Prugnolo: coltivazione, proprietà benefiche, usi alimentari e fitoterapici
Questa pianta regala la prima fioritura di primavera: le sue bacche nutrono gli uccelli in inverno e combattono la dissenteria
Il prugnolo selvatico è uno dei primi arbusti a regalare fantastiche fioriture candide ad inizio primavera, utile per la salute e facile da coltivare, utilizzata sia in ambito fitoterapico che vivaistico. Conosciamolo meglio in questa guida dedicata.
Sommario
Origine
Il prugnolo selvatico, detto anche susino di macchia o nerospino, è un arbusto che si adatta bene a qualsiasi terreno e clima.
Semplice da coltivare, viene impiegato soprattutto in erboristeria, fitoterapia e nella medicina tradizionale per le proprietà diuretiche, depurative e lassative dei suoi frutti e fiori.
In inverno, i suoi rami fitti e spinosi sono un riparo sicuro per molti animali selvatici e gli uccelli si cibano delle sue bacche bluastre.
Lo si vede ancora coltivato come pianta da siepe nei parchi, nei giardini pubblici e nei frutteti.
E’ apprezzato per l’abbondanza dei sui frutti e delle sue splendide fioriture candide, ma soprattutto per la sua resistenza alle avversità climatiche e allo smog.
La pianta
Il prugnolo o pruno selvatico (Prunus spinosa L.) è un arbusto spontaneo appartenente alla famiglia delle Rosaceae. Durante lo sviluppo raggiunge un’altezza compresa tra 1,5-2,5 metri, ma non è raro imbattersi in esemplari alti anche 3,5 metri.
Il tronco è caratterizzato da una corteccia bruno-nerastra o grigio-ardesia, lucida nei fusti giovani e sui rami, rugosa e scagliosa da vecchia.
- I fiori compaiono in marzo-aprile e sbocciano sui rami prima o contemporaneamente alle foglie.
- I frutti (drupe) maturano in settembre-ottobre e persistono durante l’inverno. Hanno un colore blu-nerastro, con buccia ricoperta da una sottile patina cerosa.
- La polpa è verde-giallastra, dal sapore spiccatamente acido-tannico.
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Diffusione
Il prugnolo è diffuso da nord a sud in tutte le regioni italiane, in pianura e in montagna fino a 1500 metri di altitudine.
Lo si vede spesso nelle radure e nelle boscaglie dei fiumi e dei maggiori corsi d’acqua, così come nei cespuglieti, tra siepi, radure, scarpate, terreni incolti, sassosi e substrati poco profondi.
È un arbusto importante soprattutto per la sua funzione protettiva poiché è un valido riparo per gli uccelli che costruiscono i nidi tra i sui rami ramificati e fitti.
Merli, tordi, pettirossi e cornacchie sono alcune delle specie che gradiscono di più i suoi frutti.
Coltivazione del prugnolo
Per gli appassionati di giardinaggio, sarà utile sapere che il prugnolo è un arbusto molto adatto a fare siepi impenetrabili grazie alla sua spinosità.
La coltivazione è molto semplice ed è tra gli alberi da giardino più diffusi, vista la sua spiccata adattabilità a qualsiasi tipo di terreno e condizione ambientale, tanto da essere considerato anche un albero da frutto.
Resiste alla siccità e alle gelate invernali.
Essendo una pianta rustica, necessita di irrigazione solo in caso di siccità prolungata.
Per la potatura è sufficiente provvedere all’eliminazione dei rami secchi o malati, cercando di far spazio nella parte interna.
Lasciato crescere liberamente apparirà più disordinato, ma comunque bello e ricchissimo di fiori durante la primavera.
Proprietà del prugnolo
Le bacche carnose e acidule del prugnolo sono ricche di principi attivi benefici per l’organismo e si prestano al trattamento naturale di svariati disturbi.
In fitoterapia, il suo fitocomplesso è utilizzato principalmente per l’attività diuretica, depurativa e lassativa che è in grado di promuovere.
Notevole, infatti, è l’apporto di principi antiossidanti che risultato preziosi anche per la cura e la bellezza della pelle, oltre che per l’apparato cardiocircolatorio e intestinale.
Il modo migliore per consumare le bacche del prugnolo è al naturale, oppure sotto forma di succhi, sciroppi e confetture.
Il consumo regolare (ma non eccessivo) di queste preparazioni, stimola l’appetito, agevola l’attività digestiva e produce inoltre in tutto il corpo una sensazione di tonicità e vigore.
Per questo motivo, molto spesso il prugnolo è inserito sotto forma di integratore in programmi nutrizionali per soggetti deboli e affaticati.
I frutti di questo arbusto vantano anche proprietà antibatteriche e astringenti, utili in caso di diarrea, emorragie nasali e infezioni al cavo orale.
Recenti studi, inoltre, dimostrano che i principi attivi in essi contenuti svolgerebbero anche un’importante attività antitumorale.
Oltre ai frutti, del prugnolo si utilizzano anche le foglie per la preparazione di rimedi omeopatici utili in caso di raffreddore e mal di gola.
Dalla macerazione dei fiori, invece, si ottengono preparati efficaci per il trattamento della stitichezza e della ritenzione idrica. Si tratta, in generale, di decotti e tisane dall’azione antispasmodica che si rivela particolarmente benefica sull’intestino sul colon.
In ambito cosmetico, gli estratti del prugnolo sono utilizzato per la preparazione di prodotti dedicati alla cura della pelle.
I suoi principi attivi, infatti, aiutano la naturale rigenerazione cellulare dell’epidermide sopratutto in caso di dermatiti, ferite e lievi ustioni.
L’azione antibatterica, inoltre, contrasta l’azione di funghi e batteri.
Olio vegetale
Con le bacche del prugnolo si realizza un olio vegetale dall’alto potere idratante che lascia la pelle morbida ed elastica.
Il suo impiego è consigliato soprattutto alle donne in gravidanza poiché previene la formazione di smagliature e contribuisce a mantenere l’ottimale tonicità della pelle.
Infine, la maschera e la tintura madre ottenuta dalla macerazione delle bacche di prugnolo è considerata un valido aiuto per contrastare acne, pori dilatati e altre imperfezioni e prevenirne la ricomparsa.
In cucina
I frutti possono essere usati per preparare marmellate, gelatine e confetture o guarnire crostate. Con i fiori si possono realizzare infusi o tisane. È sempre meglio evitare il fai-da-te, poiché contiene anche sostanze tossiche. Meglio dunque avvalersi di preparazioni già pronte e acquistabili in erboristeria.
Le bacche possono essere impiegate anche per produrre liquori come la prunella, il bargnolino e il prospino.
Per poter essere mangiati freschi, i frutti devono prima essere congelati altrimenti risulteranno troppo aciduli e astringenti. In alternativa possono essere raccolti dopo le prime gelate autunnali.
Ricetta del gin alle prugnole
La ricetta del gin alle prugnole, un ottimo digestivo da servire e consumare fresco a fin e pasto, prevede i seguenti ingredienti:
- 250 gr di prugnole
- 250 gr di zucchero
- ½ l di gin
Preparazione: Occorre mettere tutti gli ingredienti in un vaso a chiusura ermetica, riporlo in un posto buio e lasciarlo riposare per almeno tre mesi ricordando di agitarlo una volta a settimana. Filtrate e imbottigliate.
Ricetta della gelatina di prugnolo
Ingredienti:
- 500g di prugnoli
- 200g di zucchero
- 500ml di acqua
- Succo di 1 limone
- 10g di colla di pesce (circa 6 fogli)
Preparazione:
- Lavare i prugnoli e rimuovere i noccioli.
- Mettere i prugnoli in una pentola capiente insieme allo zucchero, all’acqua e al succo di limone.
- Cuocere il tutto a fuoco medio-basso finché i prugnoli non si sfaldano completamente e il composto diventa morbido.
- Passare il composto attraverso un colino fine o una garza pulita per eliminare i residui e ottenere un succo di prugnolo liscio e privo di impurità.
- Mettere il succo di prugnolo nella pentola e portarlo ad ebollizione.
- Nel frattempo, mettere la colla di pesce in una ciotola con acqua fredda per ammorbidirla.
- Una volta che il succo di prugnolo è in ebollizione, toglierlo dal fuoco e aggiungere la colla di pesce scolata.
- Mescolare bene fino a quando la colla di pesce si scioglie completamente nel succo caldo.
- Versare la gelatina di prugnolo nei contenitori desiderati (stampini, coppette, bicchieri) e lasciarla raffreddare a temperatura ambiente per alcuni minuti.
- Trasferire i contenitori in frigorifero e lasciarli raffreddare per almeno 3-4 ore, o fino a quando la gelatina non si solidifica completamente.
Articoli e approfondimenti a tema
Qui trovate diverse schede su piante e alberi i cui fiori, bacche e foglie possono essere impiegate in ambito fitoterapico come lassativi e diuretici, ma anche ornamentali per decorare il giardino proprio come il prugnolo:
- Betulla per calcoli urinari
- Camomilla, la bevanda calmante per eccellenza
- Corbezzolo, usato come diuretico, antinfiammatorio, antisettico e contro la diarrea è anche ottimo per deliziose marmellate
- Corniolo, le sue bacche rosse hanno azione antidiarroica, tanto da essere usate contro la dissenteria, e come tonico
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- Ortica, cura i capelli ma è utile anche in caso di anemia, artrite, cistite e diarrea perché ricca di acido folico e ferro
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Ultimo aggiornamento il 22 Febbraio 2024 da Rossella Vignoli
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