Primi fiori coltivati nello spazio
Fino ad oggi, nello spazio erano state coltivate solo lattuga e piantine verdi, come quelle che aveva visto sbocciare Paolo Nespoli nel 2011. Con l’anno nuovo, invece, potremmo vedere sbocciare in orbita i primi fiori, in una speciale serra a bordo della stazione spaziale. I fiori in questione sono le zinnie.
A seminare i primi «fiori spaziali» nella serra sperimentale chiamata Veggie è stato l’astronauta della NASA Kjell Lindgren. L’esperimento fornirà informazioni su altre piante da fiore che potrebbero essere coltivate nello spazio, compresi ortaggi da frutto.
Qual è lo scopo di questa coltivazione? A spiegarlo è Trent Smith, del Kennedy Space Center, impegnato nell’esperimento Veggie: «Le zinnie sono un test per coltivare piante da frutto come pomodori, da mangiare nello spazio». La coltivazione di pomodori è infatti prevista entro il 2017 e l’esperimento delle zinnie farà capire quanto ciò sarà possibile.
Ma il test servirà anche per capire qual è l’impatto dei fiori sul morale degli astronauti, sulla conservazione dei semi in orbita e dati utili a stabilire se il polline possa causare problemi. Infatti il presupposto è che coltivare una pianta da fiore sia decisamente più impegnativo rispetto alla lattuga, quindi sarebbero maggiori le probabilità di successo con specie edibili, dopo questo primo esperimento con le zinnie.
Inoltre, questi fiori impiegano 60 giorni per crescere, cioè il doppio del tempo impiegato dalla lattuga romana. Al fine di simulare il ciclo di giorno e notte, e stimolare le piante a fiorire, sono state utilizzate delle luci a LED, che restano accese per 10 ore e spente per 14 ore.
La serra è stata sviluppata dall’azienda americana Orbital Technologies e nell’agosto scorso ha già dato il primo raccolto di lattuga rossa romana; primo caso di verdura coltivata e mangiata nello spazio.
Come detto però, il primo caso risale a febbraio 2011, quando il ”nostro” astronauta Nespoli aveva visto spuntare piantine della famiglia del crescione nella piccola serra che faceva parte degli esperimenti della missione MagIsstra.
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Ultimo aggiornamento il 24 Agosto 2018 da Rossella Vignoli
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