Pesce pagliaccio: scopriamo il famoso Nemo di Disney
Ecco un pesce vive in simbiosi con l'anemone
Il pesce pagliaccio più famoso è Nemo, il protagonista dal film d’animazione Disney di alcuni anni fa. Scopriamo questo coloratissimo pesce tropicale che tutti vorrebbero avere nel proprio acquario.
Sommario
Parte della sottofamiglia delle Amphiprioninae, il pesce pagliaccio si caratterizza per colori sgargianti e un curioso rapporto di simbiosi mutuale con le anemoni, da cui prendono il loro secondo nome.
Le caratteristiche
Pesce pagliaccio dimensioni
Hanno una lunghezza che varia dai 7 ai 16 cm. Sono diffusi in tutte le calde acque tropicali che vanno dalla zona dell’Oceano Indiano al Mar Rosso.
La loro livrea, rosso-arancio con striature bianche e nere, ricorda il trucco di un clown, ma il nome dipende anche dalla nuotata buffa che hanno per via delle grandi pinne arrotondate di cui sono dotati. Da cui il nome più popolare. Il colore dipende anche dal pesce e dall’anemone in cui abita.
La pinna dorsale si costituisce di circa 10 spine, che gli hanno dato, invece, il nome scientifico di Amphiprion: dal greco amphi, ovvero “su entrambi i lati” e prion cioè “sega”, in quanto il bordo della pinna appare seghettato.
Sono chiamati anche pesci anemone dal nome del tipo di attinia in cui trovano più spesso rifugio.
L’habitat
Presente lungo tutte le barriere coralline dell’Oceano Pacifico, Indiano e del Mar Rosso, non è però diffuso nei Caraibi, perché ha bisogno di vivere vicino ad alcuni tipi di anemoni di mare (Heteractis, Stoichactis) e di attinie (Actiniaria).
Il pesce pagliaccio vive strettamente associato a questa pianta parte della barriera corallina, e trova rifugio tra i suoi rami. Grazie ad una mucosa e che gli ricopre il corpo, è immune dal liquido urticante secreto dai loro tentacoli.
Si tratta di una relazione di simbiosi mutualistica, perché il pesce si nasconde, trova il cibo tra i residui e depone le sue uova nelle ramificazioni in queste varietà, ma al contempo le protegge e le nutre, respingendo anche gli attacchi dei pesci.
Inoltre fa da esca per i piccoli predatori che vorrebbero mangiarlo, di cui si nutrono invece le attinie e gli anemoni. Il loro liquido li avvelena e se ne possono cibare.
Non da ultimo, questo pesce colorato smuove e ossigena l’acqua circostante, aiutando queste piante marine a respirare.
Cosa mangia il pesce pagliaccio
Il cibo preferito sicuramente è il plancton, tuttavia gli piacciono anche i residui di altri pesci che trova tra i tentacoli degli anemoni in cui si rifugia.
La riproduzione del pesce pagliaccio
Formano coppie stabili e hanno innumerevoli nemici. Tra i pesci pagliaccio è la femmina a dominare. L’unico maschio sessualmente maturo è il suo compagno. Una volta morta la femmina, il maschio cambia sesso prendendone il posto e tutti gli altri slittano avanti nella gerarchia.
Sono prolifici, infatti possono deporre dalle 200 alle 400 uova. Una volta accatastate, verranno manutenute dal maschio, che divorerà quelle ammuffite o morte. Ci vuole all’incirca poco più di una settimana per la schiusa, che avviene solitamente in orari notturni.
Il comportamento del pesce pagliaccio
Altra loro caratteristica è la capacità di cibarsi degli avanzi. Tengono infatti puliti gli anemoni dai parassiti, utili anche come nido per deporre le uova. È il maschio a creare il giaciglio, rosicchiandone i ciuffi d’alga infestante.
I pesci pagliaccio sono territoriali, ma non è insolito trovarli in piccoli gruppi tra le anemoni, piante acquatiche velenose che questi animali riescono a neutralizzare. Risultano anche particolarmente buffi, in quanto le loro pinne arrotondate, consentono loro solo di effettuare piccoli spostamenti.
Il pesce pagliaccio nell’acquario
Analogamente ad altri animali che possono essere tenuti negli acquari, come ad esempio i pesci tropicali, il pesce palla, il pesce persico, pesce gatto ed il classicissimo pesce rosso, che è velenoso e si gonfia per paura, non ci sono esigenze specifiche.
Vale a dire:
- volume minimo della vasca di 250-350 l
- temperatura dell’acqua costante e mai sotto i 24°
- densità dell’acqua da 1021 a 1024
- pH dell’acqua tra 8 e 8,3
È consigliato tenere una coppia della stessa specie, meglio ancora se convive con un paio di altre specie di pesci pagliaccio. Facile da allevare, è robusto e non ha particolari esigenze per essere nutrito, per cui si rivela adatto anche ai principianti.
Accetta mangime fresco, ma anche congelato ed essiccato come pesci, molluschi, artemie, krill. Inoltre, fintanto che non ci sono predatori (come avviene in genere negli acquari), ha una lunga durata di vita superiore a 10 anni. Addirittura la varietà dell’Amphiprion ocellaris arriva a 21 anni, un impegno decisamente a lungo termine…
Si consiglia sempre, anche se non è obbligatorio, scegliere un anemone di mare compatibile le abitudini di questo pesce, come ad esempio l’Entacmaea quadricolor, facilmente accettato da tutte le specie, anche se l’associazione non è presente in natura, dal momento che questo tipo di anemone non esiste nell’oceano da cui proviene il pesce).
L’unica accortezza per creare una buona simbiosi, è di sistemare prima l’anemone e attendere un paio di settimane prima di introdurre il pesce pagliaccio.
Infatti, se l’anemone viene messo nell’acquario contemporaneamente (o peggio ancora, dopo) al nostro amico Nemo, quest’ultimo disturberà o addirittura molesterà l’anemone fino a portarlo alla morte.
Il costo di un pesce pagliaccio
La specie più comune e più economica è la Amphiprion ocellaris et la Amphiprion percula, che si aggirano su costo medio di circa 18,50 euro. Si possono comunque trovare la maggioranza di varietà in una fascia dai 14,50 ai 35 euro.
Altre informazioni
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Ultimo aggiornamento il 1 Aprile 2022 da Rossella Vignoli
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