario
- Nandina: caratteristiche della pianta
- Origine della Nandina
- Nandina: varietà
- La Nandina è velenosa?
- Coltivazione della Nandina
- Concimazione
- Potatura della Nandina
- Coltivazione in vaso
- Moltiplicazione
- Impianto o messa a dimora
- Malattie e altre avversità
- Cure e trattamenti
- Utilizzi
- Abbinamenti
- Curiosità sulla Nandina
- Altri approfondimenti tematici
Nandina: caratteristiche della pianta
Si tratta di un arbusto sempreverde, o semi-sempreverde, dalla forma tondeggiante, che può raggiungere (a seconda della varietà) i 150-180 cm di altezza.
Vediamo più nello specifico le sue caratteristiche:
- fusti: eretti, scarsamente o per nulla ramificati. portano le foglie sono nella parte dei due terzi superiori, la base è spoglia
- foglie: diverse a secondo della varietà. Possono essere più o meno grandi, pennate, ovali o lanceolate. Anche la colorazione è differente a seconda della coltivar; in genere in estate sono di un bel verde brillante per poi assumere le calde sfumature rosso-aranciate in autunno
- fiori: bianchi con antere gialle, sono riuniti in ampi grappoli, e fanno la loro comparsa in primavera
- bacche: compaiono in autunno e perdurano per tutto l’inverno. Sono rosse e tossiche
Origine della Nandina
Nota anche bambù sacro, è originaria dell’Asia, dove ancora oggi è ampiamente coltivata. In Oriente è considerata un simbolo benaugurale e, pertanto, viene piantata in prossimità di templi ed utilizzata per adornare gli altari.
William Kerr, nobile scozzese, la importò a Londra da Canton nel 1804 e da quel momento gli inglesi impazzirono per questa pianta e cominciarono a coltivarla nei loro giardini.
Etimologia: origine del nome Nandina
Il nome Nandina le venne attribuito da Carl Peter Thunberg, botanico svedese, allievo di Linneo, che distorse il nome con cui viene chiamata in Giappone, ovvero Nan-Ten.
Nandina: varietà
Le varietà sono davvero tante. Alcune più facili da reperire ed altre un po’ più rare.
Alcuni esempi:
- Nandina “Alba”, presenta foglie verde-giallo e bacche bianco-crema, anzichè rosse
- Nandina “Compacta”, dal portamento compatto, le sue foglie increspate in estate, da rosso sfumato in inverno assumono una tonalità più accesa
- Nandina “FirePower”, dal portamento basso e compatto, presenta foglie verde-giallo in estate, che in inverno virano a sfumature rosso-arancio
- Nandina “GulfStream”, cresce molto lentamente e le sue foglie sono verde-blu intenso in estate e rosse in inverno. Non produce bacche.
- Nandina “Atropurpurea Nana”, dalle foglie rosso-porpora, necessita di una esposizione più ombreggiata rispetto alle altre varietà.
- Nandina “San Gabriel” o “Filamentosa”, abbastanza rara da trovare, è caratterizzata da foglie molto strette. Non fruttifica, ma in compenso in autunno le sue foglie assumono una stupenda tonalità porpora.
- Nandina “Harbor Dwarf”, una delle specie più diffuse.
- Nandina “Blush Pink”, le foglie giovani tendono al rosa poi, con il passare del tempo diventano prima verdi e poi rosse
- Nandina “Obsessed”, selezionata e brevettata di recente, vanta un fogliame denso e molto fitto.
- Nandina “Wood Dwarf”, in inverno ha un fogliame denso color rosso cremisi.
Tra le tante cultivar, vediamo ora quali sono quelle più apprezzate a scopo ornamentale. Provate a cercarla nei negozi di verde, nei vivai e anche online.
Nandina Alba
Alta circa 1,80 cm, in primavera fiorisce formando pannocchie di piccoli fiori bianchi molto delicati ai quali seguono bacche color crema.
In Inghilterra questa varietà è conosciuta come Nandina domestica White berry. Si coltiva al sole ma anche a mezz’ombra, in qualsiasi tipo di terreno, purché ben drenato, fresco e fertile, e anche in vaso. Resiste bene all’inquinamento urbano.
Nandina Moyers Red
I suoi steli verticali ricordano il bambù. Le foglie sono delicate, di un bel verde lucido in estate, che diventa viola-rossastro in inverno.
In primavera fanno la loro comparsa i fiori, riuniti in racemi apicali, di colore rosato. In autunno maturano le bacche rosso cremisi, che persistono sui rami per tutto l’inverno.
Nandina domestica Royal Princess
Si tratta di un arbusto a crescita verticale, formato da steli eretti ricoperti da fogliame bordeaux in primavera e rosso arancio in autunno.
In primavera-estate produce fiori bianco-rosati che sbocciano a grappoli alle estremità dei rami. In autunno maturano bacche rosse.
È un cultivar che si adatta al sole e all’ombra. Resiste alla siccità e alle temperature invernali molto rigide.
Nandina domestica Umpqua warrior
Varietà che si trova spesso anche nei parchi pubblici, è un arbusto a portamento eretto con rami verticali che, nel pieno sviluppo vegetativo, può arrivare a 2,5 metri di altezza.
Le foglie pinnate sempreverdi in autunno diventano viola-rossastro. I fiori bianchi a forma di stella si formano all’interno di lunghe pannocchie coniche.
In autunno maturano grappoli di bacche rosse che perdurano sui rami per tutto l’inverno.
Nandina Firepower
Varietà nana originaria del Giappone. Forma arbusti compatti alti circa 60 cm, con foglie rossastre-aranciate che in autunno diventano rosso fuoco. In estate compaiono i fiori, piccoli, bianchi e raccolti in spighe terminali.
È una delle più belle piante resistenti al freddoe, sopravvive ad una temperatura minima di -5° ed è perfetta per i giardini poco spaziosi e come bordura di vasche e angoli ombreggiati.
La Nandina è velenosa?
Si tratta di una pianta tossica in tutte le sue parti, fiori, bacche e radici, che contengono acido cianidrico.
Le sue bacche, lievemente tossiche per l’uomo, sono letali per gatti, animali domestici, gli animali da pascolo, uccelli e roditori.
Coltivazione della Nandina
È una pianta che non ha particolari esigenze colturali o di potatura e viene bene anche in vaso. Ecco i parametri per garantire una buona crescita e per mantenerla in buona salute.
- Terreno: da preferire i terreni freschi e soffici, neutri o leggermente acidi, purchè ben drenati
- Esposizione: una buona esposizione al sole in estate favorisce la caratteristica colorazione rossastra nella stagione autunno-inverno. Evitare i luoghi troppo esposti al vento forte.
- Clima: essendo una pianta rustica e resistente, riesce a sopportare i clima freddi; ma se coltivata in vaso, all’inizio dell’inverno va ricoverata in ambiente riparato
- Irrigazione: mantenere il terreno sempre leggermente umido ma facendo attenzione ad evitare i ristagni d’acqua.
Concimazione
Fertilizzate periodicamente con del concime organico granulare a lento rilascio ricco in macro e microelementi. In estate, limitatevi ad una volta al mese, utilizzando un fertilizzante liquido per piante fiorite.
Potatura della Nandina
Per avere una pianta sana e rigogliosa e per favorire lo sviluppo di un denso fogliame, in primavera è consigliato rimuovere i rami secchi e potare alla base del ramo quelli più vecchi.
Accorciate inoltre i rami più lunghi. Se possibile, evitate di rimuovere dalla pianta più del 30% della massa totale.
Coltivazione in vaso
Ad eccezione delle varietà più voluminose, le diverse specie possono essere facilmente coltivate anche in vaso. L’importante è che abbia dimensioni adeguate allo sviluppo dell’apparato radicale e della chioma.
Il contenitore ideale deve essere largo almeno 40 cm e profondo 50 cm.
Al momento della messa a dimora, scegliere un substrato che favorisca il drenaggio dell’acqua, miscelando ad esempio tre parti di terriccio universale e una di torba.
Moltiplicazione
Si moltiplica per seme, per divisione dei polloni basali e mediante talea semi-legnosa.
Moltiplicazione per seme
La semina si effettua in primavera usando i semi raccolti in autunno. Si tratta di una tecnica di moltiplicazione poco utilizzata, in quanto i semi non sono sempre fertili e le piante presentano caratteristiche diverse da quella originale.
Propagazione per talea
La riproduzione avviene soprattutto per talea. Quelle talee semi-legnose vanno prelevate in primavera o in estate, quelle legnose a inizio autunno.
Con cesoie affilate e disinfettate, si prelevano gli apici dei rami, si asporta gran parte delle foglie e si accorciano le foglie apicali.
Interrare quindi le talee in un terriccio umido e fresco, e mantenere in luogo ombreggiato. Annaffiare con frequenza.
Propagazione dei polloni basali
Asportare i polloni che crescono ai piedi della pianta. Ognuno deve avere un paio di radici ben sviluppate.
Impiantare in un terriccio sciolto e ben drenato fino a quando non compaiono nuovi germogli.
Impianto o messa a dimora
Le piante vanno interrate nel terreno ben lavorato fino all’altezza del colletto e dopo aver compattato tutto intorno. Vanno annaffiate abbondantemente.
Malattie e altre avversità
Pur essendo una pianta rustica, può essere colpita dagli afidi, soprattutto in primavera. Mentre in estate sotto le foglie si annidano facilmente gli acari.
Tra le malattie fungine soffre il marciume delle radici provocato dall’eccessivo apporto idrico.
Cure e trattamenti
In caso di inverni particolarmente rigidi, la pianta va protetta ricoprendo la porzione di terreno vicina alle radici con una pacciamatura di foglie secche o altro materiale.
Utilizzi
Generalmente viene impiegata:
- come siepe
- in vaso
- in pieno campo
Se coltivata in vaso, la sua crescita può essere più lenta e potrebbero essere necessarie più irrigazioni e concimazioni.
L’ideale sarebbe tenerla in terra, scavando delle buche e mettendo a dimora le piantine acquistate ad una distanza media l’una dall’altra di almeno 50-60 cm.
Per avere una bellissima siepe fiorita, il terreno deve essere ben drenato, esposto al sole o a mezz’ombra.
Abbinamenti
Coltivate in pieno sole si abbinano perfettamente con varietà di Kniphofia a fiori rosso, arancio o giallo. Quelle coltivate a mezz’ombra possono essere accompagnate da piante di Hosta plantaginea o Hemerocallis.
Curiosità sulla Nandina
Chiamata anche in inglese paradise bamboo e sacred bamboo, perchè in alcuni Paesi dell’Asia è considerata una pianta sacra, per tale motivo viene coltivata in prossimità dei templi.
Una vecchia tradizione giapponese esorta ad affidare le proprie paure e i propri incubi ad una pianta di Nandina domestica, in modo da entrare sotto la sua protezione ed essere liberati dalle nefaste conseguenze.
Per questo motivo all’ingresso delle abitazioni e dei templi, vengono spesso collocate queste piante proprio per scacciare la sfortuna.
Le bacche ornano spesso gli altari dei templi e nel periodo di Capodanno vengono regalate come augurio di buona fortuna.
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