Olio vegetale: quali sono i diversi tipi e la guida per sceglierlo al meglio
Se volete sapere che cos’è un olio vegetale, quali sono le sue proprietà distintive e se è davvero migliore rispetto ai grassi animali, questa è la guida che fa per voi. Ecco alcune informazioni che vi aiuteranno a fare chiarezza su questi temi.
Sommario
Olio vegetale, davvero è meglio? Da tantissimi anni sentiamo dire che bisogna sostituire i grassi vegetali, gli oli e che i grassi animali che sono più dannosi rispetto ai primi. Sono discorsi che “si sentono”, ma di cui non abbiamo alcuna prova a sostegno.
La storia del fatto che il grasso animale è peggiore di quello vegetale in senso assoluto è una trovata di marketing da chi voleva spingere il business dei grassi vegetali, delle prime coltivazioni intensive realizzate nel dopoguerra; ma non è di questo che vogliamo parlare.
In questo articolo parliamo infatti di proprietà di questi oli ricavati dalle piante: scopriremo che non sono tutti uguali, e che ci sono oli benefici e oli dannosi per il nostro organismo. E scopriremo tante piccole cose che non sappiamo.
Olio vegetale: cos’è un olio di questo tipo?
Per iniziare a parlare di questo argomento, bisogna partire da che cos’è esattamente un olio. Si tratta di un liquido organico, lipofilo e idrofilo (cioè che si scioglie nel grasso ma non nell’acqua) e ad alta viscosità. Questo affianca gli oli vegetali ad oli chimici e agli oli minerali, sostanze dalle proprietà fisiche simili.
L’olio vegetale è un olio che, chiaramente, viene estratto da organismi vegetali, ed è di fatto la loro parte grassa.
I grassi sono a loro volta miscele di molecole dette acidi grassi, che hanno una conformazione particolare: sono delle catene, come quelle che si usano per chiudere i cancelli. Immaginateli così.
Ora immaginate che ci sono catene che si piegano bene, nuove, e catene che si piegano male, come quelle arrugginite: avrete immaginato perfettamente un acido grasso insaturo, la prima catena, e un acido grasso saturo, la seconda.
La conformazione chimica è leggermente diversa, ma la differenza fondamentale è che il grasso insaturo a temperatura ambiente è liquido, il grasso saturo no: l’olio d’oliva è insaturo e la margarina è un acido grasso saturo.
In genere i grassi di natura vegetale sono caratterizzati da una prevalenza di acidi grassi insaturi che rendono liquido il grasso e che conferiscono loro anche caratteristiche nutrizionali che li rendono migliori di quelli di origine animale, specialmente per la loro capacità di ridurre il colesterolo LDL.
Come si ricavano gli oli vegetali
Ma gli oli vegetali non si trovano sempre in questo stato in natura. L’esempio più eclatante è sicuramente quello dell’olio di palma, che è insaturo nel momento dell’estrazione, ma viene saturato dall’industria per dargli un aspetto simile a quello del burro, così da essere trasportato con facilità. Viene saturato tramite il processo di idrolisi, che lo rende anche pericoloso per le nostre arterie, ma è pericoloso perché è saturo, è rigido e non tende a scivolare ma ad accumularsi, in particolare nelle nostre arterie, stimolando l’insorgenza di patologie cardiovascolari.
Devono essere ricavati dalla matrice mediante determinati processi meccanici o chimici.
Uno dei pochi oli che si ottiene per spremitura e che può essere usato per l’alimentazione senza raffinazione è l’olio di oliva (altrimenti è una truffa) e in genere questo processo è riservato solo a quei semi ad alto contenuto di olio.
Ma non tutti gli altri oli vegetali sono estratti per spremitura: si possono estrarre:
- a pressione. L’estrazione a pressione è possibile per i semi oleosi, dei frutti e dei noccioli che contengono materia grassa in quantità superiore al 20-30% (girasole, colza).
- mediante solventi chimici. L’estrazione con solvente è riservata a quei semi oleosi, ai frutti e ai noccioli con valori inferiori al 20% materia grassa.
L’estrazione dell’olio vegetale a pressione
In questo procedimento si passano i semi prima decorticati e cotti in una grossa pressa dotata di lamine che prima li schiaccia e poi li riduce in pasta oleosa mediante sminuzzamento.
Contemporaneamente avviene una fase di riscaldamento (a temperature intorno a 85° a 95) ed una fase di condizionamento per velocizzare e rendere più efficiente l’estrazione della parte oleosa.
Il calore e la pressione espellono l’olio dai semi. L’olio estratto in questo una volta filtrato e imbottigliato viene venduto come naturale e non raffinato.
L’estrazione dell’olio vegetale mediante solvente chimico
Ha una resa maggiore ed è più veloce e meno costosa.
Si utilizzano delle sostanze lipofile che si legano al grasso e lo “acchiappano” all’interno del seme, estraendolo.
Poi si porta il tutto ad una certa temperatura, il solvente evapora e rimane l’olio. Inoltre – per gli oli che sono destinati al consumo – si deve procedere ad una raffinazione, operazione che comprende la correzione dell’acidità, del colore, della purezza e dell’odore.
Qual è l’olio vegetale migliore?
Dalla carrellata che abbiamo appena fatto avrete sicuramente capito che parlare di “olio vegetale”, in particolare confrontandolo con quello animale e vedere il “vegetale vs animale” come un derby calcistico non ha assolutamente senso.
Ci sono oli vegetali più pericolosi dei grassi animali, e oli vegetali meno pericolosi. O, meglio, ci sono forme di olio vegetale più pericolose dei grassi animali, ed altre che lo sono meno.
In generale, l’olio di oliva è uno degli oli migliori che abbiamo e al di là delle frodi di cui spesso abbiamo sentito parlare, se ci fidiamo del produttore (o andiamo a prendere l’olio agli oleifici… questi sconosciuti) sapremo di avere nel piatto un olio buono.
Se è italiano inoltre è spremuto a freddo (e non a caldo come si fa all’estero, perché a caldo la resa è maggiore ma ci finiscono dentro anche sostanze che diventano solubili con la temperatura) ed è ancora migliore.
È monoinsaturo, per cui è quanto di più insaturo ci possa essere, ed è genuino. Come condimento, anche se può sembrare più pesante (e costa di più) per la nostra salute è meglio l’olio d’oliva che non l’olio di mais pubblicizzato come “leggero”.
Il migliore olio di oliva per friggere è rende l’alimento più “pesante” ma non è però dannoso. Infatti l’olio di oliva arriva ad ebollizione (raggiunge il punto di fumo, e quindi è pericoloso) ad una temperatura molto alta. Caratteristica che, pensate un po’, è ancora migliore nell’olio di palma (non raffinato), anche se non si trova nei supermercati.
Per friggere sarebbero invece da evitare gli oli di estrazione chimica, ma in particolare l’olio di girasole, che ha un punto di fumo bassissimo e superati i 120° diventa molto pericoloso; se dobbiamo scegliere, meglio l’olio di mais o l’olio di arachidi, sempre se non vogliamo friggere con l’olio di oliva.
E ricordiamo che l‘olio è importante nella nostra dieta: abbiamo bisogno anche dei grassi, e se questi sono insaturi non fanno nemmeno ingrassare, perché non tendono ad accumularsi.
E poi l’olio non è composto solo da olio ma anche da vitamine, antiossidanti, polifenoli, e anche sostanze antinfiammatorie.
Tutti componenti buoni per il nostro organismo, che tendono però a sparire quanto più l’industria ci mette lo zampino…
Alcuni approfondimenti
Per saperne di più sugli oli vegetali e su come vengono ricavati, e per cominciare ad utilizzarli per la cura del viso e del corpo e per l’alimentazione, ecco un bel libro su quelli più conosciuti:
Potrebbero interessarti i benefici di questi oli vegetali utilizzati soprattutto per fini cosmetici:
- olio d’argan
- olio di jojoba
- olio di mandorle dolci
- olio di cocco
- olio di semi di lino
- olio di albicocca
- olio di germe di grano
- olio di cotone
- olio di perilla
Gli oli vegetali più adatti all’alimentazione sono:
- olio di mais
- olio di arachidi
- olio di nocciole
- olio di noci
- olio di canola
- olio di semi di uva
- olio di cartamo
- olio di semi di zucca
- olio di avocado
- olio di sesamo
Ultimo aggiornamento il 10 Gennaio 2022 da Rossella Vignoli
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