Parte un progetto di riforestazione con i droni, ovvero quando la tecnologia è a servizio dell’ambiente.
I pericoli della deforestazione
La deforestazione è una pratica sconsiderata che mette a rischio l’equilibrio degli ecosistemi e rappresenta una grave minaccia per il benessere dell’umanità. I pericoli derivanti da questa pratica sono molteplici e interconnessi, con conseguenze a livello locale e globale.
- Perdita di biodiversità: le foreste sono gli ecosistemi terrestri più ricchi di biodiversità. se vengono distrutte, anche l’habitat di innumerevoli specie animali e vegetali lo sarà, portando all’estinzione o alla riduzione drastica delle loro popolazioni. Questo ha un impatto devastante sull’equilibrio degli ecosistemi
- Cambiamenti climatici: il ruolo cruciale della foresta nella regolazione del clima globale è legato agli alberi, che assorbono anidride carbonica (CO2) dall’atmosfera attraverso la fotosintesi, immagazzinandola nella biomassa e nel suolo. Distruggendo gli alberi si rilascia questa CO2 nell’atmosfera, contribuendo all’effetto serra e al riscaldamento globale. Inoltre, si riduce la capacità del pianeta di assorbire CO2, aggravando ulteriormente il problema.
- Degrado del suolo: le foreste proteggono il suolo dall’erosione causata dal vento e dalle piogge. Senza alberi si lascia il suolo esposto agli agenti atmosferici, aumentando il rischio di erosione, frane e desertificazione. Questo può compromettere la fertilità del suolo e rendere difficile la coltivazione di piante.
- Alterazione del ciclo idrologico: gli alberi influenzano il ciclo dell’acqua, regolando le precipitazioni, l’evaporazione e il flusso dei fiumi. La deforestazione può portare a una riduzione delle precipitazioni, all’aumento dell’evaporazione e alla diminuzione della disponibilità di acqua dolce. Questo può avere gravi conseguenze per l’agricoltura, l’approvvigionamento idrico e gli ecosistemi acquatici.
- Impatto sulle popolazioni indigene: dipendono dalle foreste per la loro sopravvivenza, ottenendo cibo, medicine e materiali da costruzione. La deforestazione minaccia la loro cultura, il loro stile di vita e la loro sicurezza alimentare.
- Aumento del rischio di malattie: senza alberi può aumentare il rischio di diffusione di malattie infettive. La distruzione degli habitat naturali può portare gli animali selvatici a contatto più stretto con l’uomo, favorendo la trasmissione di zoonosi, ovvero malattie che possono essere trasmesse dagli animali all’uomo.
- Perdita di risorse economiche: le foreste forniscono numerose risorse economiche, come legname, prodotti forestali non legnosi e turismo. La deforestazione non sostenibile può portare alla perdita di queste risorse, compromettendo le economie locali e nazionali.
- Conflitti sociali: si può generare conflitti sociali per l’accesso alle risorse forestali, soprattutto nelle aree in cui la terra è scarsa e la popolazione è in crescita.
La distruzione delle foreste deve fermarsi ed è fondamentale adottare politiche e pratiche che promuovano la gestione sostenibile delle foreste, la conservazione della biodiversità e la lotta ai cambiamenti climatici.
Il progetto di riforestazione con i droni
Qualche anno fa non pensavamo che dei piccoli elicotteri teleguidati avrebbero potuto rivoluzionare il mondo dell’intrattenimento o del commercio, quindi perché non fare un passo oltre, e iniziare un progetto di riforestazione con i droni, qualcosa di veramente utile per il Pianeta.
È l’idea l’ha avuta Lauren Fletcher, ex ingegnere della NASA e fondatore di BioCarbon Engeneering.
Fino a un decennio fa non pensavamo fosse possibile, eppure oggi lo sappiamo: il nostro ecosistema sta scomparendo ad un ritmo vertiginoso.
L’Amazzonia, il ‘polmone verde’ del Mondo, ha drasticamente ridotto la sua superficie boschiva, e se consideriamo anche incendi e disboscamenti dolosi, arriviamo ad una cifra sbalorditiva di ben 26 miliardi di alberi abbattuti, a fronte dei quali se ne sono ripiantati soltanto 15. Una differenza che potrebbe essere fatale.
Ecco perché BioCarbon Engeneering ha pensato di usare i droni per ripopolare le foreste. Inizialmente, i mini-mezzi telecomandati sorvoleranno le zone in urgente bisogno, per mapparne le condizioni e stabilire un piano d’attacco; successivamente, il drone ripartirà per piantare, ad un’altezza di 2-3 metri dal suolo, i semi necessari per ricoprire la zona disboscata con nuovo, rigoglioso verde.
Incredibile a dirsi ma il sistema, oltre che essere rapidissimo, è persino economico! Secondo Fletcher infatti, un drone sarebbe in grado di piantare ben 10 semi al minuto; e usandone più di uno, stima di poter arrivare alla cifra incredibile di 36.000 potenziali alberi in un solo giorno! Un risparmio di circa il 15% rispetto al sistema manuale.
Per il momento, il progetto di BioCarbon Engeneering, che collabora da anni con associazioni non profit e organi governativi per ripopolare le foreste distrutte dall’intervento dell’Uomo, è ancora in fase di start up, ma il suo ideatore stima di poter iniziare già ad operare con i suoi droni entro poco.
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Ultimo aggiornamento il 29 Ottobre 2024 da Rossella Vignoli
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