Guida alla scelta delle stufe a pellet
Quali sono i vantaggi, i prezzi ed alcuni modelli
Le stufe a pellet sono un’opzione da prendere in considerazione se avete intenzione di abbattere il costo per il riscaldamento delle vostre case, magari compiendo al contempo una scelta ecologica. Vediamo pro e contro e soprattutto come sceglierle!
Sommario
- Come funzionano le stufe a pellet
- Le sfufe a pellet convengono?
- Detrazioni per acquisto dil una stufa a pellet
- Come scegliere le stufe a pellet
- Dove posizionare la stufa e come installarla
- Manutenzione della stufa a pellet
- I diversi tipi di stufe a pellet
- Controindicazioni della stufa a pellet
- Combustibile: legna o pellet?
- Collegamento stufa a pellet ai termosifoni
- Collegamento termostufa a pellet e caldaia a gas
- Altri consigli per riscaldare casa
Come funzionano le stufe a pellet
Questo sistema di riscaldamento a combustione utilizza come combustibile i pellet di legno.
Si tratta di un combustibile ecologico, ottenuto dall’assemblaggio di trucioli e segatura e senza aggiunta di additivi, coloranti e materiali estranei. Sottoposto a un procedimento meccanico di pressatura in piccoli granuli, si presenta in forma cilindrica (6 mm di diametro).
L’alimentazione di queste stufe è automatica ed avviene tramite un serbatoio che contiene i pellet, prelevati attraverso un meccanismo automatico, solitamente una coclea, per essere poi i convogliati nella camera di combustione.
All’interno di questa camera di combustione è presente un sistema di accensione elettronico, in genere una resistenza incandescente, che accendere automaticamente la fiamma, avviando il processo di combustione. dei pellet
Grazie ad una ventola l’aria è spinta attraverso la camera di combustione, alimentando così il fuoco e favorendo la combustione completa del combustibile. L’aria calda prodotta dalla combustione viene poi diffusa nell’ambiente tramite un secondo ventilatore.
Queste stufe hanno anche un pannello di controllo elettronico, utile per impostare la potenza desiderata e regolarne automaticamente il funzionamento. Ed è presente un sensore di controllo della combustione che, regolando l’alimentazione e la velocità delle ventole, mantiene la potenza costante.
I fumi di combustione sono espulsi all’esterno attraverso un condotto di scarico, che può essere un camino o una canna fumaria, per allontanare in modo sicuro i prodotti dalla combustione.
Molte stufe sono dotate di un sistema automatico di pulizia della camera di combustione, per ridurre la necessità di interventi manuali e riparazione.
Questo sistema di riscaldamento vanta diverse qualità:
- è un sistema di riscaldamento sostenibile grazie alla sua capacità di ridurre le emissioni di CO2
- è facilmente accatastabile, rispetto alla legna
- offre un elevato rendimento termico
- offre basso contenuto in umidità (massimo 8%)
Queste stufe sono efficienti e le funzioni automatizzate le rendono facili da usare e programmabili, hanno un minore impatto ambientale grazie all’utilizzo di un combustibile rinnovabile come il legno. Costituiscono quindi una soluzione ottimale per il riscaldamento domestico.
Le sfufe a pellet convengono?
Le stufe a pellet sono una scelta in molti casi conveniente, perché combinano diversi vantaggi:
- ottime prestazioni
- facilità di installazione e manutenzione
- possibilità di produrre calore solo quando necessario
- hanno una notevole autonomia e bassi consumi, con tempi di ricarica del combustibile piuttosto lunghi, quindi costituiscono un risparmio
- possibilità di regolare la potenza e la temperatura voluta tramite un apposito termostato
- agevolazioni fiscali per l’acquisto fino al 65%
Detrazioni per acquisto dil una stufa a pellet
In particolare, l’acquisto di una stufa con carburante a pellet permettre di avere alcune agevolazioni fiscali e bonus.
- Bonus ristrutturazioni edilizie (50%): la Legge di Stabilità permette la detrazione IRPEF del 50% per le spese sostenute su ristrutturazione edilizia fino a un massimo di 96.000 euro per unità immobiliare. Può dunque essere applicata anche per l’installazione di stufe, ma solo se rientra in un più ampio progetto di ristrutturazione edilizia. Il vantaggio consiste nella possibilità di ottenere il rimborso di una percentuale di spesa, sotto forma di detrazione Irpef.
- Ecobonus per l’efficienza energetica (65%): è possibile una detrazione IRPEF/IRES del 65% delle spese sostenute nei casi di coibentazione dell’involucro e sostituzione dei serramenti e prevede quindi anche un intervento per l’installazione di stufe ad alta efficienza energetica. È ripartita in 10 quote annuali di pari importo. Ma sono previsti requisiti tecnici specifici per accedere all’agevolazione.
- Bonus mobili ed elettrodomestici: la detrazione IRPEF del 50% legata a spese per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici, comprende anche le stufe. Il valore massimo è di 8.000 euro, limitato a 5.000 euro per una singola unità immobiliare.
- Conto Termico 2.0: questo incentivo è erogato dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici) per interventi di efficientamento energetico, ma riguarda unicamente la sostituzione di impianti già installati. L’entità dell’incentivo varia in base alla tipologia ed alle sue prestazioni energetiche. Il contributo è erogato in rate annuali per 2-5 anni ed è variabile a seconda della potenza installata e dell’area climatica in questione.
Come scegliere le stufe a pellet
Se vi siete convinti di tale scelta, eccovi al passo successivo: l’impianto della stufa.
Al di là del lato estetico –molte stufe a pellet spiccano per la bellezza del design tanto da configurasi come veri e propri oggetti d’arredamento – bisogna prima di tutto verificare la possibilità di realizzare una canna fumaria, se non è già presente.
Serviranno poi una presa d’aria, da collegare direttamente alla stufa, e una presa elettrica, efficiente e dotata di messa a terra. Il collegamento elettrico deve rimanere sempre accessibile.
Esistono anche stufe a pellet senza canna fumaria, ma la dicitura stessa può causare equivoci non da poco: in ogni stufa a pellet avviene una combustione che produce dei fumi che vanno espulsi.
Qui tale espulsione non avviene attraverso una canna fumaria, ma attraverso un tubo con fungo terminale sporgente dal muro: scarico che va effettuato nel rispetto delle normative vigenti, ad opera di tecnici fumisti che vi certifichino l’installazione.
Si tratta di apparecchi elettronici, facilmente programmabili, che possono lavorare autonomamente sulla base delle nostre indicazioni, riguardanti l’ora di accensione e di spegnimento e la potenza di calore.
Scordatevi quindi i noiosi e continui spostamenti per attingere il fuoco con sempre nuova legna!
Una volta riempito il serbatoio, potete starvene tranquillamente in poltrona! Inoltre, qualora non vogliate ricorrere alla programmazione, basterà regolare il termostato per garantire il mantenimento della temperatura prescelta nella vostra abitazione.
Dove posizionare la stufa e come installarla
Per mantenere la sicurezza e garantire la massima efficienza è vietato mettere la stufa in camere da letto, bagni e locali dove vi sia un altro apparecchio sprovvisto di un proprio flusso d’aria.
Emanando un forte calore, è consigliabile tenerla lontano dalle zone con pavimentazione in legno o di materiale infiammabile, oppure è bene installare anche una piastra salva-pavimento; mentre per ottenere la massima resa e facilitare la distribuzione uniforme del calore, è utile farsi consigliare dal tecnico per individuare la parte più centrale dell’abitazione.
La stufa deve esser sempre posizionata ad almeno 5 cm dalla parete (15 cm nel caso questa sia infiammabile), mantenendo a distanza di sicurezza (40 cm) mobili, tende o oggetti infiammabili.
Per il collegamento alla rete elettrica, invece, bisogna assicurarsi che il cavo di collegamento alla rete e la sonda ambientale non siano in contatto con le parti calde della stufa.
Prima dell’installazione, è importante accertare che la canna fumaria non sia ostruita o male installata. La sua sezione interna e la sua altezza, inoltre, devono esser di misura adeguata per garantire il giusto tiraggio.
Importante: non improvvisatevi provetti montatori.
Il ricorso a personale competente è obbligatorio e non esistono i presupposti del “fai-da-te”, sia per la delicata operazione del collegamento della stufa alla canna fumaria, che per il controllo dell’impianto stesso. Il costo dell’installazione varia a seconda del tipo di impianto e dei lavori che si rendono necessari.
Per quanto riguarda le tubazioni:
- devono essere quelle apposite per stufe a pellet, dotate delle guarnizioni di tenuta.
- nel collegamento dei tubi alla canna fumaria non sono ammesse riduzioni di diametro rispetto all’uscita prevista nella stufa
- per assicurare il corretto funzionamento è invece preferibile evitare tratti orizzontali, soggetti a riempimento di cenere.
- è sconsigliabile progettare una canna con più di due curve (fissate stabilmente) per garantire la massima sicurezza e la minima perdita di carico.
Manutenzione della stufa a pellet
La stufa a pellet vi sarà gradita anche per le poche e semplici operazioni di pulitura e manutenzione.
Ogni giorno basterà limitarsi a:
- aspirare giornalmente il piano fuoco
- svuotare il cassetto cenere, se presente
- pulire il vetro con un panno umido.
Ogni anno è bene rivolgersi ad un tecnico per la revisione generale dell’impianto e la pulizia della canna fumaria. Questo dovrà:
- ispezionare i cavi elettrici generali e quello di alimentazione, il canale da fumo
- verificare il tiraggio della canna fumaria
- pulire i componenti (display, ventilatori, serbatoio pellet, braciere, condotto fumi)
- collaudare la parte funzionale della stufa
I diversi tipi di stufe a pellet
Esistono sostanzialmente tre tipi di stufe:
- stufe a pellet ad aria: sono le più economiche (costano fra i 1.500 e i 3.000 euro) e meno potenti (da 6 a 15 Kw), diffondono calore per irraggiamento ed sono adatte, in particolare, per i piccoli appartamenti
- stufe a pellet a acqua o termostufe: più costose (costano tra i 2 e i 4mila euro) ma anche più potenti (da 12 ad oltre 25 Kw), sono invece consigliate per integrare un sistema di riscaldamento già in essere o nuovo, poiché possono essere collegate alla caldaia, e scaldano anche l’acqua che alimenterà i radiatori; possono essere utilizzate insieme ai pannelli termico-solari, permettendo un notevole risparmio energetico ed economico.
- stufe a pellet canalizzate, che permettono di riscaldare tutta la casa per tramite di un sistema di canalizzazione con tubi che attraversano l’abitazione
Tutti gli apparecchi in commercio presentano caratteristiche differenti non solo per rendimento e potenza, ma anche per altri elementi, quali la capacità del serbatoio, il consumo, l’autonomia, l’assorbimento elettrico, il rivestimento, le dimensioni della presa d’aria e dell’uscita dei fumi.
Controindicazioni della stufa a pellet
Il pellet produce una fiamma “meccanica” meno attraente di quella naturale, inoltre teme molto l’umidità, e dipende dall’energia elettrica (occhio ai black-out!) e, nonostante la convenienza economica, presenta un prezzo in ascesa, poiché la sua domanda supera la produzione.
Un inconveniente ulteriore, peraltro di facile soluzione, riguarda il fatto che la stufa a pellet funziona con un ventilatore, che asciuga l’aria e muove la polvere.
Potrebbe quindi trattarsi di un calore meno sano, ma basterà aggiungere un deumidificatore o una bacinella d’acqua sul punto più caldo della stufa, per risolvere il problema.
Combustibile: legna o pellet?
Se siete indecisi tra pellet e legna, cercheremo di aiutarvi fornendovi anche alcuni numeri.
- costo unitario per Kw/h : il pellet ha 0,064 euro, la legna 0,043
- rendimento medio della caldaia il pellet ha 4,35 euro per kW/h al kg, la legna 3,48 euro per kW/h al kg
- potere calorifico inferiore il pellet si aggira sui 5 euro per kW/h al kg, la legna sui 4 euro per kW/h al kg
Ecco anche anche alcune proposte di stufe a pellet dei principali marchi.
Stufe a pellet Edilkamin
Dalla Italiana Camini la Stufa Point a pellet, da 8KW in ceramica grigia.
Alziamoci di livello con la Stufa EdilKamin Zara da 8 kW in ceramica bianco opaco.
Questa stufa è anche disponibile con rivestimento in marmo, il modello Dame.
Stufe a pellet Palazzetti
Due modelli da questa azienda. Cominciamo con Nadia, Stufa a pellet ad aria da 9 Kw con rivestimento nero
Ed ora Allegro da 12 Kw con rivestimento nero
Stufe a pellet Nordica
Cominciamo con la Stufa Nordica Dorina da 7 Kw, versione Bordeaux.
Ed ora la Stufa Nordica Melinda Idro Steel da 15,2 Kw in versione Bordeaux
Stufe a pellet Eva Calor
Ed ora il modello Evacalor Rita 9 KW rossa.
Collegamento stufa a pellet ai termosifoni
E’ possibile raccordare la vostra stufa ai termosifoni esistenti, purché sia un modello ad acqua, detta anche termostufa.
Collegamento termostufa a pellet e caldaia a gas
Per chi avesse già una caldaia a gas, magari condominiale, ricordiamo che è possibile integrarla alla propria termostufa a pellet piuttosto facilmente e, grazie alla distribuzione tramite riscaldamento dell’acqua, riscaldare così superfici molto più ampie.
D’altra così facendo si hanno costi di consumo decisamente più elevati ed è necessario un impianto temoidraulico adeguatamente dimensionato. Inoltre, inquesto caso, il camino è più soggetto a condense e formazione di fuliggine.
Avete esperienze di stufe a pellet? Diteci la vostra nei commenti.
Altri consigli per riscaldare casa
Ecco le nostre guide sui sistemi di riscaldamento
- La stufa a legna, come funziona e perché conviene
- Caldaia a pellet: come funziona, benefici e prezzi
- Cos’è una caldaia a condensazione
- Camino a bioetanolo
- Termostufa a pellet: come funziona e quali benefici
Ultimo aggiornamento il 28 Maggio 2024 da Rossella Vignoli
Iscrivetevi alla newsletter di Tuttogreen.it per rimanere aggiornati sulle ultime novità.