Potatura albicocco: tecniche, periodo e tipologie per avere una pianta sana e frutti abbondanti
Potatura albicocco: deve essere eseguita osservando alcune semplici regole di base. Tra gli alberi da frutto tipici del Mediterraneo, infatti, è uno dei più apprezzati e coltivati in molte regioni poiché non necessita di particolari cure o accorgimenti. Vediamo quando, come e con quali strumenti è opportuno procedere alla potatura di questa pianta.
L’albicocco è una pianta fruttifera che ben si adatta ai climi temperati tipici delle nostre regioni. È in grado di regalare generose quantità di albicocche, precedute da bellissime fioriture. Si tratta di una pianta frondosa caratterizzata da uno sviluppo vegetativo copioso e rapido, ragion per cui ha bisogno di essere sottoposta a regolari potature.
La potatura dell’albicocco è importante anche per conferire alla pianta la forma desiderata, oltre che per contenere lo sviluppo dei rami. Deve essere regolare e selettiva. In altre parole, deve essere eseguita in maniera mirata al controllo della produzione dei frutti, selezionando i rami fecondi.
Tuttavia, la potatura non incide tanto sulla qualità dei frutti ma sulla quantità, a seconda del numero di rami fruttiferi che si decide di conservare.
Per eseguire una corretta potatura è necessario conoscere a fondo le caratteristiche della pianta, il clima e la varietà coltivata. Piantarli e prendersene cura significa scegliere le varietà più adatte al nostro spazio e coltivarle al meglio. Ecco qualche spunto interessante, sopratutto per chi non è un esperto di giardinaggio.
Potatura albicocco: tecniche e tipi
La potatura dell’albicocco può essere fondamentalmente di due tipi:
- di allevamento
- di produzione
La potatura di allevamento (detta anche ‘di formazione’) è finalizzata principalmente a conferire una certa forma alla chioma, più per finalità estetiche che produttive. Nel caso di un albicocco coltivato in giardino a scopo ornamentale, infatti, i tagli potranno donare all’arbusto una forma a spalliera in modo da addossarlo a muri, viali o recinti.
Nel caso, invece, in cui la potatura dell’albicocco sia di tipo produttivo, i tagli eseguiti vengono definiti di ‘ritorno‘. Ciò vuol dire che vengono tagliati i rami immediatamente dopo quelli laterali che in questo modo diventano produttivi, aumentando così la capacità fruttifera della pianta.
La potatura di allevamento può essere propedeutica anche alla coltivazione della pianta in vaso. In questo caso i tagli conferiscono all’arbusto una forma a imbuto, con uno scheletro formato da tre o quattro rami principali, o a palmetta, con rami obliqui, ma senza conferire forme geometriche.
Come si fa
Per quanto riguarda la potatura da allevamento, la prima volta si procede a un’altezza che va dai 30 ai 2 metri dal suolo. Questo dipenderà dalla forma che si vuole conferire all’albero e alla sua chioma.
Dopo la prima potatura, infatti, cominceranno a svilupparsi i rami che daranno alla pianta la forma desiderata. Per la forma a spalliera si procederà con tagli dal basso, anche al di sotto dei cinquanta centimetri dal suolo.
Una volta che l’albicocco avrà assunto la forma desiderata, si potrà abbinare anche una potatura di produzione. Dovranno essere eliminati i rami secchi e improduttivi e quelli in eccesso che non lasciano penetrare la luce tra i rami produttivi.
In base alla varietà, la potatura di produzione dell’albicocco può essere eseguita anche con la tecnica del rinnovo che consiste nell’accorciare i rami misti o curvi che crescono vigorosamente ma non fruttificano. Questa tecnica, infatti, stimolerà la crescita delle gemme apicali che produrranno poi i frutti.
E’ bene ricordare che i tagli non devono mai essere troppo drastici. La corteccia dell’albicocco, infatti, cicatrizza molto lentamente. Le ferite devono essere coperte con mastice o con una miscela di acqua e colla vinilica che svolge anche un’azione disinfettante e protettiva sulla pianta.
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Gli attrezzi da utilizzare per la potatura sono:
- cesoie
- forbici
- seghetti
Questi devono essere accuratamente puliti e disinfettati prima e dopo l’uso. Tagli imprecisi, effettuati con attrezzi sporchi o ferite non perfettamente cicatrizzate possono dar vita a malattie fungine e batteriche molto pericolose per la vita della pianta.
Quando si fa
La potatura dell’albicocco si effettua nei primi 4 anni di vita della pianta. Il primo taglio, in particolare, è quello più importante perchè conferirà la forma definitiva alla chioma. I tagli successivi sono tesi più che altro all’eliminazione dei rami in eccesso e al contenimento dello sviluppo vegetativo della pianta.
La potatura deve essere eseguita preferibilmente in primavera e all’inizio dell‘estate quando i rami sono ricchi di foglie. Nel caso dell’albicocco, in effetti, si parla di potatura verde e va da marzo a fine maggio e da giugno e fine luglio. Nel primo periodo si taglieranno i rami in eccesso più corti (max 20 cm).
Nella seconda fase si taglieranno i rami misti (30-70 cm). Un’ultimo taglio deve essere eseguito a fine agosto quando lo sviluppo delle gemme è ormai completato.
Potatura albicocco: forme
Come abbiamo detto, attraverso la potatura si possono determinare le forme da conferire alla pianta. Generalmente si individuano 3 forme di allevamento comuni anche ad altre piante da frutto:
- vaso
- fusetto
- vaso ritardato
L’albicocco coltivato a vaso deve essere potato seguendo una forma allargata della chioma. Si parte da una base abbastanza ristretta che si allarga man mano che si sale verso l’alto.
Questa forma di allevamento colturale si ottiene mantenendo pulita e ben areata la parte interna della chioma. La forma a fusetto prevede invece l’uso di sostegni. In questo caso, infatti, si privilegia lo sviluppo verticale della pianta coltivata, generalmente in filari. Per finire, la forma del vaso ritardato è ideale per la coltivazione delle piante di piccole dimensioni, che non superano i due metri di altezza.
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Ultimo aggiornamento il 30 Gennaio 2018 da Rossella Vignoli
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