Scopriamo le proprietà dell’Elicriso, una pianta spontanea ricca di utili proprietà
Resistente e facile da curare, sprigiona un delizioso profumo di liquirizia
Scopriamo tutti i benefici e le proprietà dell’Elicriso, una pianta dal profumo di liquirizia, facile da curare, che ama il caldo e il clima mediterraneo. Inoltre, ricca di oli essenziali che le danno virtù antistaminiche, antibatteriche ed espettoranti.
Sommario
La pianta dell’Elicriso
Questa pianta, nome botanico, ha 500 varietà e fiorisce in piena estate, quando i suoi capolini spiccano nei campi per il color giallo-oro.
Tutte le varietà appartengono alla famiglia delle Asteraceae e si possono trovare in pianura, in collina e fino a 2000 m d’altezza.
Si tratta, infatti, di una pianta perenne molto diffusa nell’Europa Meridionale, in particolare nell’Italia centro-meridionale e nelle isole. Non teme i terreni aridi, sabbiosi, i luoghi e i climi torridi.
Ramificato alla base, ha foglie argentee, lineari e filiformi, ricoperte da una peluria biancastra che gli conferisce un colore grigio-verde. Fiorisce tra giugno e luglio ed emana un riconoscibile profumo simile alla liquirizia e alla menta.
Cresce sotto forma di piccolo arbusto, che difficilmente supera i 70 cm di altezza.
Tra le tante specie l’Helichrysum italicum ha alcune varietà interessanti come Helichrysum italicum serotinum che è molto compatto, ha foglie fini e un forte profumo, l’Helichrysum italicum microphyllum tipico della Sardegna, con foglie argentee molto piccole e un portamento cespuglioso e semi-cadente.
Altre specie da considerare per il giardino mediterraneo sono l’Helichrysum stoechas con foglie grigio-verde e fiori gialli precoci, l’Helichrysum arwae, con un portamento prostrato
e fiori bianchi, l’Helichrysum petiolare, con un portamento strisciante e fiori bianco-crema, e l’Helichrysum orientale con steli bianchi e lanosi e fiori giallo chiaro.
Elicriso italico
È chiamato anche ‘immortale d’Italia’ o ‘semprevivo’ per via della sua caratteristica di alta resistenza a diversi climi, alle alte temperature e alla secchezza del terreno. La specie più conosciuta e studiata tra le tante è l’Helichrysum italicum (Roth) G. Don
Varie sottospecie dell’Italicum sono difffuse nell’area tirrenica, come l’Helichrysum italicum microphyllum, , mentre in Sicilia esistono due specie autoctone come l’Helichrysum siculum Boiss e l’Helichrysum pendulum.
Elicriso sardo
Le varietà endemiche in Sardegna sono l’Helichrysum saxatile Moris , l’Helichrysum montelinasanum Schmid e una sottospecie dell’Helichrysum Italicus, la varietà Microphyllum.
Chiamato anche l’oro di Sardegna, è un arbusto estremamente diffuso e fa parte della macchia mediterranea. Nell’isola viene utilizzato per farne un liquore, ottenuto dalla macerazione alcolica dei suoi fiori. Se ne confezionano anche unguenti e oli per la tosse e la cicatrizzazione delle ferite.
Nell’isola viene chiamato anche in vari modi, da Buredda a Scavicciu e Scova de Santa Maria.
Come coltivare l’Elicriso
L’Helichrysum italicum è una pianta molto diffusa nell’area mediterranea, capace di una notevole adattabilità, che riesce a fiorire in diversi tipi di terreno e altitudine. Grazie al suo fogliame argentato, al profumo caratteristico di liquirizia mista a miele, ed al fatto che che sia piuttosto semplice da curare, è molto apprezzata anche tra le piante da balcone o da giardino.
Predilige climi aridi e secchi, una posizione in pieno sole per beneficiare al massimo del calore di cui ha bisogno. Non ama i venti secchi e freddi e l’umidità invernale.
Ecco alcuni consigli per coltivarla con successo:
- Esposizione: essendo una pianta della macchia mediterranea ama il pieno sole pieno, con almeno 6-8 ore di luce diretta al giorno. Tollera bene il caldo e la siccità.
- Clima: resiste a brevi gelate, ma in inverno è meglio proteggerlo con una pacciamatura spessa. soprattutto nelle zone con climi rigidi, con un telo di tessuto non tessuto o pacciamatura la base con paglia o foglie secche.
- Terreno:ha bisogno di un terreno leggero, asciutto, ben lavorato, sabbioso o sassoso, ma sempre ben drenato, poiché teme i ristagni d’acqua, che possono causare marciume radicale. Scegliete terreni sabbiosi o rocciosi, poveri di sostanza organica. Un terreno troppo ricco può compromettere la produzione di oli essenziali e rendere la pianta più suscettibile alle malattie.
pH. Preferisce un pH leggermente alcalino. - Irrigazione: annaffiate moderatamente poiché questa pianta ama il caldo e non teme la siccità, controllate con il dito e irrigate solo quando il terreno è asciutto. Meglio la mancanza d’acqua che l’eccesso ed evitate che l’acqua ristagni nel sottovaso.
- Concimazione: non necessita di molta concimazione, se non è in piena terra, andrà fatta una leggera concimazione organica in primavera, evitando concimi ricchi di azoto.
- Potatura: solo dopo la fioritura primaverile-estiva, basta fare un cimare poco invasiva degli apici vegetativi per favorirne una crescita compatta e cespugliosa, eliminando i rami secchi o danneggiati.
- Moltiplicazione: per talea, da giugno ad agosto, prelevate un ramo compreso della parte semi-legnosa e piantarlo in un substrato leggero e ben drenato. Tenete in un luogo caldo e terreno fresco finché la nuova pianta clone della pianta-madre non attecchisce con le radici, poi potete metterla a dimora. Si può anche seminare e tenete a 13°-16°, ma la germinazione sarà essere lenta e irregolare. Seminate in primavera, concimando bene.
Quali sono i nemici dell’Elicriso
Questa pianta mediterranea è minacciata dagli afidi, in particolare i giovani germogli. Si possono staccare a mano con una soluzione a base di sapone di Marsiglia.
Può svilupparsi in condizioni di elevata umidità anche la muffa grigia e lo oidio.. Per questo è sempre bene dare una buona ventilazione alla pianta ed evitare i ristagni d’acqua.
La raccolta dei fiori
Quando sono ancora in boccio o appena aperti, nelle ore più fresche della giornata, possono essere colti solo i capolini, lasciando la parte legnosa.
Una volta essiccati al riparo dalla luce diretta del sole in una zona arieggiata, si possono usare per tisane e infusi.
Com’è il profumo dell’Elicriso
L’intenso aroma emanato da questa pianta è un mix di varie piante: liquirizia, menta e camomilla.
Il fiore dell’Elicriso
L’aspetto dei fiori e la predisposizione della pianta a crescere in luoghi impervi, rocciosi, molto assolati e aridi, è direttamente collegato alla sua origine etimologica, che deriva dal greco helios (‘sole’) e chrysos (‘oro’).
Si tratta di piccoli capolini che spuntano a ombrello alla sommità degli arbusti. Sono di piccole dimensioni e di colore giallo-dorato.
Dal profumo persistente, possono essere comprati già essiccati in erboristeria per profumare la biancheria pulita di armadi e cassetti.
Le proprietà dell’Elicriso
Oltre ad essere una pianta ornamentale e decorativa, dai capolini si ottiene il profumatissimo olio essenziale di Elicriso.
Molto usato in cosmetica per la preparazione di fragranze e profumi e in aromaterapia per le sue virtù calmanti sul sistema nervoso, per sostenere la pressione sanguigna e favorire la digestione.
In fitoterapia se ne utilizzano soprattutto i capolini gialli, cioè le sommità fiorite della pianta, che presentano numerosi principi attivi.
È ricco di oli essenziali, flavonoidi e triterpeni che conferiscono alla pianta proprietà antistaminiche, antibatteriche e antinfiammatorie, balsamiche ed espettoranti, antiallergiche, diuretiche e spasmolitiche.
Un mix di virtù che lo rende un ottimo rimedio naturale per varie affezioni e disturbi.
Cure naturali con l’Elicriso
Si usa per curare naturalmente, se assunto per via esterna:
- Allergie e infiammazioni respiratorie: riduce i sintomi di allergie, asma, bronchite e tosse, e può essere assunto sotto forma di tisane, infusi o tintura madre.
- Problemi digestivi: Può favorire la digestione e alleviare i sintomi di gastrite, colite e meteorismo. Si può assumere sotto forma di tisane o tintura madre.
- Problemi circolatori: L’elicriso può migliorare la circolazione sanguigna e linfatica. Può essere utile in caso di gambe pesanti, edemi e varici. Si può assumere sotto forma di tintura madre o capsule.
- Stress e ansia: L’elicriso ha proprietà rilassanti e può aiutare a ridurre lo stress e l’ansia. Si può assumere sotto forma di tisane o tintura madre.
- Fegato e cistifellea: Può favorire la funzionalità epatica e biliare. Si può assumere sotto forma di tintura madre.
Applicando una crema o pomata a base di elicriso sulla zona interessata cura anche eczemi, dermatiti, psoriasi.
A cosa serve l’olio essenziale elicriso
Noto per le sue proprietà lenitive, antinfiammatorie, cicatrizzanti e antibatteriche, l’olio essenziale si usa per via esterna per:
- Ustioni, scottature solari: l’olio essenziale di elicriso, diluito in un olio vettore (ad esempio olio di mandorle dolci), può aiutare a lenire il dolore e a favorire la rigenerazione della pelle. Attenzione: non deve essere applicato puro sulla pelle, ma sempre diluito
- Ferite, cicatrici: promuove la cicatrizzazione e aiuta a ridurre la formazione di cheloidi
- Acne: aiuta a combattere i batteri responsabili dell’acne
- Couperose, rosacea: aiuta a ridurre il rossore e l’infiammazione
- Dolori muscolari e articolari: diluito in un olio vettore, può essere massaggiato sulla zona dolorante per alleviare dolori muscolari, articolari, reumatici e mal di schiena.
Come si assume l’Elicriso
In cosmesi viene utilizzato principalmente l’olio essenziale per la preparazione dei profumi. Aggiungendo alcune gocce di olio essenziale a shampoo e balsamo, si renderà la chioma più pulita e splendente.
In fitoterapia, si impiega per uso esterno:
- Impacco. I fiori secchi in impacco servono a trattare la pelle matura e fragile, cicatrici e acne e anche per il trattamento delle scottature.
- Miellito: è il macerato di fiori freschi in miele
- Decotto. Basterà far bollire, per 5 minuti, una manciata di fiori in un pentolino con dell’acqua. E applicare sulla parte interessata. Si usa il taglio tisana.
- Soluzione idroalcolica
- Tintura oleosa: estratto in olio
- Crema. L’estratto acquoso puro o in associazione ad altre piante
Per uso interno si utilizzano solo:
- Tintura madre: è efficace per il trattamento delle allergie. La posologia generale è di 20-30 gocce in un po’ d’acqua, 2-3 volte al giorno, prima dei pasti, almeno 2 settimane prima del cambio di stagione.
- Infuso: per la cura della tosse si può effettuare un infuso di capolini essiccati a cui unire del miele di tiglio, che oltretutto ne smorza il sapore forte. Da consumare 4 volte al giorno, poi 1 dopo la prima scomparsa dei sintomi. Controindicato in gravidanza e allattamento. Le stesse dosi dell’infuso, ovvero 2-3 cucchiaini in 250 ml di acqua e far bollire.
- Tisana: in caso di influenza, tosse e raffreddore. Le dosi consigliate sono 1 cucchiaino in una tazza di acqua bollente (per uso interno) oppure 1-2 cucchiaini di fiori secchi in una tazza da 250 ml di acqua bollente, per 2-3 volte al giorno. Usare il taglio tisana.
- Olio essenziale. In combinazione con l’olio essenziale di lavanda e di tea tree oil è utilizzabile per lenire le reazioni cutanee associate alla chemioterapia e per l’acne indotta dalla chemioterapia. Diluire sempre l’olio essenziale in un olio vettore (come olio di mandorle dolci) in una concentrazione del 2-5%.
Come applicare l’olio essenziale di Elicriso
L’olio essenziale non va mai applicato puro direttamente sulla pelle, bensì mescolato ad una crema o ad un olio vettore in varie proporzioni, circa 1:2 o 1:3.
Per la cura dei geloni, ad esempio, si consiglia di abbinare l’olio essenziale all’oleolito di calendula.
Miscelato ad altri oli essenziali può dare sollievo in caso di dolore muscolare, problemi respiratori e dell’apparato digerente.
Si può utilizzare nella sauna o in un bagno e può essere d’aiuto in caso di dolori muscolari, problemi respiratori e disturbi del sistema digestivo.
In profumeria è impiegato per alcune eau de toilette piuttosto famose, come l’Eau Noire di Dior.
Come essiccare l’Elicriso
Per essiccare i fiori, è bene raccogliere i capolini, ovvero le sommità fiorite dell’arbusto in piena fioritura, evitando la parte legnosa.
Devono essere fatti essiccare all’aria aperta, all’ombra, a testa in giù, per evitare la perdita dell’olio essenziale presente e delle sue sue sostanze attive.
I fiori secchi potranno poi essere impiegati sia per gli infusi e i decotti, che per farne un oleolito.
Cosa fare con i fiori secchi di Elicriso
I fiori secchi dell’Helichrysum italicum conservano il loro aroma intenso e loro bellezza anche dopo l’essiccazione, e possono essere utilizzati in diversi modi:
- Bouquet di fiori secchi: si presta benissimo alla creazione di mazzi di fiori secchi, da solo o in combinazione con altre specie. Mantiene il suo colore e la sua forma per lungo tempo.
- Pot-pourri: aggiunge colore e profumo ai pot-pourri, insieme ad altri fiori secchi, spezie e oli essenziali.
- Candele e saponi: come ingrediente in candele e saponi artigianali per un tocco decorativo e profumato.
- Infusi e tisane: per le proprietà digestive e antinfiammatorie possono essere impiegati per infusi e tisanei. Importante: consultare un medico o un erborista prima di utilizzare l’elicriso per scopi terapeutici.
- Aromatizzare piatti: per via dell’aroma intenso può essere utilizzato per aromatizzare alcuni piatti, come risotti, carni bianche e dolci, ma è da usare con parsimonia, in quanto il sapore può essere molto forte.
- Oleolito: per le proprietà antinfiammatorie, cicatrizzanti e antibatteriche è utilizzato per la cura della pelle, per trattare eczemi, psoriasi, cicatrici e ustioni.
- Bagni rilassanti: aggiungere fiori secchi all’acqua del bagno per un’esperienza rilassante e profumata
- Repellente naturale per insetti: preparare dei sacchettini di tulle riempiti con fiori secchi da usare come repellente naturale per insetti, in particolare per le tarme.
- Conservazione:
Conservare i fiori in un luogo fresco, asciutto e buio per preservarne il colore e l’aroma.
Ricorda che, per usare in culinari e nei cosmetici l’Elicriso, è importante impiegare quello proveniente da fonti sicure e biologiche, e consultare un esperto prima dell’uso, soprattutto in caso di gravidanza, allattamento o patologie.
Come usare le foglie di Elicriso
Le foglie possono essere usate come i fiori, grazie all’aroma caratteristico e alle loro proprietà benefiche.
- Infuso: come per i i fiori, l’infuso di foglie favorisce la digestione e aiuta in caso di tosse e raffreddore. Versate 250 ml di acqua bollente su 2-3 cucchiaini di foglie, lasciare in infusione per 5-10 minuti, filtrate e bevete
- Decotto: fate bollire 2-3 cucchiaini di foglie con 250 ml di acqua per alcuni minuti, può essere utilizzato per impacchi e lavaggi per lenire irritazioni cutanee, punture di insetti e piccole ferite. Lasciate raffreddare prima dell’applicazione
- Aromatizzare piatti: possono essere utilizzate con parsimonia per aromatizzare piatti a base di carne, pesce o verdure. Il loro sapore è più intenso e leggermente amaro rispetto ai fiori, quindi è consigliabile usarle con cautela. Possono essere aggiunte durante la cottura o utilizzate per preparare marinate
- Liquori e aceti aromatizzati: infuse in alcol o aceto permettono di fare un liquore o un aceto aromatizzato.
- Bagni rilassanti: se aggiungete una manciata abbondante di foglie all’acqua del bagno otterrete un effetto rilassante e aromatico
- Suffumigi: per liberare le vie respiratorie in caso di raffreddore o sinusite
- Repellente naturale per insetti: come i fiori, anche le foglie secche possono essere utilizzate in sacchetti profumati per tenere lontani gli insetti, in particolare le tarme
- Pacciamatura: come pacciame per proteggere le piante dal freddo e dalle erbe infestanti
- Compost: aggiunte al compost lo arricchiscono di sostanze nutritive
Vanno essiccate all’aria e conservate in un luogo fresco, asciutto e buio per preservarne le proprietà e l’aroma
Come fare l’oleolito di Elicriso
Potete fare un oleolito di elicriso che permette di trasferire i principi attivi liposolubili dai fiori all’olio vettore. V occorrono:
- 100 gr di capolini di elicriso essiccati
- 500 ml di olio di riso o di mandorle dolci
Preparazione. Fate macerare i fiori in un barattolo di vetro scuro con coperchio ermetico con l’olio prescelto al buio, per 40 giorni, avendo cura di scuoterlo quotidianamente. Trascorso questo periodo, filtrate con una garza e travasate in un contenitore scuro.
Va conservato al buio in un barattolo di vetro scuro. Potrà essere applicato direttamente sulla parte dolorante o unito all’oleolito di arnica. Dalle proprietà cicatrizzanti e lenitive, è perfetto per l’acne, la dermatite, e le smagliature.
Fonti e bibliografia
Ecco alcune fonti bibliografiche e studi scientifici sulle proprietà dell’Elicriso in fitoterapia e possibili applicazioni per la salute, in inglese e in italiano:
- Helichrysum italicum: From traditional uses to scientific data, di Saleh, D., et al., 2016, Journal of Ethnopharmacology, 180, 52-68
- Helichrysum italicum: A medicinal plant with multiple biological activities, di Antunes Viegas, D., et al. (2014), Industrial Crops and Products, 62, 192-206
- Anti-inflammatory activity of Helichrysum italicum (Roth) G. Don, di Rigano, D., et al., 2013, Journal of Ethnopharmacology, 147(2), 488-496
- In vitro activity of Helichrysum italicum essential oil against Propionibacterium acnes, di Nostro, A., et al., 2007, Letters in Applied Microbiology, 45(1), 23-28.
- Antioxidant activity of essential oils from Helichrysum italicum (Roth) G. Don, di Lazzara, R., et al., 2009, Flavour and Fragrance Journal, 24(3), 149-154
In italiano citiamo i libri:
- Fitoterapia: impiego razionale delle droghe vegetali, di F. Firenzuoli
- Erbe Aromatiche e Piante Medicinali: Guida pratica di Fitoterapia, di S.Paci
- Guida completa alle erbe officinali: Benefici e utili al commercio, di R. Robi
Come usare l’Elicriso in cucina
Grazie al vago aroma di curry e di liquirizia, le sue foglie sono utilizzabili in cucina per aromatizzare una vasta varietà di piatti e minestre.
L’olelito ricavato dalla macerazione delle sommità fiorite è usato anche in cucina.
Se ne ricava anche un liquore e un miele particolare, che è in realtà è una miscela di resina e nettare. Infatti le api non succhiano solo il nettare dei fiori, ma lo mescolano alla resina che li ricopre. Si chiama anche ‘miele di spiaggia’, caratterizzato dall’aroma unico dei litorali mediterranei.
Chi non deve usare l’Elicriso
In alcuni casi può causare reazioni allergiche. Interagisce con alcuni farmaci, quindi è importante informare il medico o l’erborista di eventuali terapie farmacologiche in corso.
Le controindicazioni fino ad ora riscontrate, riguardano chi soffre di calcoli biliari e segue una terapia con farmaci anticoagulanti. Non è da assumere in gravidanza e allattamento.
In ogni caso, prima di consumare prodotti che lo contengono, si consiglia sempre di consultare il medico.
Curiosità sull’Elicriso
Come pianta legata al culto del sole, è da sempre simbolo di eternità. In molti paesi è conosciuto con il nome ‘semprevivo’ o ‘immortale’, per via del particolare colore dei fiori, che sembra non secchino mai. Già gli antichi Egizi lo raffiguravano in molte pitture e lo impiegavano per adornare le statue delle divinità.
Plinio parla delle sue proprietà come stimolante per la diuresi e del flusso mestruale. Mescolato con il miele, veniva utilizzato come pozione contro i morsi di serpente.
Ultimo aggiornamento il 15 Ottobre 2024 da Rossella Vignoli
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