Mangiare l’alimento e anche il pacchetto: il packaging commestibile
Se una volta si diceva “non buttare quella cartaccia per terra!”: oggi lo slogan pro-ambiente potrebbe essere perfezionato in “non buttare quel pacchetto, mangialo!“. L’ultima frontiera del consumo alimentare consapevole e green infatti, la produzione di alimenti che diventano tutt’uno con il proprio involucro, potrebbe essere ad una svolta.
Le stime sugli imballaggi alimentari, che rappresenterebbero circa il 50% in volume e il 30% in peso del prodotto alimentare acquistato e le cifre che segnalano come in Italia si produrrebbero 34 chilogrammi di rifiuti da imballaggio a testa ogni anno, sono importanti.
Ecco perché, nonostante alcune siano ancora lontane dalla commercializzazione, le idee brillanti per produrre, consumare e smaltire meno rifiuti da imballaggio sarebbero ormai tante anche se non senza complicazioni.
C’è infatti chi polemizza sul fatto che una confezione abbia la fondamentale funzione di mantenere il cibo ben protetto da germi e polvere, salvaguardandone le proprietà nutritive per tutta la fliliera – dalla produzione cioè agli scaffali dei supermercati.
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Alimenti che possono essere ingeriti insieme al contenitore e promuovono comportamenti eco-friendly? Stoviglie per la tavola commestibili e bio-degradabili?
Sono sempre di più però i designer e le aziende che si danno da fare in questo senso, progettando alimenti ai limiti dell’immaginario con packaging davvero smart.
C’è ad esempio il gruppo di studenti e scienziati Wiki Foods, che, come spin-off al Wyss Institute di Harvard, ha creato cibi che si possono consumare all’interno di particolari membrane commestibili, che fungerebbero da involucro ricalcando però gusto e proprietà dell’alimento contenuto.
Perpeceuticals, azienda britannica, sarebbe invece in gara per realizzare pellicole ingeribili e anti-microbi per l’industria della carne.
Che dire poi di confezioni per alimenti che riproducono le sembianze dei frutti, di confezioni di riso che si possono sbucciare come mele o di succhi di frutta con contenitori a base di lampone? Non sarebbero fantascienza ma creazioni di una start up svedese, la Tomorrow Machine.
L’inventiva si spinge anche oltre con brillanti idee di creativi che sfidano le regole dettate finora dal più classico confezionamento alimentare, come la food designer Diane Bisson, che realizza contenitori per alimenti utilizzando i pomodori o Chelsea Briganti e Leagh Ann Tucker, le designers della startup statunitense Loliware che propongono un set di bicchieri bio-degradabili e commestibili, da mangiare, magari, dopo aver sorseggiato un buon cocktail.
Se la creatività non convince, almeno lato igiene, le motivazioni ambientali per incoraggiare un cambiamento in questa direzione sarebbero forti, visto che, da un’indagine Conai, emerge che ben il 34% delle 32 tonnellate di rifiuti che produciamo sarebbe fatta di imballaggi. Un buon motivo dunque per non scartare a priori queste idee.
Ultimo aggiornamento il 16 Gennaio 2024 da Rossella Vignoli
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Involucri per il cibo da poter mangiare, esattamente come quello che contengono: realta o follia? La domanda che si pone il The Guardian e quasi pleonastica, visto che la ricerca industriale, nel suo versante green, si sta interessando da anni all argomento. Designer, ingegneri, biologi e studenti promettenti: numerose le categorie che studiano questa nuova frontiera del food packaging, con risultati a volte sconcertanti, altri talmente interessanti da volerli avere subito sulla propria tavola.