Esistono anche gli oli lubrificanti biodegradabili
Cosa sono e perché sono importanti per l'ambiente
Quando parliamo di corretto riciclo o smaltimento degli olii pensiamo solo a quelli derivati dall’uso domestico ma in realtà le quantità (e i pericoli) maggiori arrivano dagli oli e lubrificanti per uso industriale. E soprattutto quelli di origine minerale costituiscono una pericolosa fonte di inquinamento perché spesso sono sversati nell’ambiente o addirittura dispersi in modo accidentale durante l’utilizzo. Esistono però dei nuovi prodotti, degli oli lubrificanti biodegradabili, che limitano glie effetti negativi sull’ambiente rispetto a quelli minerali. Vediamo di capire meglio di che si tratta.
Sommario
A cosa servono gli oli lubrificanti
Servono a ridurre l’attrito tra superfici metalliche in movimento, minimizzando l’usura, il calore generato e il consumo energetico.
L’impiego industriale degli oli è molto ampio, servono infatti sia per lubrificare grandi macchinari (nel settore ferroviario e nelle macchine per il movimento terra) che piccoli componenti in movimento (gli ingranaggi, i cuscinetti), inoltre se ne fa largo uso nei motori endotermici delle auto e dei camion, e sono fondamentali nei sistemi idraulici e nei compressori.
E anche nei settori alimentare e farmaceutico si fa largo uso di lubrificanti che, impiegati nei macchinari
di produzione, devono garantire che non vi sia pericolo di tossicità in caso di contatto accidentale con il prodotto finale, che deve essere ingerito.
Che caratteristiche hanno gli oli lubrificanti minerali
Oltre a ridurre l’attrito tra superfici, aiutano anche a dissipare il calore generato dall’attrito, mantenendo le temperature di esercizio entro limiti accettabili e prevenendo il surriscaldamento dei componenti.
L’olio rimuove dalle superfici anche le particelle di sporco ed i detriti, prevenendo l’accumulo di depositi che potrebbero danneggiare le parti meccaniche. Si crea dunque una sorta di barriera protettiva tra le superfici, che previene la corrosione causata dall’umidità, dall’ossigeno o da altri agenti corrosivi. Inoltre, alcuni sistemi idraulici li usano per trasmettere potenza e movimento.
Possono agire come sigillanti, impedendo la fuoriuscita di fluidi o l’ingresso di contaminanti, ed in alcuni casi, contribuiscono ad assorbire urti e vibrazioni, proteggendo i componenti meccanici da sollecitazioni eccessive.
Diversi tipi di oli lubrificanti sono formulati per applicazioni specifiche, in base alla loro viscosità, al livello d’infiammabilità, al punto di congelamento ed agli additivi che contengono.
Conseguenze dell’incorretto smaltimento degli oli di sintesi
Nel suolo questi prodotti possono contaminare le falde con conseguenze che possiamo facilmente immaginare.
Se vengono dispersi nei corsi d’acqua o in mare, l’alone (Newton ring) che si forma sulla superficie può provocare la non corretta ossigenazione di diverse forme di vita (alghe, pesci, dafnie).
Se vengono bruciati, possono immettere nell’aria sostanze altamente tossiche come le diossine.
Cosa sono gli oli lubrificanti biodegradabili
La crescente attenzione all’ambiente ha finalmente portato all’introduzione sul mercato di nuovi oli biodegradabili non tossici sia di origine fossile che di origine vegetale.
I lubrificanti ecologici più moderni sono a base di esteri saturi, in parte derivati da fonti rinnovabili, e con un elevato grado di biodegradabilità (a seconda del singolo prodotto, almeno 60% dopo 28 giorni in base alla normativa OCSE vigente ma alcuni arrivano fino all’80%).
Questi nuovi lubrificanti hanno anche eccezionali performance tecniche che si traducono in prolungamento degli intervalli di tempo tra un cambio e l’altro di olio (quindi minor consumo), fino ad arrivare in alcuni casi ad una durata d’uso pari al tempo di vita della macchina.
Prima di arrivare ad una regolazione normativa uniforme per i paesi UE, ogni stato aveva un suo regolamento. Ma la decisione CE 2011/381 ha istituito il marchio europeo di qualità ecologica Ecolabel specifico per i lubrificanti ed oli, nel quale sono fissati i criteri e i requisiti che questi prodotti devono possedere per ottenerlo.
La finalità è di promuovere l’uso di prodotti poco nocivi per l’acqua e il suolo e permettano di ridurre CO2.
Ad oggi sono presenti nel mercato prodotti di ultima generazione, cui l’attribuzione dell’etichetta europea garantisce:
- ridotto impatto sull’ambiente acquatico e sul suolo durante l’uso
- riduzione delle emissioni di CO2
- elevata percentuale di materie prime rinnovabili
- uso ridotto di sostanze pericolose
- garanzie di elevate prestazioni tecniche
Il contributo alla riduzione di CO2 che si ha con l’utilizzo dei lubrificanti ecologici è importante per ottenere la Ecolabel ed alcune aziende produttrici – grazie a specifici software liberamente accessibili, consentono di verificare le emissioni di anidride carbonica di questi prodotti rispetto ai tradizionali di origine minerale.
In un mondo che si confronta quotidianamente con i problemi dell’inquinamento delle risorse naturali e con lo smaltimento e il riciclo dei rifiuti, anche l’industria deve dare il suo contributo utilizzando prodotti il più possibile biodegradabili, atossici e possibilmente vegetali. E lo può fare partendo anche da componenti misconosciuti ma altamente inquinanti come gli oli ed i lubrificanti.
Come smaltire correttamente gli oli esausti
Smaltire correttamente gli oli esausti è fondamentale per proteggere l’ambiente. Non vanno assolutamente versati nel terreno, negli scarichi, nei corsi d’acqua o nei rifiuti domestici. Infatti, basta 1 solo litro di olio esausto per contaminare milioni di litri d’acqua.
Per smaltire un olio correttamente occorre raccoglierlo in un contenitore pulito che possa essere chiuso e sigillato, sarebbe meglio quello in cui era contenuto l’olio nuovo. Evitate di mescolarlo con altri liquidi come acqua, benzina o solventi.
A questo punto, va portato nei centri di raccolta. Esistono diverse opzioni:
-
- Isole ecologiche: la maggior parte dei comuni dispone di isole ecologiche attrezzate per la raccolta differenziata dell’olio esausto
- Officine meccaniche e autofficine: accettano gratuitamente l’olio proveniente dai cambi d’olio fai-da-te
- Negozi di ricambi auto: alcuni offrono il servizio di raccolta dell’olio
- Distribuzione diretta: in alcuni casi si può ritirare l’olio al momento della vendita di quello nuovo
Se non è possibile consegnarlo subito, è consigliato conservalo nel contenitore sigillato in un luogo sicuro, lontano da fonti di calore e dalla portata dei bambini.
Cosa succede all’olio esausto dopo la raccolta
L’olio raccolto è inviato ad un impianto specializzato nel suo trattamento e recupero. Può essere rigenerato attraverso a processi chimici e fisici che ne rimuovono le impurità e ne ripristinano le proprietà originali, così da essere di nuovo utilizzato come olio lubrificante.
Può anche essere utilizzato come combustibile per la produzione di energia termica, oppure utilizzato come materia prima per la produzione di bitume, asfalto e altri prodotti.
Altre informazioni
Se ti interessa il corretto smaltimento degli oli, guarda questi articoli:
- Come smaltire l’olio di frittura, olio esausto?
- Come smaltire l’olio del motore
- Come smaltire gli oli esausti
- Olio per friggere
Ultimo aggiornamento il 16 Ottobre 2024 da Rossella Vignoli
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Salve, se visionerete il mio sito scoprirete come sia possibile sostituire con lubrificanti ecologici esenti da oli, i classici lubrificanti per lavorazioni meccaniche. Molto inquinanti in quanto non possono essere raccolti dopo l’utilizzo e vanno nell’ambiente. Saluti
Claudio