Plumbago: tutto su questa pianta rampicante decorativa
La Plumbago è una pianta rampicante molto decorativa, che allieta balconi e terrazzi con i suoi fiori colorati: per questo è nota anche come “geranio azzurro”. Scopriamo come prendercene cura per coltivarla con successo.
Sommario
Plumbago: descrizione della pianta
La pianta di Plumbago è del tipo sempreverde ed ha un portamento arbustivo e rampicante. Appartiene alla famiglia delle Plumbaginaceae.
Ne esistono diverse varietà, molto diverse tra loro, ma una delle principali è la Plumbago capensis o auriculata, originaria dell’Africa del Sud.
Si presenta con rami molto sottili, il fusto è del tipo semilegnoso e può arrivare a 4 metri di altezza, anche 6 metri nelle zone tropicali.
I fiori si radunano in gruppetti da 20 a formare piccoli ombrelli di colore azzurro. Questa pianta difatti viene chiamata anche gelsomino azzurro. La fioritura avviene nel periodo tra aprile e ottobre. Le foglie sono verdi e di forma ovale.
Può svilupparsi creando ampi cespugli o riempire pergolati e tralicci, ma solo grazie alla presenza di appositi sostegni, per evitare l’aspetto ricadente.
Plumbago: coltivazione
Generalmente questa specie non necessita di particolari accortezze. Vediamo quindi come prendercene cura per adornare i nostri esterni con una bella fioritura.
Clima ed esposizione
La plumbago si presenta come una pianta rustica, anche se teme il freddo e le gelate. Per questo va coltivata in casa se vivete in zone dove gli inverni sono rigidi. Altrimenti può essere collocata all’esterno, come è il caso del Sud Italia.
Ama le posizioni soleggiate che ne garantiscono una ricca e copiosa fioritura, ma senza esagerare con le ore di sole diretto. Va riparata dal vento e dalle basse temperature.
Messa a dimora
La messa a dimora va fatta a primavera, scegliendo un terreno drenato, acido e sabbioso. Anche se va coltivata in giardino, si suggerisce sempre di creare un substrato con dell’argilla espansa. Questo favorirà un corretto drenaggio dell’acqua, evitando quei pericolosi ristagni.
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Irrigazioni
La plumbago necessita di costanti irrigazioni, soprattutto nel periodo estivo. D’inverno si possono diradare anche una volta ogni due settimane, avendo l’accortezza di controllare sempre che il terreno non sia troppo asciutto.
Nello stesso tempo, attenzione ad un eccesso di acqua che potrebbe solo favorire marciume radicale. Il metodo migliore per verificare le esigenze della pianta è sempre quello di affossare un dito nel terreno per controllarne l’umidità. Non fidatevi solo di osservare lo strato superficiale, perchè potrebbe trarvi in inganno.
Da primavera all’inizio dell’autunno è bene unire all’irrigazione del concime liquido. L’operazione va ripetuta almeno una volta alla settimana. Inoltre bisogna controllare sempre che il microclima sia umido, per cui è fondamentale vaporizzare le foglie con dell’acqua piovana o demineralizzata.
Moltiplicazione
Fra le tecniche di moltiplicazione la talea va per la maggiore e dà molte soddisfazioni. Si procede in estate, creando una talea di circa 10 cm che andrete a sistemare in un vaso con del terriccio umido.
Si ricopre il vaso con un telo di plastica e lo si sistema al buio. Ogni giorno si scopre il telo per eliminare l’eventuale condensa e verificare l’andamento. Quando compaiono i primi germogli, si può togliere il telo. Di lì a poco la talea potrà essere rinvasata.
Potatura
La potatura si ritiene necessaria in quanto la pianta va contenuta nelle sue dimensioni. Inoltre il taglio favorisce una crescita più sana e vigorosa.
Si consiglia sempre di procedere durante la stagione primaverile nel caso in cui l’inverno sia particolarmente rigido. Così non vi saranno danni per la pianta.
Rinvaso
Il rinvaso va effettuato anch’esso a inizio primavera, scegliendo sempre dei vasi di terracotta che garantiscono una maggiore traspirazione.
Di anno in anno si dovrà ripetere l’operazione, avendo l’accortezza di acquistare vasi via via più grandi per accogliere la pianta che nel frattempo avrà aumentato le sue dimensioni.
Malattie e parassiti
In alcuni casi la plumbago potrebbe essere attaccata dalla cocciniglia o dagli afidi.
Generalmente la plumbago soffre per eccesso di acqua, causa di marciume alle radici, o per clorosi fogliare, data da acqua troppo dura o terreno non adatto.
Altre varietà di plumbago
Oltre alla plumbago capensis o auriculata, esistono altre varietà molto differenti.
Plumbago indica
Questa pianta è originaria dell’Asia meridionale e si caratterizza per i suoi fiori rossi riuniti in spighe. Le sue fioriture sono poco copiose.
Plumbago rosea
Sempre dagli stessi luoghi proviene invece la P. rosea, una pianta molto piccolina e adatta ad essere coltivata in vaso. Anche in questo caso i fiori sono di colore rosso.
Plumbago zeylanica
I fiori sono bianchi e molto piccoli, ed è del tipo semirampicante. Desidera luoghi soleggiati e va coltivata in vaso.
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Ultimo aggiornamento il 27 Novembre 2018 da Rossella Vignoli
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