Riciclare. La storia, il perché e come funziona
Quando è nata l'idea del riciclo e come si è sviluppata, come funziona oggi e con quali incentivi
Da diversi anni in Italia è diventata una pratica consolidata riciclare i rifiuti ma forse non tutti sanno da dove viene e qual è la sua storia. La raccolta della spazzatura viene fatta risalire a migliaia di anni fa, seppur con modalità prettamente domestiche e individuali. Con l’avvento dell’era industriale, il bisogno di trovare uno spazio adeguato per i rifiuti e per gli scarti del commercio divenne però sempre più importante. Proviamo a ricostruirne la storia assieme.
Sommario
La storia del riciclo
Siamo tentati di credere che riciclare sia una pratica di questi ultimi anni, frutto cioè di una modernità che ha imposto alla nostra società il dovere di salvaguardare il futuro dell’ambiente per il bene comune e delle generazioni future.
Ma già nel passato recente ci sono stati momenti in cui la penuria ha imposto l’esigenza del riciclo. La chiave che muove la differenziazione ed il recupero dei rifiuti oggi è il risparmio delle risorse che servono per produrre prodotti, pur vivendo in un periodo di abbondanza di merci, e limitare così il riscaldamento globale ed il cambiamento climatico.
Fra gli anni ’30 e ’40, con gli effetti della Grande Depressione, le società americana ed europea in crisi si ritrovarono a fare i conti con la necessità di riutilizzare e recuperare materiali di scarto, dal momento che le condizioni economiche non consentivano l’acquisto di materie prime. La chiave era quindi il risparmio per far fronte a difficoltà economiche serie.
Riciclare durante la guerra
Durante la seconda guerra mondiale inEuropa e negli USA, nylon, gomma e metalli venivano costantemente razionati per far fronte alle esigenze belliche e ogni famiglia contribuiva alle operazioni di riciclo con un forte senso patriottico.
In America durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale, il Governo statunitense incoraggiò la popolazione – a suon di campagne pubblicitarie e propagande mirate -a salvare qualsiasi oggetto dalla spazzatura.
E poco importa se fu la guerra ad azionare questo motore. La cosa importante è che quasi un secolo fa qualcuno aveva intuito che riciclare poteva essere un’ottima strategia per ottimizzare e salvaguardare le poche risorse a disposizione sia per i civili che per i militari.
Lattine, bottiglie, pezzi di gomma, carta, tessuti, rottami metallici di qualsiasi tipo: tutto ma proprio tutto poteva tornare utile per supportare lo sforzo bellico. Con seta e nylon, ad esempio, si potevano cucire nuovi paracadute, mentre i grassi e gli olii di cottura tornavano utili per la fabbricazione di esplosivi. Anche gli stracci o gli abiti inutilizzati trovavano impiego nella laboriosa operazione di pulizia delle macchine e dei ponti delle navi della marina militare.
L’invito a riciclare, mettere da parte, risparmiare era rivolto a tutti e a tutte le sfere della vita quotidiana: il limite di velocità per le auto fu abbassato a 35 km orari per risparmiare carburante e le donne – su cui le campagne propagandistiche erano maggiormente focalizzate – venivano esortate a vigilare sulle risorse della famiglia, evitando qualsiasi tipo di spreco, alimentare e non.
Perfino i bambini potevano contribuire al bene della Nazione con un atto patriottico, che il più delle volte consisteva nel coadiuvare le operazioni di raccolta porta a porta dei rifiuti metallici e della gomma.
Il tutto si svolgeva sotto il segno della grande ‘V’ di ‘Vittoria’ dove – recitavano i manifesti – ‘Every Little Bit of Scrap Made a Difference’ (cioè ‘Ogni più piccolo scarto può fare la differenza’) e ancora ‘Re-cycling is Re-using’ (cioè ‘Riciclare vuol dire riutilizzare’).
Riciclare nel dopoguerra
Terminato il momento di emergenza, mentre in alcuni Paesi si è conservata l’abitudine di riciclare, come in Giappone, in altri, compresi gli Stati Uniti, i progetti sono stati accantonati e le discariche si sono affermate come le soluzioni più sbrigative ed economiche al problema. Si dovranno aspettare gli anni a cavallo fra i ’60 e i ’70 per assistere alla nascita di un movimento ambientalista coronato con il primo Earth Day nel 1970.
Fra le motivazioni primarie che hanno determinato l’avvio del riciclo c’era l’esigenza di ridurre la quantità di rifiuti destinati alla discarica. Pensate che nel 1980 gli americani hanno raggiunto il picco di 150 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti all’anno.
Perché bisogna riciclare
Ultimo aggiornamento il 30 Ottobre 2024 da Rossella Vignoli
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