Perché non bisogna fare pipì nella piscina
Perché non bisogna fare pipì nella piscina? Non solo è un’abitudine disgustosa, ma è proprio insalubre.
Una ricerca dell’American Chemical Society ha dimostrato come gli elementi chimici presenti nella pipì siano in grado di interagire con il cloro contenuto nelle piscine, e di formare due composti potenzialmente pericolosi e dannosi per i polmoni, il cuore ed il sistema nervoso.
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La ricerca, pubblicata sulla rivista Environmental Science and Technology, è stata la prima a stabilire un collegamento diretto tra acido urico, il composto principale della pipì, e composti quali il tricloruro di azoto e di cloruro di cianogeno, i due elementi killer che si formano nell’acqua quando si evacua.
Lo stesso discorso è stato fatto incrociando i componenti chimici principali del sudore. Ma, dal momento che la quantità di traspirazione prodotta durante una nuotata o più è veramente molto bassa, il principale responsabile a cui attribuire tali reazioni chimiche, è l’urea.
Ormai non è più un mistero che il tricloruro di azoto sia responsabile di causare diverse malattie respiratorie; allo stesso modo, diversi studi hanno già accertato un collegamento tra il cloruro di cianogeno e disfunzioni del sistema nervoso centrale e cardiovascolare.
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L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha stabilito che il cloruro di cianogeno nell’acqua potabile, non deve superare i 70 microgrammi per litro. Di fatto, i ricercatori hanno preso in esame piscine il cui picco massimo era di 30 microgrammi per litro, laddove la concentrazione di cloro non supera normalmente gli 8 ml.
Ovviamente, più persone saranno presenti in piscina in un dato momento, maggiore sarà la concentrazione di queste due sostanze; composti che, ricordano i ricercatori, sono anche volatili, di conseguenza capaci di peggiorare anche la qualità dell’aria.
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Dati questi risultati, al momento non pare sia stato rilevato particolare pericolo. Che fare dunque? In ogni caso, dal momento che questi due componenti non sembra possano fare bene all’organismo, sarebbe opportuno continuare a seguire le raccomandazioni e i divieti indicati dalle strutture.
Andate in bagno prima di tuffarvi e, se la vostra sessione supera le 2 ore, uscite dall’acqua, asciugatevi e andate in bagno tra una nuotata e l’altra.
È una rottura, ma non rischiate la salute per pigrizia.
Ultimo aggiornamento il 29 Luglio 2018 da Rossella Vignoli
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