Tutto sul parto in acqua: benefici, rischi e controindicazioni
Scoprite come funziona il parto in acqua e per chi è indicato
Il parto in acqua è utilizzato a partire dagli anni Sessanta come alternativa meno dolorosa e più naturale del parto . Fu il dottor Igor Charkovsky a proporlo, intuendone i benefici, per mamma e bambino. Oggi è possibile usufruirne anche negli ospedali pubblici.
Sommario
Come funziona il parto in acqua
Il parto in acqua può essere effettuato in due modi diversi: con travaglio in acqua e parto all’asciutto o parto in acqua con immersione in vasca a travaglio avanzato.
Nel secondo caso, è necessario entrare in acqua quando si è in piena dilatazione. Se ci si immerge troppo presto, infatti, le contrazioni potrebbero arrestarsi. In ogni caso, la temperatura viene monitorata costantemente, per non superare i 36° durante il travaglio e per toccare i 37° in fase di espulsione.
Tramite i vantaggi della spinta idrostatica, il parto dolce offre piena libertà di movimento alla madre, che può alzarsi, galleggiare, stare accovacciata e in ginocchio, ma anche uscire dalla vasca.
Gli operatori infatti consigliano spesso, durante il travaglio, di andare a bere e a fare pipì. Consente inoltre piena partecipazione al padre, che può entrare in vasca insieme alla compagna.
Prima e dopo il parto, medico e ostetrica tengono sotto controllo anche il battito cardiaco del feto e della mamma, e possono richiedere l’uscita dalla piscina, nel caso si presentino le seguenti condizioni/complicanze:
- Acqua sporca (i residui del parto possono provocare infezioni)
- Perdite significative e/o anomale di sangue o liquido amniotico
- Eccessiva stanchezza o stress durante il travaglio
- Travaglio troppo lento
- Per normali controlli
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Parto in acqua linee guida
Per accedere a questa possibilità, è necessario rispondere ad alcuni requisiti fondamentali:
- Non deve essere una gravidanza a rischio
- Non deve essere un parto gemellare
- Deve essere a termine e non prematuro (cioè tra le 37/41 settimane)
- Il bambino deve presentarsi in maniera corretta (ad esempio, non podalica)
- Essere negativi ai test sierologici (epatite B, HIV) per la sicurezza del personale medico
- Non avere infezioni cutanee
- Non avere febbre
- Avere un tracciato cardiografico chiaro
- Non essere affette da preeclampsia
- Medico e ostetrica devono concordare con la scelta
- Travaglio fisiologico e già ben avviato (con dilatazione di 3/5 cm)
- Vasca alta almeno 70 cm
- Temperatura dell’acqua non oltre 37° (in fase di espulsione)
Parto in acqua esperienze negative
I dati in possesso del personale medico non sono sufficienti ad elaborare una casistica scientifica sui rischi e i benefici.
In generale, l’acqua è in grado di aumentare il rischio di infezioni, sia per la mamma che per il bambino, ed è ad esempio in grado di veicolare più facilmente l’herpes.
È sconsigliato, inoltre, in caso di:
- Grave malformazione fetale
- Bambino troppo grande per l’età gestazionale
- Placenta previa
- Irregolarità nel ritmo cardiaco del bambino
- Segni di sofferenza fetale
La scelta della modalità di partorire dev’essere sempre valutata insieme al proprio ginecologo ed all’ostetrica.
Il parto in acqua è sicuro?
L’American College of Obstetricians and Gynecologists sottolinea la possibilità di alcuni rischi per il neonato:
- Contrazione della legionella, provocata per inalazione delle particelle d’acqua
- Possibili danni al cordone ombelicale
- Possibilità di incorrere in distress respiratorio
- Possibilità di asfissia e convulsioni
Queste conseguenze negative in Italia si risolvono piuttosto facilmente, dato che le strutture ospedaliere adibite al parto in acqua sconsigliano di rimanere in vasca anche per la fase di espulsione. Questa è diffatti la più critica per il formarsi delle infezioni.
Il bambino potrebbe annegare?
Quando il bambino entra in acqua, il suo riflesso di immersione (diving reflex) rimane attivo. Il piccolo, infatti, non respira in liquido amniotico, inizierà a farlo non appena entrerà in contatto con l’aria.
Non c’è dunque pericolo che anneghi o beva. In più l’immersione dura solo qualche secondo, poiché il personale medico sarà subito pronto a portarlo in superficie. Ecco perché è molto importante affidarsi ad una struttura ospedaliera o a personale specializzato.
Si può farlo con l’epidurale?
Diversi studi hanno evidenziato come l’immersione in acqua calda riduca la richiesta di analgesia epidurale.
Considerate che chi si affida al travaglio indotto e all’analgesia non può partorire in vasca.
Parto in acqua costi
Il parto eseguito in acqua è gratuito presso le strutture del Servizio Sanitario Nazionale. Alcune sono dotate di cromoterapia, aromaterapia e musicoterapia.
Ricordate che nelle strutture private e convenzionate i costi possono oscillare anche di molto.
È anche possibile partorire in acqua in casa; alcune ASL sono in grado di fornire un rimborso spese e l’assistenza di ostetriche professionali. In questo caso, sarà necessario noleggiare una piscina per il parto, del costo di circa 400 euro.
L’ostetrica, se specializzata in questo tipo di parto, potrebbe portare una piscina gonfiabile con sé; ci sono inoltre diverse associazioni che le offrono a prezzi contenuti.
La vasca presenta un sistema di filtraggio dell’acqua, per purificarla da materiali biologici e agenti batterici, e per scongiurare il rischio di infezioni durante travaglio e parto. Inoltre, prima e dopo ogni utilizzo, viene sanificata.
La vasca ha un’altezza compresa tra i 70 ed i 90 cm e una lunghezza non superiore ai 2 m, per agevolare il movimento e il cambio di posizione. È inoltre obbligatorio noleggiare, per questioni di igiene e sicurezza, anche il telo coprivasca monouso, che resta a contatto col tuo corpo.
Dove è possibile fare il parto in acqua
Sono più di 100 gli ospedali e cliniche private attrezzati in Italia che sono attrezzati per questo tipo di parto, ma non in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale. Ad esempio, non sono presenti in Basilicata, Molise e Valle d’Aosta.
È necessario però informarsi in anticipo, poiché non è detto che la vasca, se pur presente, sia anche operativa o libera.
Parto in acqua a Roma
A Roma sono due sole le strutture di riferimento:
- Casa di Cura Fabia Mater (struttura privata)
- Clinica Villa Pia (polispecialistica privata accreditata)
Inaugurata nel 2015, la sala per il parto in acqua della Clinica Villa Pia offre anche un letto rotondo a 75 posizioni, il neonatologo, un rianimatore, pediatra ed anestesista, 24 ore su 24.
Parto in acqua a Milano
Sono 6 le strutture pubbliche presenti su Milano che offrono questo tipo di parto, alcune solo in travaglio e non di espulsione. Mentre sono 28 quelle distribuite nelle altre provincie lombarde.
- Ospedale dei Bambini Vittore Buzzi (solo travaglio)
- Ospedale San Carlo
- Ospedale Niguarda
- Ospedale San Paolo
- Ospedale Macedonio Melloni
- Casa di Maternità la Via Lattea (clinica privata che offre anche il servizio di parto domiciliare)
Sappiate che a Tradate e Varese è concesso solo il travaglio; altre hanno solo una vasca.
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Parto in acqua: le opinioni
Questa modalità per dare alla luce un bimbo si è diffusa a partire dagli anni ’60 per poi finire dimenticata ed è tornata in voga a partire dagli anni ’90.
Il Committee on Fetus and Newborn della American Academy of Pediatric non ne garantisce né la sicurezza né l’efficacia, ma sembra che l’acqua calda aiuti a placare il dolore dato dalle contrazioni e dallo stress.
Migliorando la circolazione sanguigna, rende inoltre i tessuti del perineo più elastici: scongiurando l’episiotomia. Il parto in acqua offre anche benefici al feto, che viene messo al mondo in modo meno traumatico.
Infine, con questa modalità, è facilitato il contatto pelle a pelle, che renderebbe più facile l’allattamento.
La fase di secondamento avviene entro 30 minuti: dopo il taglio del cordone, il bambino viene infatti velocemente controllato dal neonatologo, poggiato sul seno della mamma e asciugato.
Perché sceglierlo
Tra i vantaggi del parto in acqua, ricordiamo:
- Minori livelli di adrenalina (minor tensione, emotiva e muscolare)
- Accelerazione della dilatazione
- Aumentati livelli di endorfine ed ossitocina (numero inferiori di contrazioni uterine)
- Riduzione dei tempi di travaglio (fino a 30 minuti)
- Minor rischio di lacerazioni vulvo-vaginali
- Parto meno doloroso
Scegliendo la posizione in vasca si ha l’occasione di affrontare al meglio le contrazioni e di mantenere lo stress su livelli accettabili. Inoltre, la spinta idrostatica aiuta a sostenere il peso del feto, con relativo minor ricarico sull’area lombare della donna.
Maggior relax per la partoriente significa miglior ossigenazione per il bimbo. Nel passaggio dal liquido amniotico all’acqua della vasca si verificano, infatti, le stesse condizioni ambientali che caratterizzano l’utero: stessa temperatura, luci e rumori attenuati.
In più, in assenza di gravità, anche l’apparato respiratorio del bambino subirà un adattamento più dolce.
Possiamo consigliare alcune letture per capire se questa modalità di parto farà per voi:
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