Olio di sansa, dagli scarti dell’olio di oliva un ricco alimento da scoprire
Si ricava dagli scarti della spremitura delle olive, ma è ancora ricco di proprietà
L’olio di sansa di oliva è realizzato con la sansa d’oliva considerato un sottoprodotto delle olio perché si ricava da tutto ciò che resta dalla spremitura: le bucce, i noccioli e frammenti di olive stesse. Questi residui di spremitura vengono pressati e miscelati ad olio extravergine al fine di ottenere un prodotto, meno di qualità rispetto all’olio di oliva, ma comunque ricco di proprietà organolettiche. Anzi possiamo dire che l’olio di sansa si distingue per alcune caratteristiche che lo rendono funzionale in cucina, come ad esempio avere un punto di fumo molto elevato. Oltre che in cucina questo olio ricavato dallo scarto di olive viene utilizzato anche in campo cosmetico per realizzare creme idratanti, e in campo energetico, per la produzione di biomasse, come ammendante in campo.
Sommario
Scopriamo quello che c’è da sapere sull’olio di sansa, le sue proprietà nutritive e il suo utilizzo.
Cosa è l’olio di sansa
L’olio di sansa si ricava dalla miscelazione della sansa con olio di oliva. L’olio di sansa è oggi considerato un sottoprodotto dell’olio di oliva ma è approvato dalla normativa europea ed è ritenuto commestibile e ricco di grassi monoinsaturi.
Lavorazione della sansa
La sansa appare come una purea formata dai frammenti di olive, di nocciolini e di bucce: tutto ciò che resta dalla spremitura delle olive volta alla produzione di olio di oliva extra vergine.
E’ dunque considerato lo scarto di questa lavorazione che però vanta ancora ottime caratteristiche nutritive poiché contiene dal 3% al 6% del suo peso di olio di oliva.
- La lavorazione di questa prima sansa avviene in appositi laboratori chiamati sansifici tramite processi di pressatura e centrifugazione simile a quelli utilizzati per realizzare olio di oliva.
- La sansa viene miscelata ad un solvente chiamato esano, che rende solubile l’olio residuo. Segue una filtrazione, che consente di ottenere da una parte le sanse esaurite, e dall’altra una soluzione di olio in esano. Per allontanare quest’ultimo si attua un processo di distillazione. L’esano recuperato può essere riutilizzato per estrarre l’olio da nuove sanse.
- Il tempo che intercorre tra l’estrazione dell’olio di oliva con mezzi fisici e la lavorazione delle sanse residue con solventi chimici, dev’essere il più breve possibile. Da questi primi procedimenti si realizza un olio che ancora non è commestibile: si tratta di un olio grezzo di sansa che deve essere poi miscelato con olio di oliva per divenire olio di sansa da cucina.
Conosciamo tutti i tipi di olio che si ricavano dalle olive.
Tutti i tipi di olio di oliva
L’olio di oliva si può classificare
- extravergine di oliva, con acidità inferiore allo 0,8%
- olio vergine di oliva con acidità fino al 2%
- olio lampante con grado di acidità che supera il 2%, veniva utilizzato in passato come combustibile per le lampade ad olio. Non commestibile.
- olio di oliva rettificato che si ottiene a seguito miscelazione con una percentuale di olio vergine di oliva e olio lampante. Commestibile.
- sansa di oliva ottenuto da miscelazione di sansa e olio evo. Commestibile.
- olio di sansa grezzo non è commestibile ma viene utilizzato per altri scopi.
Olio di sansa: composizione
La composizione è simile a quella dell’olio di oliva: ciò che lo contraddistingue è la ricchezza di acido linoleico (circa il 9,5 -15,5 ogni 100 gr) con l’aggiunta di acido elaidinico (intorno al 0,2%) presente anche in burro e margarina.
Si tratta di un olio più scadente e meno ricco di quello di oliva ha un’acidità non molto alta, un contenuto di acidi grassi e grassi monoinsaturi compresa tra il 65% e l’80% e vanta buona digeribilità.
Valori nutrizionali
L’olio di sansa contiene:
- 3 grammi di grassi
- 13 grammi di acidi grassi saturi
- 8 grammi acidi grassi monoinsaturi
- 6,5 grammi acidi grassi polinsaturi
- assenti carboidrati, zuccheri e proteine
Valore energetico 3378/kj. Calorie ogni 100 grammi 824 kcal
Quanto costa
Questo prodotto è meno pregiato e gustoso dell’olio vergine di oliva ed è anche decisamente meno costoso. In media costa circa 1,77 euro al kg contro i 4,93 euro dell’extravergine.
Il suo costo può variare in base alla provenienza geografica delle olive, alla tipologia di olive, alla loro coltivazione: l’olio di sansa ottenuto da olive biologico è decisamente più costoso e più di qualità rispetto ad altri.
Dove si compra
In vendita in Italia sin dagli anni ’20, oggi l’olio di sansa di oliva è abbastanza diffuso e consumato in cucina soprattutto per friggere avendo un alto punto di fumo. Si acquista in tutti i supermercati e si trova anche online. Ecco un paio di esempi:
Oltre che per scopi alimentari, l’olio di sansa è alla base della produzione di alcune creme idratanti e inoltre la sansa viene impiegata in campo energetico, per la produzione di biomasse o per la concimazione.
Olio di sansa di oliva: uso in cucina
L’olio di sansa di oliva è perfettamente commestibile e ha quasi le stesse proprietà organolettiche dell’olio di oliva classico.
Il suo gusto è delicato, anche se meno buono dell’olio di oliva vergine, e l’elevato contenuto di acido linoleico lo rende idoneo per rendere fragranti alcune preparazioni come pane, focacce, biscotti e taralli. Grazie al suo elevato punto di fumo questo olio ha la capacità di resistere alle alte temperature: per questo se ne consiglia l’uso per ottenere fritture leggere e dorate.
Conosciamo altri usi della sansa
Sansa come combustibile
Tra gli scarti della lavorazione dell’oliva c’è il suo nocciolino che viene utilizzato oggi come ottima alternativa al pellet. Infatti il nocciolo di oliva che è alla base della sansa è un combustibile naturale considerato biomassa, è ecologico ed economico.
E’ un combustibile che la produzione di fumi e cenere, garantendo anche una più lunga vita delle caldaie. Questo pellet ecologico si può usare per le caldaie a sansa, caldaie a pellet, caldaie policombustibili.
Sansa come concime
La sansa è ricca in sostanza organica e nutrienti ma è anche ricca in sali e sostanze fenoliche. Oggi viene spesso utilizzata dalle stesse aziende di olivicoltura come ammendante negli oliveti, con grande potenziale applicativo nell’ambito di un’agricoltura sostenibile.
Studi hanno infatti dimostrato che, nonostante il suo alto contenuto di sali e di sostanze fenoliche, non vi è alcun impatto negativo rilevabile sulla comunità microbica del terreno, anzi complessivamente, la sansa di oliva come concime tende ad aumentare la materia organica del suolo e migliora l’attività e la qualità biologica del suolo.
L’olio di sansa: controindicazioni
Si pensa che l’olio di sansa possa essere nocivo soprattutto a causa della procedura industriale con cui vene trattato. Infatti vengono utilizzati degli agenti chimici durante la sua lavorazione che potrebbero lasciare tracce anche nell’olio in vendita.
Studi autorevoli hanno però dimostrato che il prodotto immesso sul mercato alimentare è privo di esano e quindi non può risultare nocivo alla salute.
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Ultimo aggiornamento il 23 Maggio 2021 da Rossella Vignoli
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