Ormai il 88% dell’oceano è coperto di plastica
E’ allarme ambientale ma nessuno ne parla, la maggior parte dell’oceano è coperto di plastica, siamo ormai al 90% e sembra aumentare.
Ricerche scientifiche sempre più recenti, evidenziano la drammatica situazione di inquinamento in cui versano le acque del nostro pianeta.
Un recentissimo studio riporta che quasi il 90% delle superfici oceaniche sono inquinate da detriti plastici. Questo sta generando nuovi allarmi relativamente alla conservazione della vita marina e all’impatto che l’inquinamento potrebbe avere sulla catena alimentare animale.
Andres Cozar, ricercatore dell’Università di Cadice e autore della pubblicazione “Rifiuti plastici in mare aperto“, ha preso parte, nel 2010, alla spedizione scientifica Malaspina, durante la quale sono stati prelevati oltre 3.000 campioni di acqua dell’oceano, in tutto il mondo. Il risultato dello studio mostra che nell’88% delle acque oceaniche sono state reperite particelle microplastiche; questo particolato è molto resistente (centinaia di anni) e genera allarme circa la salvaguardia delle specie marine e l’impatto che potrebbe avere il suo ingresso nella catena alimentare.
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Oggi si stima che l’ammontare di rifiuti plastici abbandonato negli oceani possa aggirarsi tra le 7.000 e le 35.000 tonnellate. Gran parte di questa spazzatura si concentra a nord dell’Oceano Pacifico, 12.500 tonnellate, contro le 6.700 stimate nella zona nord dell’Oceano Atlantico. Questo, probabilmente, per effetto della maggiore densità umana presente nel Sudest Asiatico. Le acque meno inquinate dalla plastica risulterebbero essere quelle dell’Oceano Indiano, con ‘solo’ 5.000 tonnellate.
Le ricerche hanno consentito anche di individuare delle zone di accumulo dei rifiuti. Nell’Oceano Pacifico, sono state individuate un’area ad Ovest degli Stati Uniti ed una nella parte Sud del Sud America. Per l’Atlantico invece, troviamo grandi concentrazioni tra Stati Uniti ed Africa e ad est e ovest dell’Africa Australe, dove confluiscono i due oceani Atlantico e Indiano.
Quello che preoccupa maggiormente gli studiosi è quanto sia effettivamente vasto il fenomeno di dispersione dei microplastici nell’acqua. Oggi, infatti, le misurazioni escludono frammenti di dimensioni minori (parliamo di micron), che, con la loro presenza, potrebbero rappresentare una quantità molto importante. Per questa ragione resta sconosciuto l’impatto reale che tale inquinamento sta avendo sugli oceani e su tutto l’ecosistema ad essi connesso.
E’ ragionevole pensare che la plastica sia oramai entrata nell’ecosistema degli organismi marini e della fauna correlata, diventando parte della catena alimentare. Ma gli effetti e le conseguenze di questa intromissione, purtroppo, restano ancora sconosciuti, sebbene non lascino presagire nulla di positivo per la salute dell’ambiente e dell’uomo.
Ultimo aggiornamento il 30 Dicembre 2014 da Rossella Vignoli
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