Scopriamo i vantaggi e gli svantaggi del riscaldamento a pavimento
Tutto quel che c'è da sapere su questo sistema di riscaldamento piuttosto diffuso
Scopriamo pro e contro del riscaldamento a pavimento o a parete, un’alternativa ai tradizionali caloriferi, che sta ritornando di moda soprattutto nelle nuove costruzioni. Ecco le cose utili da sapere.
Sommario
- Che cos’è il riscaldamento a pavimento
- Le caratteristiche di un sistema di riscaldamento a pavimento
- Come è fatto un impianto di riscaldamento a pavimento
- Che caldaia serve per il riscaldamento a pavimento
- Differenze con un riscaldamento a pavimento elettrico
- Quanto conviene il riscaldamento a pavimento
- Quali sono gli svantaggi del riscaldamento a pavimento
- Quanti cm ci si alza con l’impianto a pavimento
- Qual è il pavimento migliore per il riscaldamento a pavimento
- Come fare un impianto di riscaldamento senza rompere il pavimento
- Quanto tempo ci mette a scaldare il riscaldamento a pavimento
- Quante ore accendere il riscaldamento a pavimento
- Cosa fare prima di accendere il riscaldamento a pavimento
- Come arieggiare casa con riscaldamento a pavimento
- Chi ha il riscaldamento a pavimento ha anche il raffrescamento
- Come svuotare l’impianto di un di riscaldamento a pavimento
- Il riscaldamento a pavimento conviene o no?
- Quanto costa un impianto di riscaldamento a pavimento al mq
- Quanto costa riscaldare una casa di 100 mq con impianto di riscaldamento a pavimento
- Quanto gas consuma il riscaldamento a pavimento
- Quali sono gli incentivi fiscali per il riscaldamento a pavimento
- Altri consigli per il riscaldamento della casa
Che cos’è il riscaldamento a pavimento
Innanzitutto capiamo in cosa consiste questo tipo di riscaldamento, detto anche ‘a pannelli radianti’, che in realtà non è propriamente una novità. Si tratta di una riscoperta di un sistema in voga tra gli anni ’50 e ’70. Oggi però può godere di tutte quelle migliorie tecnologiche che ne consentono un funzionamento più efficiente rispetto al passato.
Si tratta di un sistema costituito da tubazioni disposte sotto il pavimento ed appoggiate a pannelli isolanti, che emettono calore in modo uniforme dal basso verso l’alto. Possono essere
- tubazioni nel caso di un riscaldamento ad acqua a circuito chiuso
- resistenze elettriche nel caso di impianto elettrico
Più frequentemente capita di avere a che fare con un sistema di tubazioni in cui circola dell’acqua calda. Questa può essere riscaldata in vari modi, molti eco-sostenibili da fonti rinnovabili, o da combustibile alternativo.
La caldaia per portare l’acqua a temperatura d’esercizio (molto più bassa di quella dei tradizionali termosifoni, pur se provvisti di valvole termostatiche) può essere una caldaia a pellet o una pompa di calore, oppure usare l’elettricità derivante un impianto fotovoltaico, ma può anche arrivare da un impianto di solare termico. Quest’ultima è l’opzione più interessante dal punto di vista della sostenibilità ambientale.
Le caratteristiche di un sistema di riscaldamento a pavimento
Che si tratti di riscaldamento a pavimento ad acqua o elettrico, la caratteristica distintiva è principalmente di assicurare una distribuzione ottimale del calore nelle stanze.
Il principio in base a cui i pannelli riescono a trasmettere calore a tutto l’ambiente domestico è quello dell’irraggiamento.
Attraverso questa proprietà, il calore si diffonde in modo omogeneo da terra fino al soffitto. In questo modo, il riscaldamento a pannelli supera il limite dei sistemi di riscaldamento tradizionali, che tendono a concentrare il calore nelle zone più vicine alla fonte di emissione (cioè il termosifone).
Si ottiene un miglioramento delle condizioni di benessere all’interno della casa, che sarà così riscaldata in modo uniforme.
L’altra caratteristica eco-friendly di questo sistema di riscaldamento è che per funzionare bene sono sufficienti anche basse temperature dell’acqua (almeno in confronto ai radiatori). L’acqua calda di un riscaldamento a pavimento ha infatti una temperatura compresa tra i 30 e i 40°. È all’incirca la metà dei 70° dei tradizionali impianti a radiatori. Non diversamente, anche gli impianti elettrici funzionano con temperature analoghe.
Come è fatto un impianto di riscaldamento a pavimento
Premettiamo che per realizzare un impianto di questo tipo, condominiale o non, è indispensabile rivolgersi ad una ditta altamente specializzata. La qualità del lavoro di installazione avrà infatti effetti tangibili sulla durata di vita dell’impianto (che può essere anche di mezzo secolo).
Detto questo, vediamo quali sono gli elementi costitutivi di un impianto di questo tipo:
- Tubazioni. Rappresentano uno dei fattori più critici dell’impianto, in quanto devono presentare caratteristiche di particolare resistenza allo schiacciamento ed alla corrosione. Sono elementi che, se mancanti, ci creeranno dei grossi problemi in termini di disagi e spese di sostituzione. Normalmente, le tubature sono in polietilene o di materiali parzialmente di metallo e di plastica. Vengono posizionate sopra un pannello isolante a forma di serpentine o altro pattern che comunque consenta una occupazione uniforme dello spazio.
- Pannello isolante è il secondo elemento. Posto sopra la soletta, di solito presenta un disegno predefinito e alcuni incastri che facilitano la posa delle tubature. Il materiale con cui è fatto di solito è il polistirolo sagomato. A volte viene invece data la preferenza al sughero, in virtù delle sue migliori performance di isolamento acustico.
- Foglio in PVC rigido. Viene abbinato al pannello isolante per renderlo più robusto ed impermeabile. Lo proteggerà dall’umidità in casa.
- Caldaia. Come detto, dovrà portare l’acqua del sistema ad una temperatura compresa tra i 30 e i 40°
- Collettori. Sono in sostanza le valvole che consentono di regolare l’apertura e la chiusura del flusso d’acqua calda dalla caldaia alle tubazioni e viceversa.
- Massetto. Si tratta di uno strato in calcestruzzo che funge da elemento riscaldante.
Che caldaia serve per il riscaldamento a pavimento
In genere viene consigliata la caldaia a condensazione che, a differenza delle tradizionali caldaie (alimentate a gas o gasolio), trasforma la condensazione venutasi a creare dai fumi di scarico in energia. Così facendo, questo tipo di caldaia permette di ottenere un risparmio energetico e non inquina l’ambiente.
Di fatto, anche le caldaie classiche potrebbero andar bene per un impianto a pavimento, ma non offrirebbero però i vantaggi appena visti delle caldaie a condensazione.
Dal canto suo, invece, le caldaie elettriche usate per il riscaldamento a pavimento permettono l’impiego di pannelli radianti che possono essere collocati anche a soffitto o parete.
Come funziona la caldaia per il riscaldamento a pavimento
Il funzionamento è semplice. L’acqua calda, a temperatura bassa, attraversa le tubature che corrono sotto il pavimento e, per irraggiamento, diffonde calore in maniera omogenea alla stanza.
Quanto costa una caldaia per il riscaldamento a pavimento
Il prezzo di una caldaia a condensazione varia a seconda della potenza dell’impianto stesso, che può andare dai 24 ai 35 kW. In base poi anche alla marca, il prezzo oscilla dai 700 ai 2.000 euro.
Differenze con un riscaldamento a pavimento elettrico
La differenza principale di un riscaldamento elettrico a pavimento è che al posto dei tubi avremo una sorta di filo dello spessore di qualche millimetro. Questo viene posato direttamente sotto il pavimento e non prima del massetto.
Fatto l’impianto, potrete scegliere il tipo di pavimento che preferite. Avrete anche più libertà nel progettare l’arredo degli interni, non avendo pareti dove sono presenti i termosifoni.
Quanto conviene il riscaldamento a pavimento
Un impianto di questo tipo presenta un interessante profilo costi-benefici. Ci sono tuttavia diversi fattori da prendere in considerazione. Vediamoli tutti:
Vantaggi principali del riscaldamento a pavimento
Il riscaldamento a pannelli radianti comporta degli importanti benefici:
- vantaggio economico. Anche se le spese iniziali di acquisto sono superiori (anche del 50%) rispetto a quelle previste per i sistemi di riscaldamento classici ,per la necessità di utilizzare materiali di migliore qualità e per il bisogno di manodopera qualificata e complessità dei lavori da effettuare, la maggiore spesa è ammortizzabile entro un arco di tempo limitato grazie al risparmio energetico conseguibile. Si stima che, grazie ad un risparmio energetico quantificabile nell’ordine del 25% all’anno, nell’intero ciclo di vita di un impianto di questo tipo, il risparmio complessivo che l’utente può realizzare – anche al netto di eventuali incentivi di legge – possa arrivare al 35% del totale costi di periodo.
- conversione in un impianto di raffrescamento. Semplicemente con l’immissione di acqua fredda (anche solo 15-17 °) al posto dell’acqua calda, si ottiene il risultato di rinfrescare l’ambiente senza gli svantaggi (chi non soffre i getti di aria fredda?) e i consumi energetici collegati ai condizionatori. Si evita in tal modo anche l’ulteriore spesa per l’acquisto dei condizionatori.
- migliore e più uniforme diffusione del calore. A differenza di quello che accade coi radiatori, il calore si diffonde in maniera omogenea negli interni.
- meno inquinante. In effetti permette di utilizzare energie rinnovabili. Usare le rinnovabili per i radiatori è attualmente impossibile, dato che dobbiamo portare l’acqua fino ai 70° e per fare ciò dovremo per forza usare un riscaldamento a gas o gasolio.
- meno polveri, acari e muffe. A differenza dei radiatori, che producono polveri nocive che poi ci troviamo a respirare, nel caso del riscaldamento a pavimento questo problema è assai minimizzato. Con il riscaldamento a pavimento, l’aria non si riscalda e conserva quel tasso di umidità indispensabile per fare cadere le particelle nocive nell’aria. Il tutto con ovvi benefici per la nostra salute (e soprattutto per chi soffre di allergie!).
Altri benefici di un sistema di riscaldamento a pavimento
In benefici non finiscono qui. Meritano di essere citati anche alcuni minori.
- Maggiore libertà di arredo degli interni. Mancando i termosifoni alle pareti, si possono disporre in modo più libero gli arredi e la distribuzione degli ambienti. Anche il pavimento può essere del tipo che volete. Con il riscaldamento a pavimento non si registrano variazioni significative della resa termica dovute alla scelta del tipo di pavimento. L’unica cosa cui fare attenzione, nel caso vogliate posare un pavimento in parquet, è che la posa vada fatta da un parquettista abile. Vanno utilizzate dimensioni ridotte, in quanto il pavimento deve essere stabile e ben posato per prevenire la possibilità che si ‘alzi’.
- Bassa frequenza della manutenzione. Un sistema di riscaldamento a pavimento necessita di un numero minore di interventi di manutenzione e riparazioni in confronto ai tradizionali radiatori. Va comunque prevista una manutenzione periodica dell’impianto, con un lavaggio completo. Parimenti è opportuno aggiungere all’acqua che gira nei tubi additivi che la puliscano e la liberino dai fanghi. La presenza di fanghi, alghe e calcare, nonché eventuali fenomeni di corrosione, possono provocare guasti alla caldaia o una diminuzione della sua resa energetica.
- Ogni ambiente con la sua temperatura ideale, grazie ai termostati. Ogni stanza potrà avere la sua temperatura ideale (ed omogenea) grazie al collocamento di un termostato per il controllo della temperatura. In questo modo, ridurremo anche lo spreco energetico.
Quali sono gli svantaggi del riscaldamento a pavimento
Naturalmente questo sistema di riscaldamento domestico ha anche i suoi svantaggi:
- Alti costi di realizzazione rispetto ai classici termosifoni, anche se ammortizzabili in breve tempo. In media, i costi possono essere tra il 30% ed il 50% in più. Ciò dipende dalla qualità dei materiali acquistati e dall’assistenza fornita.
- Possibili danni alle tubazioni che obbligano a rimuovere almeno in parte il pavimento. Provate a pensare cosa può voler dire non avere una scorta di piastrelle o parquet dello stesso tipo per ripristinare il pavimento…. Naturalmente, in caso di guasto alle tubature, è indispensabile avere conservato una piantina del progetto per minimizzare gli impatti di un intervento.
- Possibili danni ai pavimenti in parquet. Se non posati a regola d’arte, potrebbero sollevarsi, con ovvi disagi per chi vive.
- Pavimentazione più alta di almeno di 5 cm. Questo può essere un problema quando si ristruttura, ci sono mobili su misura o altre eventualità da tenere presente.
- Non può essere acceso e spento ad intermittenza. Va tenuto acceso almeno per un giorno, affinché riscaldi l’ambiente. Poi va tenuto in funzione anche una volta raggiunta la temperatura desiderata. Ciononostante, consente risparmi energetici consistenti, dal momento che l’acqua o le resistenze elettriche devo avere temperature più basse.
Quanti cm ci si alza con l’impianto a pavimento
La situazione ideale per poter lavorare in buon condizioni è di 15 cm. Utilizzando invece un canale laterale attraverso cui far passare le tubature – sia elettriche che idriche – allora possono essere sufficienti solo 8-10 cm.
Tuttavia, in questo secondo caso, aumenteranno ovviamente i costi per la relativa impiantista.
Quanto spessore occupa un impianto di riscaldamento a pavimento
Utilizzando la tecnica ‘a secco’, ovvero il pavimento viene posato direttamente sull’impianto. In questo caso, lo spessore della finitura, di media, va dagli 0,8 ai 3 cm.
Il massetto, invece, può occupare 3 cm circa. Utilizzando invece sistemi di tipo autolivellante e ad asciugatura rapida, si può arrivare anche a 4,5 cm.
Qual è il pavimento migliore per il riscaldamento a pavimento
Il materiale più idoneo è il grès porcellanato dal momento che la ceramica si riscalda con facilità e riesce poi a trasmettere questo calore in maniera uniforme, omogenea e diffusa.
Quale battiscopa per riscaldamento a pavimento
In presenza di impianti radianti, si consigliano battiscopa aventi uno spessore di 13 mm circa.
Come fare un impianto di riscaldamento senza rompere il pavimento
Bisogna posare una nuova pavimentazione al di sopra di quella già esistente. Ecco come si dovrebbe procedere.
- Si applicano dei pannelli preformati e un termoisolante
- su questi, a loro volta, vengono poi applicati una serpentina e i tubi di riscaldamento
- si ricopre l’impianto con uno strato di massetto liquido
- infine si posa il nuovo pavimento
Quanto tempo ci mette a scaldare il riscaldamento a pavimento
Da questo punto di vista, si tratta di un sistema altamente vantaggioso perché permette di ottenere le condizioni di clima ideali già dopo solo 10 minuti circa dall’accensione dell’impianto.
Quante ore accendere il riscaldamento a pavimento
L’accensione di questo impianto è disciplinata dalla normativa Uni En 1264-4. Secondo tale norma, la prima accensione del sistema va fatta dopo 20 giorni circa dalla posa del massetto, se in cemento. Se invece il massetto è a base di anidride, è sufficiente attendere7-8 giorni.
Cosa fare prima di accendere il riscaldamento a pavimento
Come appena spiegato, prima di procedere con l’accensione dell’impianto, è fondamentale che i massetti siano ben asciutti.
Come arieggiare casa con riscaldamento a pavimento
Sicuramente, il ricambio d’aria giornaliero delle stanze (anche più di una volta al giorno) è sempre fortemente consigliato.
Quando si avverte che l’aria è troppo “secca”, una valida soluzione potrebbe essere quella di avvalersi di umidificatori. ve ne sono di 2 tipi:
- a caldo, in cui la produzione di vapore avviene attraverso un processo della resistenza elettrica. Questo sistema è sicuro in merito ad una eventuale proliferazione di batteri
- a freddo, in cui il fenomeno dell’evaporazione avviene tramite nebulizzatori ultrasonici che vanno disinfettati quotidianamente
Chi ha il riscaldamento a pavimento ha anche il raffrescamento
In estate, quando le temperature aumentano, molti di coloro che hanno un impianto a pavimento, sostituiscono l’acqua calda nelle tubature immettendo quella fredda. In questo modo, si sentirà subito un piacevole cambio di clima nell’ambiente e l’aria non risulterà più secca.
Come svuotare l’impianto di un di riscaldamento a pavimento
Il problema più comune che si può riscontare in questo tipo di impianti è la formazione di bolle, o microbolle, di aria, generalmente causate da fenomeni di surriscaldamento o corrosione. In questi casi, la prima operazione da fare è procedere con lo spurgo, eliminando l’aria che si trova nell’acqua.
Per prima cosa, è bene contattare un idraulico, il quale: collegherà un tubo alla valvola di flusso sul collettore, e lo connetterà poi con un rubinetto d’acqua fredda. Quindi procederà allo scarico, congiungendo il tubo al punto di scarico posto sul collettore. A questo punto, entrambi i rubinetti (caldo e freddo) verranno aperti, e i punti di scarico e di flusso vuotati. Così facendo le bolle d’aria intrappolate nei tubi saranno completamente rimosse.
Conclusa l’operazione, si potranno chiudere le valvole e poi scollegare il tubo.
Il riscaldamento a pavimento conviene o no?
Non è possibile fornire una risposta univoca, valida in ogni situazione, a questa domanda. Quanto risparmio energetico consenta un sistema radiante, quanto comfort, quali vantaggi o svantaggi puntuali, dipende da una pluralità di fattori.
Tra l’altro, non possiamo prescindere da fattori quali:
- caratteristiche della struttura
- qualità dei materiali usati
- efficacia dell’isolamento termico dell’ambiente in parola
La valutazione che deve essere fatta è In definitiva, è vero che le resistenze verso l’installazione di un impianto di questo tipo non mancano. Quante volte avrete sentito: ‘non fa abbastanza calore’, cosa per altro non veritiera. Ma è innegabile che il riscaldamento a pavimento presenti un interessante profilo di costi/benefici, per noi e l’ambiente. Per tanto, rappresenta una opzione da valutare attentamente quando si presenti l’occasione di installarlo.
Ricordatevi sempre, qualora optiate per questo tipo di impianto, di richiedere al termine dell’installazione la dichiarazione di conformità dell’impianto che assicura appunto la sua corretta installazione.
Quanto costa un impianto di riscaldamento a pavimento al mq
Le soluzioni più economiche partono dai 30 euro al mq fino poi ad arrivare anche ai 110 euro per mq. Di media, possiamo quindi dire che il prezzo va dai 70 ai 90 euro al mq, IVA esclusa.
Quanto costa riscaldare una casa di 100 mq con impianto di riscaldamento a pavimento
Di media, il costo è di circa 6.500 euro.
Quanto gas consuma il riscaldamento a pavimento
Prendendo ad esempio una superficie riscaldata pari a 80 mq, ed ipotizzando un fabbisogno di 25 kWh/mq, il consumo annuo complessivo sarà pari a 2.000 kWh.
Quali sono gli incentivi fiscali per il riscaldamento a pavimento
Buone notizie. Grazie alla Legge di Stabilità 2016, gli utenti potranno usufruire degli incentivi fiscali previsti di recente per tutti quegli interventi effettuati sulla propria abitazione e finalizzati alla riqualificazione energetica dell’edificio.
Per il 2016, la Legge di Stabilità ha infatti confermato anche per quest’anno le detrazioni fiscali del 65% per gli interventi di riqualificazione energetica. Tra queste ricade anche la realizzazione di un sistema radiante. Va ricordato che tra le opere murarie rientrano anche il massetto di copertura e le piastrelle.
Altri consigli per il riscaldamento della casa
Eccovi altri approfondimenti utili su come risparmiare sul riscaldamento domestico che vi segnaliamo:
- Lo scaldacqua a pompa di calore
- Teleriscaldamento: che cosa è e come funziona
- Riscaldamento centralizzato: come funziona, vantaggi e svantaggi
- Guida all’efficienza energetica: come risparmiare sul riscaldamento
- Cappotto termico
Ultimo aggiornamento il 6 Luglio 2024 da Rossella Vignoli
Iscrivetevi alla newsletter di Tuttogreen.it per rimanere aggiornati sulle ultime novità.
Ho un appartamento al piano terra con problemi di umidità e in particolare di risalita lungo i muri.
Il riscaldamento a pavimento può aiutarmi a risolvere o almeno limitare questo problema?
È forse preferibile un riscaldamento a parete nel mio caso?
Grazie
Mia figlia ha comprato casa con riscaldamento a pavimento centralizzato e quando sono andato a trovarla mi sono accorto che nella casa non c’è alcun termostato pertanto ho scritto alla ditta venditrice quanto segue:
“Regolazione riscaldamento – Nelle visite nella casa non ricordo di aver visto alcun termostato per la regolazione dell’impianto di riscaldamento a pavimento. Mi sono sbagliato? Se c’è, dove lo trovo? In caso diverso come faccio a regolare la temperatura della casa cioè a impostare una temperatura di 21 °C piuttosto di una di 19 °C (o comunque di diminuire o aumentare il grado di caldo all’interno dell’appartamento).”
La risposta che ho avuto è stata la seguente:
“Il riscaldamento a pavimento è condominiale, non è possibile regolare la temperatura, è ripartito in millesimi in egual modo tra tutti i condomini”
Vorrei sapere, gentilmente se quanto mi è stato detto corrisponde a verità, come è possibile non ci sia un termostato? E’ possibile inserire un termostato a posteriori (e quanto può essere l’eventuale spesa?).
Per legge il riscaldamento non dovrebbe superare i 20 gradi.
Io ce l’ho nel mio appartamento, (non centralizzato), quando lo accendi poi lo lasci sempre acceso, raggiunta la temperatura di 20 gradi lui si “spegne” e poi se la temperatura scende sotto i 20 si riaccende da solo. Questo ti permette di avere una temperatura costante e di risparmiare fino al 50% rispetto al riscaldamento con termosifoni.
Comunque il tipo di calore che si percepisce con il riscaldamento é diverso da quello tradizionale, in quanto il calore resta all’altezza della persona, non va verso l’alto come con i termosifoni.
Non so se si possa mettere un termostato, dovresti sentire la ditta che ha installato il riscaldamento a pavimento, ma credo sia abbastanza superfluo visto il tipo di funzionamento dell’impianto.
Salve, ottimi articolo complimenti. Ho un’abitazione che quasi per il 90% è coperta da parquet e mi chiedevo se posso installare il riscaldamento a pavimento sul parquet. Mi dicono che non ci dovrebbero essere problemi, però non permettono di commentare e quindi volevo sapere da voi se è possibile optare per questa combinazione. Grazie.
Articolo molto dettagliato dove vengono considerati adeguatamente i pro e i contro del riscaldamento a pavimento tradizionale. Mi sarebbe piaciuto però veder trattato anche il riscaldamento a pavimento elettrico GRID+ che, con uno spessore minimo (1,2 millimetri) può essere installato anche sopra il pavimento esistente e ripavimentare con parquet, moquette, monocottura, ecc. Il metallo amorfo di cui è composto GRID+, in base al principio di Joule e per propria natura, trasforma ogni Watt elettrico assorbito in Watt termico reso, senza inerzie, dispersioni e memorie. GRID+ permette una riduzione del 50% della richiesta di potenza al contatore.
Buongiorno. MIo non me ne intendo, ma e’ normale che con il riscaldamento a pavimento ci sis un distacco di quasi un centimetro tra il pavimento ed il battiscopa? Sembra quasi che il pavimento sia sprofondato. Grazie anticipate per la risposta. Domanda