Petrolio estratto alle Canarie, ma la popolazione non vuole
La Spagna preoccupata. C’è la concreta possibilità che il petrolio sia estratto alle Canarie, rovinando queste isole e il loro mare incontaminato. L’azienda Repsol ha infatti inserito le isole di Lanzarote e Fuerteventura nel suo piano di estrazione.
Il Governo delle isole e buona parte del Parlamento autonomo locale hanno già ribadito la contrarietà all’estrazione ma il premier Mariano Rajoy non sembra volere ascoltare e giustifica questa scelta con la creazione di nuovi posti di lavoro in un momento di grave disoccupazione per il paese iberico. Ma le stime in tal senso sono contraddittorie. Inizialmente la Repsol aveva parlato di 52.000 posti di lavoro creati da un’eventuale piattaforma estrattiva tra le isole, che poi sono scesi addirittura a 5mila.
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Il piano di trivellazioni ha molti aspetti negativi tra cui i danni per eventuali perdite di greggio, che creerebbero enormi problemi per il consumo di acqua potabile delle isole. Infatti l’acqua è presa dal mare e poi desalinizzata. Altra nota dolente è il turismo, che attrae 12 milioni di persone ogni anno, soprattutto per i paesaggi vulcanici e la natura selvaggia di queste isole. E ancora, la zona è ad alto rischio sismico e trivellazioni ad ampie profondità come quelle previste dal progetto, potrebbero scatenare fenomeni di sismici.
Sulla questione è aperto un contenzioso giudiziario, iniziato nel 2001 con il governo di Aznar. I lavori furono già fermati nel 2004, per decisione del Tribunale Supremo, durante il governo socialista di Zapatero, contrario alle trivellazioni, mentre ora, con la destra di nuovo al potere il progetto ha ripreso piede.
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Adesso si attende che la Suprema corte di Spagna si pronunci sui sette ricorsi che diverse istituzioni e associazioni hanno avanzato dal 2012, quando sono stati dati i permessi dal Ministero dell’Ambiente. Tra questi che i cittadini delle Canarie vengano consultati attraverso un referendum.
Speriamo che questa assurdità sia fermata una volta per tutte.
Ultimo aggiornamento il 16 Gennaio 2024 da Rossella Vignoli
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