Puntura ape: rimedi naturali e cosa fare
Come prevenirla e quali rimedi conoscere e applicare nella sfortunata eventualità
Uno degli aspetti più sgradevoli della bella stagione è sicuramente il pericolo costituito dalla puntura di ape e altri insetti. Seppur preziosissimi per l’ambiente, molti insetti sono dotati di pungiglioni in grado di penetrare nel tessuto cutaneo, iniettare il loro veleno e, nei casi più gravi, provocare violente reazioni allergiche nel malcapitato di turno. I più comuni sono il tafano, le api, la vespa, il calabrone. Ma anche le zecche sono pericolose, perché, pur non trasmettendo veleno, mordono sia l’uomo che altri animali, trasmettendo la pericolosa malattia di Lyme.
In particolare, l’ape, quando punge, provoca bruciore, dolore e gonfiore. Inoltre, nei soggetti che mostrano una ipersensibilità specifica, è responsabile di una reazione allergica dagli esiti anche gravi.
Scopriamo come allontanare le api in modo naturale ed in caso di puntura, come curarla e alleviarne i fastidiosi sintomi con rimedi naturali.
Sommario
- Puntura ape: i sintomi
- Puntura ape: reazione allergica
- Puntura ape: shock anafilattico
- Come capire se hai il pungiglione
- Quanto dura il gonfiore puntura ape
- Cosa provoca il veleno delle api
- Come funziona il veleno delle api
- Puntura ape: come prevenirla
- Come togliere gonfiore da puntura di ape?
- Cosa si deve fare quando ti punge un’ape
- Puntura ape: rimedi naturali
Puntura ape: i sintomi
Le api utilizzano il pungiglione come meccanismo di difesa per iniettare il loro veleno nei nemici. Questo è il loro estremo tentativo di proteggere l’alveare, perché purtroppo per loro, una volta che hanno punto, muoiono.
Di norma, la puntura di questi insetti è abbastanza dolorosa e può provocare una reazione locale moderata. Nei soggetti allergici, può invece dar corso ad una reazione allergica più severa. In condizioni normali, l’ingresso del pungiglione nella cute provoca:
- dolore intenso e immediato
- bruciore
- prurito
- arrossamento
- gonfiore
In genere, questi sintomi si risolvono nel giro di poche ore e sono causati dalle sostanze irritanti e tossiche inoculate dall’insetto.
Puntura ape: reazione allergica
Come accade in seguito alla puntura di vespa ed alla puntura di calabrone, in soggetti ipersensibili e allergici si può scatenare una reazione allergica o, nei casi peggiori, addirittura uno shock anafilattico.
I sintomi sono diversi e variano in base al grado di severità della reazione. Eccoli qui di seguito elencati:
- Arrossamento
- Prurito (localizzato o diffuso in tutto il corpo)
- Gonfiore
- Dolori forti
- Orticaria
- Vomito
- Tachicardia
- Caduta pressoria
- Collasso del sistema cardiocircolatorio
- Incoscienza
- Arresto respiratorio
Se soffrite di allergie o se si manifesta una reazione mai avuta in precedenza, soprattutto in presenza di sintomi gravi quali difficoltà respiratorie, senso di mancamento, senso di soffocamento, gonfiore a livello della gola e della lingua e svenimenti, chiamate subito il 118 o andate al Pronto Soccorso.
Anche nel caso di una reazione locale estesa, come rossore eccessivo e diffuso e gonfiore, è bene recarsi dal medico.
Le persone allergiche dovrebbero ricevere dal proprio medico un kit d’emergenza con vari medicamenti (antistaminico, cortisone e adrenalina) che alleviano la reazione allergica e stabilizzano la circolazione.
Puntura ape: shock anafilattico
Lo shock anafilattico è la reazione più grave che si può manifestare nei soggetti allergici.
I sintomi iniziali sono gli stessi di una persona non ipersensibile, e quindi, gonfiore e arrossamento della zona colpita, dolore, prurito e bruciore. Nel giro di breve tempo, però, compaiono anche altri sintomi come:
- gonfiore attorno a occhi, labbra, gola, lingua
- difficoltà a respirare
- affanno o raucedine
- prurito esteso a tutto il corpo
- crampi improvvisi o grave intorpidimento
- crampi allo stomaco
- perdita di conoscenza
- calo improvviso della pressione
Con tali sintomi si è chiaramente in presenza di uno shock anafilattico, condizione che richiede una terapia medica d’urgenza per la somministrazione di farmaci anti-shock come l’adrenalina oppure antistaminici.
È possibile sapere preventivamente se si è allergici alle punture di api con un semplice test cutaneo, usando del veleno depurato e liofilizzato. Tuttavia, è bene specificare che solo il 20% circa delle persone con un test cutaneo positivo va incontro a reazioni gravi in seguito a una puntura d’ape.
Come capire se hai il pungiglione
Per controllare la presenza di quest’appendice dell’insetto, basta osservare se al centro del pomfo c’è un puntino più scuro.
In caso affermativo è bene rimuovere il pungiglione nel più breve tempo possibile così che il liquido velenoso non continui a propagarsi nella pelle. Per rimuovere il pungiglione utilizzate un ago o delle pinzette sterilizzati.
Disinfettate con cura la zona da trattare. Durante quest’operazione, cercate di non stringere la pelle tra le dita o schiacciare il pungiglione. Estraetelo prendendolo verso la cute, dal basso. Infatti il sacco velenifero resta attaccato e potrebbe continuare ad inoculare altro veleno.
Quanto dura il gonfiore puntura ape
In situazioni normali, il gonfiore raggiunge il suo picco massimo entro 48 ore e può durare fino a 7-10 giorni.
Cosa provoca il veleno delle api
Nell’uomo il veleno d’ape può provocare reazioni che vanno dal dolore localizzato, seguito da una sensazione di calore e prurito, fino a delle vere e proprie reazioni allergiche e allo shock anafilattico.
Quest’ultimo è uno stato di ipersensibilità che può degenerare in una reazione violenta e, in casi rarissimi, addirittura ad esiti mortali.
Come funziona il veleno delle api
Il veleno delle api è una sostanza piuttosto complessa costituita principalmente da elementi che provocano vasodilatazione e fluidificazione del sangue.
Favoriscono poi reazioni infiammatorie e agiscono sul sistema nervoso centrale di chi viene punto.
Puntura ape: come prevenirla
Va detto che vespe, api e calabroni sono più aggressivi d’estate perché è il periodo della massima riproduzione.
- Evitate i luoghi più a ‘rischio’ come stagni, paludi o campi in prossimità di corsi o bacini d’acqua. Sono i posti preferiti dagli insetti per riprodursi e deporre le uova
- Coprite le zone del corpo più a rischio con magliette e pantaloni chiari di cotone. Se uscite a fare una bella passeggiata al tramonto, quando parchi e giardini pullulano di insetti, copritevi adeguatamente a costo di soffrire un po’ il caldo
- Evitate di camminare a piedi nudi sull’erba Durante i lavori di giardinaggio, indossate sempre capi lunghi, scarpe chiuse e guanti protettivi
- Non utilizzate sostanze particolarmente odorose come creme, deodoranti, profumi, ma anche shampoo e creme solari perché potrebbero attirare gli insetti
- Indossate colori chiari (come il bianco) ed evitate abiti troppo svolazzanti
- Mettete il cibo in contenitori chiusi se mangiate all’aperto. Se decidete di trascorre una bella giornata all’aperto, magari con picnic incluso, ricordate che api e vespe adorano ronzare intorno ai cibi o le lattine aperte poiché attirate dalle sostanze zuccherine presenti in liquidi e alimenti
- State ben lontani da cespugli, depositi di legna e raccoglitori per rifiuti
- Non tentate di schiacciarle
- Non fate movimenti bruschi con le braccia per scacciarle. Se si avvicina, restate calmi e allontanatevi lentamente
- Munite porte e finestre di zanzariere
- Non avvicinatevi troppo agli alveari. Se occorre una bonifica nei pressi della propria abitazione, rivolgersi a personale esperto e specializzato
Infine, un ultimo consiglio generico: è inutile fare il bagno con prodotti repellenti prima di uscire: sono efficaci contro le punture di zanzara e di tafani, ma solitamente non costituiscono una barriera protettiva per vespe e api.
Come togliere gonfiore da puntura di ape?
Applicare subito sul punto colpito del ghiaccio, dell’acqua fredda o un gel rinfrescante. Ciò aiuterebbe a contrastare sia il dolore che il gonfiore. È bene non grattare la zona colpita perché si potrebbe solo peggiorare la situazione. Inoltre, i batteri potrebbero penetrare nella ferita.
Cosa si deve fare quando ti punge un’ape
Se purtroppo le semplici precauzioni sopra indicate non sono bastate ad evitarvi lo spiacevole ‘scontro’ con l’insetto, occorre adottare i giusti rimedi per curare tempestivamente la puntura.
La rimozione del pungiglione è la prima cosa per evitare che il veleno continui a propagarsi nella pelle.
Per rimuovere correttamente il pungiglione:
- utilizzate un ago o delle pinzette entrambi sterilizzati e successivamente disinfettate con cura la zona.
- esercitate una leggera pressione con del ghiaccio in modo da anestetizzare la parte lesa e ridurre il gonfiore.
Una volta estratto, applicate subito degli impacchi con ghiaccio o acqua fredda, che aiutano ad alleviare dolore e gonfiore. Evitate di grattarvi per non peggiorare le proprie condizioni.
Se i sintomi dovessero persistere, è necessario consultare il medico che potrà indicare l’applicazione di creme o pomate antinfiammatorie, anestetiche e antistaminiche a uso topico, che contengono idrocortisone, anestetici locali, antistaminici. Talvolta, il medico può anche prescrivere antinfiammatori e antidolorifici NON steroidei per via orale.
Puntura ape: rimedi naturali
Eliminato il pungiglione, ci sono molte sostanze ed estratti di origine vegetale che possono aiutarci a curare la puntura e il dolore da essa procurato.
Ecco quello che la Natura ci ha messo a disposizione per curare le punture dei nostri amici insetti:
- bicarbonato: mescolatene una piccola quantità con dell’acqua per ottenere un composto spalmabile da applicare direttamente sulla puntura. Lasciate agire per un quarto d’ora circa e poi risciacquate con acqua fredda
- olio d’oliva: l’olio d’oliva è un ottimo antinfiammatorio. Ne bastano un paio di cucchiai da lasciare sulla pelle punta per almeno 20 minuti. L’ideale sarebbe miscelarlo con alcune gocce di olio essenziale di lavanda
- aceto o limone: aiutano a lenire l’infiammazione del veleno. Applicate una fettina di limone o un batuffolo imbevuto di aceto sulla zona interessata o spremete il succo direttamente sulla puntura
- aceto di mele: tamponate la zona della puntura con una benda imbevuta di aceto di mele per minimo 15 minuti
- miele: può aiutare nella guarigione di ferite e per alleviare dolore e prurito. Ne va applicata un piccola quantità sulla zona interessata e poi coprire con una garza sterile per circa un’ora
- cipolla: altro rimedio naturale davvero efficace, da utilizzare direttamente sulla ferita fin quando il dolore e il fastidio non siano attenuati
- aglio: sminuzzato e lasciato agire con un fazzoletto sulla pelle, attenua il rossore e calma il bruciore
- basilico: ricco di oli essenziali, se applicato direttamente sulla puntura è un toccasana per la pelle; occorre però lasciarlo agire a lungo
- patate: l’amido contenuto nelle patate è notoriamente un valido aiuto per combattere gli arrossamenti della cute e le scottature solari
- melissa: tritatene un paio di foglie fresche e lasciate agire il composto sulla puntura; in alternativa preparate un infuso da applicare a freddo
- aloe: in gel, al naturale o in crema, svolge un’azione lenitiva immediata sulla pelle e aiuta a calmare il prurito
- calendula: è un antisettico usato per curare piccole ferite e alleviare l’irritazione della pelle. Applicate dellla crema alla calendula sulla puntura e coprite con una garza o una benda
- papaya: si ritiene che la papaina, un enzima presente nella papaia aiuti a scomporre le proteine che provocano dolore e prurito. Per beneficiarne, frullate la polpa del frutto e applicatela direttamente sulla puntura per 15-20 minuti
Oli essenziali e altre sostanze
Ci sono poi altre sostanze come alcuni oleoliti , oli essenziali e argilla, altrettanto efficaci che possono essere abbinati ai rimedi finora elencati.
- l’argilla, è il rimedio più veloce per alleviare il dolore, neutralizzare il veleno e sgonfiare la cute. Inumiditene una piccola quantità con la saliva, aceto o succo di limone e applicatela sulla puntura. Il suo potere astringente e lenitivo vi darà un immediato sollievo, ma non assorbirà il veleno
- olio essenziale di lavanda: lenisce e svolge un’azione antinfiammatoria. Diluirne alcune gocce in un olio vettore e tamponare sulla zona del morso
- olio di arnica: dopo aver fatto agire l’impacco di argilla, massaggiate la cute con questo olio e vedrete il gonfiore ridursi progressivamente e con esso l’infiammazione
- tea tree oil: è un antisettico naturale e può ridurre il dolore delle punture d’ape. Mescolato con un olio vettore, applicatene una goccia nella zona della puntura
In generale, i fastidi delle punture di insetto scompaiono nel giro di pochi giorni, più in fretta se adeguatamente trattati.
La Natura ci insegna che non occorre ricorrere sempre e soltanto al rimedio farmaceutico o chimico per difenderci da questi piccoli inconvenienti.
Altri approfondimenti utili
Ecco altri rimedi naturali per la puntura ape e diversi altri insetti, nonché allergie varie:
- Le allergie ai pollini
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Ultimo aggiornamento il 28 Giugno 2024 da Rossella Vignoli
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Attenzione: ERRORE GRAVE!! il pungiglione d’ape va tolto con una carta di credito, con un’unghia, con uno spigolo vivo ma non tagliente!!!!! MAI con le pinzette. La metodologia è di usare uno spigolo vivo e non tagliente (carta di credito, dorso di coltello, bordo di anello) per chiudere il canale velenifero mentre, con forza, si tenta di estirpare il pungiglione!!! Se mi scrivete vi mando delle foto.
Per i rimedi: stropicciare foglie di melissa (sugo) e porle sulla puntura (estrarre il pungiglione entro 20 secondi altrimenti i muscoli del pungiglione stesso avranno iniettato tutto il veleno. Subito dopo può essere usata la cipolla fresca: anche questa funziona abbastanza egregiamente. Poi c’è l’aglio o qualsiasi erba odorosa (rosmarino, salvia, timo, ecc.) Gli olii essenziali faranno da anestetico.
Ovviamente c’è sempre il pericolo di infezione (come è capitato a Loris Bnedetti, ma questo è un rischio che si corre con qualsiasi ferita. Vi è anche il remoto pericolo di inoculamento di tetano.
Se vogliamo essere assolutamente tranquilli, la ferita va schiacciata per far uscire sangue (contro il tetano), lavata per bene, disinfettata con acqua ossigenata o altro prodotto. La pomatina al cortisone è il rimedio principe, ma in campo non la si trova mai!!!!