Allo studio nuovi rivestimenti per produrre, immagazzinare e rilasciare energia
In Gran Bretagna, come negli Stati Uniti, e in altre aree del mondo. Università e centri di ricerca sono al lavoro per trovare un’alternativa all’annoso problema dei pannelli fotovoltaici, efficaci sì ma anche costosi, antiestetici e difficili da smaltire.
L’obiettivo è produrre elettricità su supporti che ben si integrino con le architetture dei centri abitati e con il paesaggio, addirittura invisibili, negli intenti degli scienziati. Ecco allora che molti laboratori stanno puntando sui rivestimenti per i tradizionali materiali da costruzione, che però catturino e immagazzinino l’energia solare, rendendo gli edifici delle vere e proprie ‘centrali elettriche’.
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Per esempio, un‘équipe di ricercatori guidata dalla Swansea University, in Galles e Imperial College, a Londra, sta lavorando ad una speciale vernice, contenente grafite di carbonio, quella delle matite per intenderci, per rivestire alluminio e vetro e renderli così in grado di produrre elettricità.
La grafite è un ottimo conduttore e si attiva anche a contatto con una fonte solare. Negli esperimenti si applica questo rivestimento su vetro, plastica o ferro, tipici materiali da costruzione, che poi vengono posti in una soluzione d’inchiostro colorato. In questo modo, vengono resi capaci di immagazzinare e rilasciare la preziosa energia.
Grazie a questa tecnologia per il rivestimento, tutti gli edifici potrebbero diventare una fonte energetica affidabile che contribuirebbe alla diffusione delle rinnovabili.
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Dall’altra parte dell’oceano, i ricercatori statunitensi della Notre Dame University hanno invece messo a punto una vernice composta da una miscela di materiali polimerici e particelle di biossido di titanio, rivestite con solfuro e seleniuro di cadmio, sospesa in una soluzione idro-alcolica per creare una pasta. Ricoprendo con questa pasta un buon conduttore ed esponendo il tutto alla luce, si può generare elettricità.
La sperimentazione di Sun-Believable, così è stata battezzata la speciale vernice, risulta in fase avanzata. I ricercatori sono ora concentrati in particolar modo sull’abbattimento dei costi di produzione e il miglioramento dell’efficienza, al momento infatti la capacità energetica della vernice è dieci volte minore rispetto ai pannelli al silicio.
Tuttavia i margini di miglioramento sono ampi e ci sembra che questa sia una buona via alternativa ai pannelli solari.
Ultimo aggiornamento il 30 Ottobre 2024 da Rossella Vignoli
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