Napoli sprofonda ma nessuno ne parla
I motivi di questo ciclico abbassamento sono attività vulcanica e compattamento dei sedimenti
Napoli sprofonda, ma sembra che a nessuno importi, e non se ne parla. Un po’ come la canzone ‘Napule è na carta sporc, e nisciun se ne ‘mport’, di Pino Daniele, una delle sue più famose. Subsidenza, attività vulcanica e compattamento dei sedimenti, sono i motivi di questo abbassamento dell’area su cui sorge la capitale campagna ed i responsabili di questo movimento verso il basso. Vediamo i dati e anche cosa si può fare.
Sommario
Napoli sprofonda
L’Istituto nazionale di Geofisica e di Vulcanologia di Napoli ha evidenziato che la città sprofonda, dopo uan srie di riliev confrontati nel tempo e con dati storici. L’indagine è stata condotta da Carlo Terranova, Giuseppe Vilardo, Roberto Isaia, Enrico Iannuzzi, tutti ricercatori dell’INGV, e Francesca Pignataro, del dipartimento Pianificazione Urbanistica del Comune di Napoli.
Gli studiosi hanno messo a confronto i dati radar acquisiti dai satelliti europei ERS (1992 – 2001) e dal satellite canadese Radarsat 1 (2003 – 2007).
Vediamo i quartieri interessati dal pericolosissimo sprofondamento.
Partendo dal quartiere risultato maggiormente sprofondato, ossia il Quartiere Stella, la discesa del suolo è stata di 9,1 ml all’anno tra il 1992 ed il 2001, mentre 10,3 ml ogni dodici mesi tra il 2003 ed il 2007. Le cause probabili, oltre che naturali, sono legate alla presenza di viadotti e di grandi impianti sotterranei per lo stoccaggio e per la distribuzione di acqua potabile.
Per quanto riguarda invece l’area tra i quartieri Posillipo, Bagnoli e Fuorigrotta, tra il 1992 ed il 2001 i radar hanno registrato la discesa del suolo di 3,9 ml all’anno; mentre tra il 2003 ed il 2007 la subsidenza è stata di 2,8 ml. Circa le cause, i ricercatori dell’Ingv propendono per l’influenza che potrebbe avere esercitato il bradisismo flegreo.
Al Vomero-Arenella, invece, tra il 1992 ed il 2001 il suolo è sceso di 7,4 millimetri all’anno. Tra il 2003 ed il 2007 di 5,2 millimetri all’anno.
A Piazza Municipio il suolo si è abbassato di 1 ml all’anno tra il 1992 ed il 2001; di 5,2 ml ogni dodici mesi tra il 2003 ed il 2007. Valori più elevati in Piazza Garibaldi: 1,1 ml all’anno tra il 1992 ed il 2001 e 7,8 ml ogni dodici mesi tra il 2003 ed il 2007. Per queste due piazze hanno influito molto i lavori per la realizzazione della metropolitana.
A Poggioreale invece si è registrato meno 2,8 millimetri annui tra il 1992 ed il 2001 e meno 6,3 ml ogni dodici mesi tra il 2003 ed il 2007. Il fenomeno, suppongono i geologi, è legato alle acque soggiacenti. Del resto, qui un tempo ci passava un fiume: il Sebeto. Non a caso, quando piove, le strade si allagano puntualmente, proprio perché il fiume (chiamato dagli antichi O’ Ciummariello) tenta di riprendere il suo tetto.
Capodichino: anche nel quartiere che ospita l’aeroporto, i radar hanno individuato un’area specifica di scivolamento del suolo: 5.7 millimetri all’anno tra il 1992 ed il 2001; 10,6 millimetri annui tra il 2003 ed il 2007.
Perché Napoli sprofonda
Ci sono diverse cause per questo ‘abbassamento’ del terreno, soprattutto geologiche.
- Vulcanismo: Napoli è situata vicino a due aree vulcaniche attive: il Vesuvio e i Campi Flegrei. Qui in particolare, la caldera vulcanica attiva che presenta fenomeni di bradisismo, lenti movimenti verticali del suolo. I movimenti del magma e i cambiamenti nella pressione sotterranea possono influenzare la stabilità del suolo. Questi movimenti possono influenzare anche l’area di Napoli, contribuendo all’abbassamento o al sollevamento del terreno. Si tratta di fenomeni ciclici, con periodi di sollevamento e abbassamento.
- Subsidenza: dovuta a fattori tettonici naturali
- Compattamento dei sedimenti: gran parte della città di Napoli è costruita su depositi vulcanici e alluvionali relativamente recenti e non ancora completamente consolidati. Il peso degli edifici e delle infrastrutture contribuisce al compattamento di questi sedimenti, causando un abbassamento del suolo. Questo fenomeno è particolarmente evidente nelle aree costiere e pianeggianti. Qui l’erosione costiera ed i cambiamenti nei depositi sedimentari hanno alterato la topografia locale.
A pesare la costruzione di numerosi edifici, parcheggi multipiano e la presenza di falde sotterranee. Lo sprofondamento di Napoli è un fenomeno complesso influenzato da molteplici fattori geologici e antropici ed, in particolare, all’urbanizzazione selvaggia.
Da quando Napoli sprofonda
Il fenomeno della subsidenza a Napoli è noto da tempo, ma la sua entità e le sue cause sono state studiate in modo sistematico solo negli ultimi decenni. Il bradisismo nell’area flegrea è un fenomeno ciclico che si manifesta da secoli.
Come si può risolvere o mitigare
Risolvere completamente il problema della subsidenza naturale dell’area napoletana è difficile, ma si possono adottare misure per mitigarne gli effetti:
- Monitoraggio costante dei movimenti del suolo, per prevedere e gestire i rischi associati alla subsidenza
- Pianificazione urbanistica oculata, che tenga conto della subsidenza, può limitare la costruzione di nuovi edifici nelle aree più a rischio
- Tecniche di costruzione, come fondazioni profonde e strutture resistenti ai movimenti del terreno, per ridurre l’impatto della subsidenza sugli edifici
- Controllo dell’estrazione delle acque sotterranee il cui sfruttamento negli anni ha contribuito al compattamento dei sedimenti e quindi alla subsidenza
- Interventi di consolidamento del terreno per ridurre la subsidenza
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Ultimo aggiornamento il 8 Novembre 2024 da Rossella Vignoli
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