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Quali rischi per i farmaci e i detergenti nell’ambiente?

Le conseguenze che l’azione dell’uomo ha sull’intero pianeta sono ogni giorno ben visibili e riscontrabili, senza la necessità dell’aiuto di esperti.
Basterebbe però restringere il campo e soffermarsi sui gesti quotidiani di tutti noi per capacitarsi dell’enorme influenza che tutti noi abbiamo sull’ambiente.

Quali rischi per i farmaci e i detergenti nell’ambiente?

Prendiamo i cosmetici, i prodotti per l’igiene personale e i farmaci. Abitudini banali come l’uso di una crema per il corpo, l’assunzione di un antidolorifico o anche solo semplicemente quella di fare uno shampoo, lasciano molte tracce sul nostro habitat.

LO SAPEVI? Milano al top per inquinamento ambientale da farmaci

PPCP (Pharmaceuticals and Personal Care Products) sono tutti quei prodotti farmaceutici e per la cura del corpo che utilizziamo abitualmente nella nostra vita quotidiana. Comprendono una innumerevole varietà di sostanze chimiche, tra cui farmaci da prescrizione e da banco, farmaci veterinari, profumi, lozioni e cosmetici.

Farne uso porta a rilasciare queste sostanze nell’ambiente: una semplice doccia, prendere dei farmaci (in particolar modo antibiotici e steroidi) ma anche drogarsi, buttarne i residui in casa (e negli ospedali), usarli per l’igiene e la cura del corpo. Sono attività quotidiane che inquinano.

Quindi non basta fare correttamente la raccolta differenziata ma occorre sapere che comunque una parte dei loro residui finirà negli scarichi, e da lì nelle falde acquifere e nel terreno.

Il contributo delle persone nella dispersione di tali sostanze si ha già con l’assunzione di medicinali: i residui attraverso il corpo finiscono nelle reti fognarie, le confezioni finiscono nei cestini e, se si usano farmaci e lozioni da applicare sulla pelle, le tracce finiscono nello scarico della doccia.

I PPCP sono infatti stati riscontrati in tutti i luoghi in cui c’è presenza d’acqua, dai corsi d’acqua, alle falde acquifere, agli ambienti marini costieri e a molte fonti di acqua potabile. Non ci sono inoltre attualmente impianti di depurazione progettati per la specifica rimozione di PPCP o per altri agenti contaminanti non regolamentati.

Perché l’acqua? Queste sostanze non si dissolvono facilmente e non evaporano ad una temperatura e pressione normale. Pratiche come  l’uso di rifiuti bio-solidi per fertilizzare i campi e dell’acqua di scarico per irrigarli permette di far arrivare i PPCP al terreno.

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Ricerche suggeriscono che alcuni farmaci possono causare danni ecologici, ma la preoccupazione più forte riguarda la resistenza degli antibiotici presenti in alcuni PPCP e agli effetti che hanno sulle ghiandole che secernono gli ormoni che aiutano a controllare l’attività metabolica del corpo.

Tuttavia, la concentrazione maggiore si riscontra a causa degli utilizzi veterinari (allevamento degli animali soprattutto). Nonstante le concentrazioni di queste sostanze – rilevate nell’ambiente – siano ancora basse, i loro valori cominciano ad aumentare, tanto che sono oltre 100 i PPCP presenti nell’acqua potabile.

Ad oggi, però, gli scienziati non hanno riscontrato alcun evidente effetto negativo sulla salute umana dovuto a PPCP rilasciati nell’ambiente, in gran parte per via delle concentrazioni molto basse di tali sostanze nelle acque.

Fare la doccia non sarà comunque più la stessa cosa.

Ultimo aggiornamento il 5 Luglio 2024 da Rossella Vignoli

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