Tutto sull’equiseto: proprietà, benefici per la salute e controindicazioni
Una pianta utilizzata in fitoterapia, ma anche efficace come fertilizzante naturale
Scopriamo le tante proprietà curative dell’equiseto, una pianta officinale nota anche con il nome di Coda Cavallina
In giardinaggio, il concime di equiseto è noto per le sue virtù fitostimolanti e per combattere le malattie crittogamiche che possono svilupparsi nelle coltivazioni. Non sorprende quindi che questa pianta selvatica offra anche alcuni benefici medicinali per l’uomo.
La pianta viene infatti utilizzata in fitoterapia per rinforzare unghie e capelli, ma che è efficace anche contro la cellulite per l’azione diuretica e depurativa.
Ma cominciamo a conoscerla meglio proprio dal signifcato del nome e dalle varianti con cui viene comunemente indicata.
Sommario
- Origine del nome Equiseto, coda cavallina e rasperella: cosa significa?
- Proprietà e descrizione botanica
- A cosa serve l’equiseto, quali sono i benefici della coda cavallina?
- Controindicazioni
- Attenzione: l’equisetum arvense, è l’unico da usare in fitoterapia, le altre specie vanno assolutamente evitate perchè tossiche, lo ribadiamo.
- Come assumere l’equiseto
- Come si usa in giardinaggio
- Altre piante medicinali da scoprire
Origine del nome Equiseto, coda cavallina e rasperella: cosa significa?
L’equiseto (nome scientifico Equisetum arvense), è noto anche come coda cavallina o volgarmente rasperella.
Questa pianta un vero e proprio fossile vivente: è presente sul nostro pianeta fin dall’era primaria, più di 250 milioni di anni fa.
Il nome rasperella deriva la latino asper= ruvido, rugoso. Il riferimento è chiaramente al suo potere abrasivo, in virtù dell’elevato contenuto di silicio. Per questa ragione, in antichità si utilizzava per levigare materiali di diverso tipo, come legno o avorio, oppure ancora per lucidare i metalli.
Sembra che il suo nome popolare di coda cavallina derivi invece dall’azione rinforzante che avrebbe sul pelo degli animali, e anche dei capelli e delle unghie, grazie alla sua ricchezza di silicio organico.
Proprietà e descrizione botanica
È una piccola pianta erbacea perenne diffusa sul tutto il Pianeta, ad eccezione dell’Australia e della Nuova Zelanda. È nota fin dall’Antichità per le sue molte proprietà, tra cui, soprattutto l’azione depurativa.
Si sviluppa in fusti cilindrici bianco-brunastri e nodosi che si differenziano in sterili e fertili. Non fa fiori, ma spighe ovali presenti sulla sommità dei sui fusti fertili, chiamati cauli.
Si riproduce per mezzo di spore poste nelle spighe, chiamate sporangi, che si aprono in primavera per liberare le spore, che daranno vita a nuove gemme sotterranee.
Cresce spontaneamente soprattutto nelle zone umide, lungo le sponde dei fiumi e dei fossi e preferisce terreni argillosi, compatti e poveri di humus.
A seconda del clima e delle latitudini, l’equiseto si presenta come pianta sempreverde (Tropici) e tende ad appassire nelle zone temperate o miti. Il suo nome deriva da arvensis cioè campestre.
Dal punto di vista botanico, la caratteristica principale dell’equiseto è la forma geofita rizomatosa, che porta cioè le gemme in posizione sotterranea.
Questa pianta, infatti, è uno tra gli organismi più antichi della Terra. Questa pianta è anche conosciuta come argilla vegetale proprio per le sue proprietà e la sua composizione minerale, ricca di sali di silicio.
A cosa serve l’equiseto, quali sono i benefici della coda cavallina?
Premesso che l’equiseto arvense è l’unica utilizzabile in ambito officinale, tutte le altre specie sono tossiche.
L’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) considera l’uso dell’equiseto (per via orale) “tradizionalmente consolidato” come “trattamento coadiuvante (complementare ai farmaci) per problemi urinari minori”.
Se ne sconsiglia l’uso per periodi superiori a quattro settimane e nei bambini di età inferiore ai dodici anni.
Inoltre, considera “tradizionalmente consolidato” l’uso di decotti di equiseto come “trattamento coadiuvante di ferite superficiali (applicazione topica)” in persone di età superiore ai 12 anni.
Come riconoscere l’equiseto buono da quello tossico?
Come anticipato solo l’equiseto di campo (Equisetum arvense) è quello da usare, anche se è più raro del tossico equiseto di palude (Equisetum palustre).
Per distinguerli, osservate gli steli: se le foglie e le spighe crescono contemporaneamente, si tratta di equiseto di palude.
L’equiseto di campo, invece, produce dapprima steli con sole spighe, che vengono poi sostituiti da steli con sole foglie in verticilli, che sono sterili.
L’equiseto di campo non supera i 40 cm e questa perenne che cresce in zone piuttosto umide è interessante in fitoterapia proprio per i suoi steli sterili. È possibile raccoglierli ed essiccarli.
Per evitare il rischio di confusione con specie tossiche, si consiglia di non raccoglere la pianta nei campi e di acquistarla solo in erboristeria o farmacia.
Effetti diuretici
È una pianta erbacea nota fin dall’antichità romana e greca, soprattutto per i suoi effetti diuretici e depurativi. Ma è anche un rimedio di salute naturale molto apprezzato presso altre culture.
Nella composizione chimica di questa pianta si rilevano diverse sostanze degne di nota.
Troviamo sali minerali, tra cui soprattutto il potassio insieme a calcio e magnesio, responsabili delle sue proprietà diuretiche. Ciò lo rende consigliato per eliminare le scorie metaboliche e per combattere la ritenzione idrica.
Per rimineralizzare le ossa
La concentrazione di minerali e di silicio può favorire, inoltre, il tessuto osseo per il potenziale effetto rimineralizzante influendo così sulla salute di capelli, unghie e denti.
Nella pianta sono presenti anche le saponine insieme ad acidi organici, flavonoidi e tracce di alcaloidi.
Per rassodare e lenire ferite cutanee
In fitoterapia gli si attribuisce anche un’azione cicatrizzante, utile per favorire la guarigione di ferite, quali piaghe o ulcere cutanee. Anche sulla pelle, in effetti, questa pianta sembra esercitare un effetto rassodante e levigante.
Benefici dell’equiseto per i capelli e le unghie
La sua azione antiossidante unita all’abbondanza di silicio ne fanno il rimedio ideale per unghie e capelli deboli.
Se le vostre unghie si sfaldano facilmente e i capelli hanno doppie punte e sono sottili, potrebbe dipendere da una carenza di minerali.
Quest’erba contiene dunque in grande quantità oligoelementi importanti, che intervengono dei processi di rimineralizzazione dello scheletro, ,ma anche per rinforzare unghie e capelli, limitandone la caduta.
Per estrarre la maggiore quantità di questo minerale, ecco la ricetta del decotto per rendere le unghie più forti.
- 25 gr di equiseto (la parte aerea)
- 1 l d acqua
Preparazione. Mettete a bagno nell’acqua a temperatura ambiente per 4 ore, dopo di che fate bollire a fuoco basso per 20 minuti e lasciate in infusione per due ore.
Ora filtrate e bevete una volta al giorno. Oppure usate come impacco sui capelli. Potete anche aggiungere un tuorlo. Risciacquate con cura con acqua tiepida e aceto.
Controindicazioni
Attenzione alle interazioni con altri farmaci – diuretici e cardioattivi – e non usarlo in caso di insufficienza renale. Consultare sempre il proprio medico di base o erborista di fiducia.
Nell’assunzione dell’equiseto è preferibile adottare una certa cautela per evitare potenziali reazioni allergiche o in caso di ipersensibilità.
Attenzione: l’equisetum arvense, è l’unico da usare in fitoterapia, le altre specie vanno assolutamente evitate perchè tossiche, lo ribadiamo.
Non sono state ancora dimostrate possibili interazioni di un enzima, la tiaminasi, che disattiverebbe l’assimilazione della vitamina B, per cui è bene non assumerne in grandi quantità.
Inoltre, è meglio evitare l’uso per bambini, donne in gravidanza e in allattamento e consultare un medico nel caso si stia seguendo una cura farmacologica.
Come assumere l’equiseto
Dopo la raccolta, si essiccano rizomi ed i fusti sterili per poi triturarli o macinarli per ridurli in una polvere finissima. Si ottenere così il taglio tisana.
Si può dunque assumere in varie forme, ma per dosi e tempi è sempre meglio rivolgersi all’erborista, al medico o al naturopata di fiducia. Qui vi diamo alcune indicazioni di massima, da non ritenersi una prescrizione, ma un suggerimento.
Come integratore e per uso esterno
Gli antichi romani ne conoscevano l’azione pulente dovuta alle saponine (equisetonina) e difatti lo usavano come un vero e proprio sapone per sgrassare e lucidare, in special modo la varietà Equisetum hyemale.
Mentre oggi è preferito come integratore per le sue proprietà remineralizzanti in caso di osteoporosi, fratture e rachitismo, oltre che per unghie e capelli fragili, e come cicatrizzante, diuretico e astringente.
È possibile sia l’uso esterno che interno, come decotto, sotto forma d’infuso, in capsule, come estratto secco e tintura madre.
Infuso di equiseto
L’infuso della pianta ha un effetto diuretico.
Lasciatene in infusione 2-3 cucchiaini con 150 ml di acqua calda per 10-15 minuti. Filtrate e bevetene 2 volte al giorno per massimo un mese.
Polvere o capsule di equiseto
Si può anche assumere sotto forma di polvere o capsule nella quantità di 6 gr al giorno. Ideale per sgonfiare e come anticellulite, la polvere è da preferire all’estratto perché mantiene tutti i principi attivi della pianta essiccata, in special modo i sali di silicio, sostanze dall’elevata azione rimineralizzante.
Miscelate 2-3 cucchiai di polvere con poca acqua e applicate sulle cosce, le gambe o la pancia. Sciacquate dopo 20 minuti per 20 giorni.
Tintura madre di equiseto
Come tintura madre ve ne servono 30 gocce 2 volte al giorno per un mese.
Estratto di equiseto
Si può prendere anche come estratto secco nelle dosi di 300 mg 2-3 volte al giorno.
Come tisana: la ricetta
Per poter approfittare delle proprietà depurative di questa pianta, fate una tisana con:
- 25 gr di achillea
- 20 gr di equiseto (parte aerea)
- 15 gr di iperico (sommità fiorite)
- 25 gr di ortica
- 15 gr di salvia
Preparazione. Versate 2 cucchiai del composto in un litro di acqua bollente, quindi filtrate l’infuso. Assumete questa tisana 3 tazze al dì per 2-3 settimane, lontano dai pasti.
Dove acquistare l’equiseto
Potete trovare estratto, polvere, sminuzzato taglio tisana e le capsule in erboristeria, in alcune farmacie e parafarmacie, e naturalmente anche online.
Ecco alcuni prodotti a base di equiseto che potete acquistare direttamente.
Come si usa in giardinaggio
Sapevate che questa pianta, grazie alle sue sostanze minerali, può essere usata anche in giardinaggio e nell’orto come anticrittogamico e fertilizzante biologico?
Dal momento che il letame di ortica è quasi proibito, si può utilizzare questa pianta sotto forma di estratto fermentato come fertilizzante, anticrittogamico e antiparassitario, per la sua capacità di bloccare le malattie crittogamiche.
Per fare un estratto fermentato da utilizzare in vari modi, partite da:
- 1 kg di equiseto arventis (escluse le radici)
- 10 l d’acqua
Preparazione:
- Triturate il più finemente possibile i fusti e i rizomi della pianta e metteteli a macerare in acqua da 8 a 15 giorni, a seconda della temperatura, per farlo fermentare.
- Mescolate la miscela due volte al giorno.
- Filtrate quando non si formano più bolle di fermentazione e conservate in taniche in un luogo fresco, ad esempio in cantina. È possibile utilizzarlo per diversi mesi dopo la sua produzione.
Equiseto come fertilizzante
L’equiseto è un fertilizzante naturale grazie ai minerali che contiene. Aumenta l’apporto di azoto, silicio e potassio nel terreno, vi basterà annaffiare una volta alla settimana con una diluizione del 5%.
Equiseto come anticrittogamico
Non appena inizia un attacco di oidio, provare il trattamento curativo con una diluizione del 10%, ma potete diffonderlo con uno spray anche a scopo preventivo. Da aprile ad agosto, spargetelo ogni 8-10 giorni per ottenere buoni risultati.
Equiseto come antiparassitario
L’equiseto è un fungicida naturale, oltre che un ottimo repellente degli insetti. Per combattere la clorosi da ferro, è possibile annaffiare con una diluizione del 20%, tenendo un intervallo di 3 settimane tra 2 trattamenti, e non più di 2 a 3 volte durante l’arco dell’anno.
Come debellare l’equiseto
Avendo un apparato radicale molto sviluppato spesso è vista come infestante delle colture, per cui i contadini cercano di debellarla.
Si può ricorrere a diversi sistemi biologici, anche perché, tra l’altro, è una pianta resistente alla maggior parte dei prodotti chimici:
- Arieggiare il terreno quando è troppo compatto con una vanga, quindi mescolare della torba bionda di sfagno e della sabbia per acidificarlo.
- Creare un piccolo bacino di scolo per drenare il terreno.
- Zappare bene l’orto e le aiuole al momento della semina e coprire poi il terreno con una spessa pacciamatura che impedisca alla terra di ricevere luce.
- Coprire il terreno con un telo di TNT per limitare la crescita dei rizomi d’equiseto.
- Falciare regolarmente il prato, in particolare la falciatura estiva risulta più efficace.
- Rimuovere i nuovi germogli di equiseto.
Altre piante medicinali da scoprire
Altre erbe medicinali, la guida completa da conoscere meglio per le loro proprietà fitoterapiche:
- Agrimonia, l’erba dei cantanti, combatte la diarrea ed i problemi al fegato, ma anche le emorragie e le infiammazioni alla gola
- Centaurea, amica della pelle, cicatrizza, calma, e dell’intestino, depura e aiuta la digestione
- Consolida maggiore, per rinforzare, curare e rinsaldare ogni genere di trauma
- Erica, amica delle vie urinarie, è diuretica, antisettica, astringente e antinfiammatoria
- Levistico, simile al sedano, calma il dolore, è diuretico e disinfettante
- Melaleuca o Tea Tree, dall’olio cicatrizzante e astringente
- Raperonzolo, protegge il cavo orale, ha effetti digestivi, lassativi e diuretici
- Saponaria, oltre a all’azione detersiva grazie alle saponine, è depurativa, sudorifera, tonica, espettorante e diuretica
- Speciale passiflora
- Tutto sulla borragine e sull’olio di borragine
- Speciale lavanda
Ultimo aggiornamento il 23 Settembre 2023 da Rossella Vignoli
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Salve,
Parlando di come si usa l’equiseto ad un certo punto affermi che: “Dal momento che il letame di ortica è quasi proibito..” in merito alla definizione di “letame di ortica” e al “quasi proibito” potresti darmi delle maggiori indicazioni?
Grazie mille