Riciclo cellulari e tablet: finalmente il decreto ‘Uno contro Zero’
Per migliorare la raccolta senza dover comprare un nuovo apparecchio
Finalmente un decreto per la riciclo cellulari e tablet vecchi riempie un buco normativo che durava da troppo tempo.
Sommario
Il riciclo cellulari e tablet vecchi
La tecnologia può far male. I rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) rappresentano un pericolo reale per l’uomo, poiché tutti quei prodotti che hanno ormai invaso la nostra vita (Tv, stereo, computer, smartphone, tablet, consolle ed elettrodomestici) contengono composti chimici altamente nocivi per la salute, quali piombo, mercurio, cadmio, berillio, metalli pesanti, PVC, cloro, ritardanti di fiamma bromurati ecc.
Stiamo parlando di una materia da trattare con estrema delicatezza, che richiede un adeguato apparato normativo per non incorrere in rischi.
Ma fortunatamente, si può smaltire i vecchi cellulari ed altri rifiuti elettronici di piccolissime dimensioni in maniera più facile. Dall’entrata in vigore della nuova norma ‘Uno contro Zero’, contenuta nel Decreto ministeriale 121 del 31 maggio 2016), e recepisce la Direttiva europea in materia (2012/19/UE)., si potrà lasciare un cellulare usato di cui ci si vuole disfare in negozio, senza doverne acquistare per forza un apparecchio nuovo.
Cosa prevede il decreto per il riciclo cellulari e tablet vecchi
Secondo quanto stabilito dal decreto, i distributori con superfici di vendita al dettaglio di almeno 400 mq sono obbligati a ritirare gratuitamente i RAEE di dimensioni esterne inferiori a 25 cm, senza imporre l’acquisto di prodotti equivalenti.
L’articolo 14 dice che ‘la raccolta differenziata è una condizione preliminare per garantire il trattamento specifico e il riciclo dei RAEE ed è necessaria per raggiungere il livello stabilito di protezione della salute umana e dell’ambiente dell’Unione’.
Chiama dunque in causa sia i distributori, che svolgono un ruolo fondamentale per contribuire al successo della raccolta di questa tipologia di rifiuti, che i consumatori, in possesso di un nuovo prezioso strumento per adottare un comportamento sostenibile e corretto.
L’obbligo di ritiro gratuito riguarda i RAEE provenienti dai nuclei domestici e quelli di origine commerciale, industriale, istituzionale o di altro tipo, analoghi ai primi per natura e quantità. I distributori possono rifiutare il ritiro di un RAEE quando quest’ultimo rappresenta un rischio per la salute e la sicurezza del personale, o risulta privo dei suoi componenti essenziali.
L’articolo 11 del decreto stabilisce inoltre che i distributori, i canali di televendite e vendite elettroniche, devono informare i consumatori che il servizio di ritiro è gratuito.
Dal punto di vista operativo, il ritiro dei rifiuti può esser fatto non solo all’interno ma anche in prossimità immediata del punto vendita. I RAEE raccolti vengono infine essere trasportati in modalità semplificata in un centro accreditato per il riutilizzo, in uno di raccolta, in un impianto di trattamento o in un centro di raccolta gestito dai produttori.
Differenze con il decreto ‘uno contro uno’
Una svolta importante, perché il principio della norma chiamata ‘uno contro zero” ha sostituito quello dell’ ‘uno contro uno’ per tutti gli apparecchi elettronici di piccole dimensioni.
Così, ogni cittadino che deve disfarsi di uno smartphone, di un tablet o di un piccolo elettrodomestico (un tritatutto, una macchina da caffé, un phon), può farlo senza esser costretto a comprarne uno nuovo.
Benefici del decreto sul riciclo di piccoli apparecchi elettronici
Con questa norma è stato compiuto un altro passo importante verso la semplificazione degli adempimenti ambientali – in questo caso relativi ai rifiuti – perché rende molto più semplice la raccolta e il recupero dei materiali delle apparecchiature e più agevole per i cittadini un comportamento ambientalmente corretto e virtuoso.
Secondo Remedia, uno dei principali sistemi collettivi italiani no-profit per la gestione eco-sostenibile di tutte le tipologie di RAEE, la nuova norma è uno strumento fondamentale per poter aumentare non solo la raccolta ed il riciclo dei cellulari e tablet vecchi, ma di tutti i rifiuti elettronici di piccolissime dimensioni, che stanno aumentando rapidamente. Il sempre più veloce ricambio di tecnologia riguarda infatti in particolare proprio smartphone e tablet.
Il corretto smaltimento dei rifiuti elettronici comporta inoltre notevoli benefici economici e ambientali.
Quanti cellulari e tablet si buttano in Italia
Secondo i dati resi noti da Remedia, le 33mila tonnellate di rifiuti elettronici gestite dal consorzio hanno evitato l’immissione in atmosfera di ben 205 mila tonnellate di CO2, consentendo un risparmio di acqua pari a 659.845 m3.
La nuova norma pare inoltre esser in sintonia con gli obiettivi imposti dalla Commissione europea sulla raccolta dei RAEE: entro il 2019 il Bel Paese dovrà infatti riuscire a gestire il 65% delle apparecchiature immesse sul mercato, o l’85% dei rifiuti generati dalle famiglie italiane.
Il decreto riguarda una delle tipologie di rifiuti tra le più difficili da intercettare, perché solo il 14% dei piccoli elettrodomestici viene smaltito in modo corretto, pur avendo a disposizione un 95% di materie prime seconde che può essere facilmente riciclato. Il 2015 ha comunque fatto registrare una crescita dell’8% della raccolta dei RAEE gestiti da sistemi collettivi (media procapite di 4,1 Kg per un totale di oltre 249 milioni di Kg), con la Valle d’Aosta che ha conquistato il primato tra le regioni, grazie a una raccolta procapite di 8,24 Kg.
Per migliorare questi dati occorre incoraggiare sia gli investimenti nel settore che le iniziative di sensibilizzazione. Intanto ci auguriamo che il nuovo decreto ‘uno contro zero’ faccia sentire al più presto i suoi effetti positivi.
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Ultimo aggiornamento il 25 Settembre 2024 da Rossella Vignoli
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