Risparmio energetico

Riscaldamento centralizzato: come funziona, vantaggi e svantaggi

Tutto quel che serve sapere su funzionalità, vantaggi, costi e possibilità di staccarsi

Il riscaldamento in casa è fondamentale per godere del comfort abitativo. Ovviamente, implica un dispendio energetico e un conseguente costo. È possibile scegliere tra sistema di riscaldamento centralizzato o autonomo. Ognuno dei due ha propri ‘pro’ e ‘contro’, la scelta dipende dalle proprie esigenze personali.
Solitamente , nei condomini e nei contesti residenziali in genere, la scelta ricade più diffusamente sul riscaldamento centralizzato.

Riscaldamento centralizzato: come funziona, vantaggi e svantaggi

Andiamo quindi a vedere nel dettaglio cos’è, come funziona, quali sono i suoi vantaggi, ed anche gli svantaggi, e cosa è possibile fare se ci si vuole staccare.

Cosa si intende per riscaldamento centralizzato

Un sistema di climatizzazione invernale che eroga calore, da un’unica sorgente centrale, a varie unità abitative collocate all’interno di uno stesso edificio.

Di solito, questo sistema di riscaldamento viene installato nei condominio. Di fatto, c’è una sola caldaia che apporta il calore ai vari appartamenti, in fasce orarie precise, determinate da una specifica normativa di legge basata sulle varie zone climatiche. Pertanto, i singoli utenti non possono decidere a propria discrezione quando attivare o spegnere l’impianto. Durante il periodo di accensione, possono però regolare la temperatura dei propri termosifoni, regolando le valvole termostatiche installate sui singoli radiatori.

Riscaldamento centralizzato condominiale: come funziona

Il riscaldamento centralizzato si basa sulla centralizzazione della produzione di calore, poi distribuito alle singole unità abitative presenti nell’edificio, tramite una rete di tubi e dispositivi di emissione di calore.

L’impianto di riscaldamento centralizzato presuppone la presenza di un’unica caldaia, di solito posizionata nel seminterrato, in uno spazio adibito ad aree comuni del condominio.

Questa caldaia riscalda l’acqua tecnica fino al raggiungimento della temperatura necessaria per far funzionare il sistema di distribuzione. Una volta raggiunta la temperatura, l’acqua tecnica riscaldata raggiunge le singole abitazioni tramite una pompa di circolazione e una rete di tubazioni.

Nei singoli appartamenti, il calore viene emanato attraverso i terminali installati, che possono essere i termosifoni o dei pannelli radianti (nel caso del riscaldamento a pavimento).

Quando viene attivato

C’è una normativa specifica che disciplina l’uso del riscaldamento centralizzato. Fino a pochi anni fa, la Legge (D.P.R 412/93) permetteva l’accensione dei riscaldamenti centralizzati nel periodo 15 ottobre – 15 aprile, per massimo 14 ore al giorno.

In realtà, però, al fine evitare inutili sprechi energetici, le date di accensione sono state più precisamente regolamentate dal D.P.R. 74/2013, mediante la suddivisione dell’Italia in 6 zone, ognuna contraddistinta da una lettera dell’alfabeto, tenendo conto delle condizioni climatiche che contraddistinguono tali zone.

  • zone A, B e C: regioni meridionali. Accensione consentita dal 1° dicembre (dal 15 novembre per la zona C)
  • zone D ed E: Italia centro-settentrionale (es. Roma, Firenze e Genova). Accensione prevista il 1 novembre (zona D) e il 15 ottobre (zona E)
  • zona F: province di Cuneo, Trento e Belluno

Quali sono gli orari

Relativamente alle fasce orarie di accensione del riscaldamento centralizzato, la normativa nazionale non lascia alcun riferimento. Le fasce orarie giornaliere sono infatti decise dallo stesso condominio in fase di assemblea, e indicate nel regolamento condominiale.

In ogni caso, nei condomini, il riscaldamento può funzionare fra le 5 di mattina e le 23: la temperatura di 19 gradi è la temperatura massima permessa, con un margine concesso di un paio di gradi circa.

Riscaldamento centralizzato con contabilizzatori

Da luglio 2017, negli impianti centralizzati è obbligatorio installare i contabilizzatori di calore. Anche chiamati contacalore, sono piccoli dispositivi che vengono montati da un tecnico su ogni termosifone, e che misurano il calore emesso da ogni elemento, registrandone così l’effettivo consumo energetico.

Installati correttamente, i contabilizzatori permettono di prendere coscienza dei propri consumi, in modo tale da, se necessario, razionalizzarne l’uso, ottimizzando così la gestione dei consumi e riducendo, di conseguenza, sia i costi in bolletta che l’impatto ambientale.

I dati rilevati dai contabilizzatori vengono trasmessi direttamente al fornitore dell’energia. Tuttavia, l’utente può comunque leggere i suoi consumi, dal momento che ogni contacalore è provvisto di un display su cui viene segnalata la quantità di energia consumata.

In base ai dati registrati, vengono calcolate in maniera precisa le spese effettive di ogni famiglia residente nel condominio.

Come già detto, l’installazione dei contabilizzatori è obbligatoria. Chi trasgredisce a tale regola è punibile con una sanzione pecuniaria per un ammontare di minimo 500 euro ad un massimo di 2.500 euro.

riscaldamento centralizzato: riscaldamento a pavimento
Con un sistema di riscaldamento centralizzato, il calore viene emanato attraverso i terminali installati: nel caso del riscaldamento a pavimento, le serpentine dei pannelli radianti.

Riscaldamento centralizzato con termovalvole

La direttiva 2012/27/UE del Parlamento Europeo obbliga al montaggio delle valvole termostatiche su ogni termosifone. Sono valvole che permettono di attivare o spegnere ogni singolo termosifone, così come anche regolarne la temperatura, in base alle proprie esigenze personali, in modo tale da contenere gli sprechi quando la caldaia condominiale è in funzione. Si può ad esempio decidere di lasciare sullo 0 le valvole del termosifone in camera da letto, dove spesso il riscaldamento non è necessario. Oppure di tenerle su un livello basso (1-2) nelle stanze meno vissute e su livelli più alti (4-5) negli ambienti dove si passa la maggior parte del tempo quando si è a casa.

Le termovalvole possono essere impostate secondo una scala di calore che va da 0 a 5. per dare un’idea indicativa, il 3 permette di avere una temperatura di 20°C circa.

In genere, le valvole termostatiche sono manuali. I modelli di ultima generazione sono digitali e dotati di collegamento Wi-Fi. Offrono quindi la possibilità di gestire la loro accensione e il loro spegnimento a distanza, anche tramite programmazione oraria.

Come si calcola il costo del riscaldamento centralizzato

Le spese per il riscaldamento centralizzato, prendendo come riferimento un impianto dotato di sistema di contabilizzazione del calore, sono ripartite come segue:

  • 30% quota fissa, calcolata sui millesimi di proprietà dei singoli condòmini
  • 70% quota variabile, calcolata sulla base dell’effettivo consumo reale di ogni appartamento, rilevato dai termocontabilizzatori

Nelle spese fisse rientrano i costi per la manutenzione e la pulizia della caldaia, le dispersioni termiche e gli oneri della ditta incaricata alla gestione dell’impianto.

Possono inoltre esserci anche delle spese di manutenzione straordinaria, ad esempio la riparazione o la sostituzione della caldaia o di alcuni dei suoi componenti (es. bruciatore).

Coloro che si sono distaccati dall’impianto centralizzato, saranno chiamati a contribuire al pagamento delle sole spese straordinarie e non a quelle di gestione ordinaria.

Quali sono i vantaggi del riscaldamento centralizzato

Questi sono i pro comunemente attribuiti ad un sistema di riscaldamento centralizzato:

  1. Rendimento energetico elevato
  2. Manutenzione e gestione dell’impianto semplificata, che è onere dell’Amministratore di condominio
  3. Risparmio economico per le famiglia numerose

E quali gli svantaggi

Vediamo ora quali sono i principali ‘contro’ di questo sistema:

  1. Impossibilità di scegliere gli orari di funzionamento dell’impianto
  2. Mancata possibilità di decidere in merito al tipo di caldaia da installare e al tipo di combustibile da usare
  3. Costi elevati per i single o per le coppie, specialmente se vivono in un’abitazione di grandi metrature

Riscaldamento centralizzato o autonomo

È chiaro che la principale e sostanziale che differenzia un impianto di riscaldamento centralizzato da uno autonomo sta nel tipo di gestione e funzionamento del sistema stesso.

Il sistema centralizzato si basa su un’unica caldaia che copre l’intero condominio. Il riscaldamento autonomo, invece, è progettato per servire le singole unità abitative e può essere regolato a discrezione del singolo.

La più grande differenza tra i due tipi di impianto sta quindi nella possibilità di gestire e personalizzare le impostazioni.

Di fatto, quindi, non è possibile stabilire in maniera oggettiva quale tipo di impianto sia migliore. La scelta va fatta tenendo conto di vari fattori personali, quali:

  • il tipo di nucleo familiare (single, coppia, famiglia con 2 o più figli)
  • stile di vita (siete fuori per gran parte della giornata oppure trascorrete molto tempo in casa)
  • esigenze termiche personali (vi piace vivere in ambienti più o meno caldi)
  • caratteristiche dell’immobile (con particolare riferimento alle misure di risparmio energetico adottate, come ad esempio la presenza o meno di doppi vetri o di cappotto termico)

In linea generale, possiamo concludere dicendo che il riscaldamento centralizzato è una scelta conveniente per le famiglie numerose che vivono in un appartamento posto nei piani centrali e che trascorre molte ore della giornata a casa. Dal canto suo, invece, il riscaldamento autonomo risulta essere più vantaggioso per i single e per le coppie che stanno molto tempo fuori casa, ed anche per chi vive al piano terra o all’ultimo piano.

Come evitare di pagare il riscaldamento centralizzato

Da sempre, nei condomini, quello del riscaldamento è un argomento assai dibattuto, su cui spesso è difficile trovare un comune accordo.

Se un inquilino lo desidera, la legge, sulla base di quanto prescritto nell’art. 1118 del Codice Civile), gli dà la possibilità di staccarsi dall’impianto centralizzato di riscaldamento e di installare un sistema autonomo, purché tale operazioni non provochi malfunzionamenti o aumenti di spesa a danno degli altri condomini.

Sulla base di quanto appena detto, il soggetto che desidera distaccarsi dalla rete dell’impianto di riscaldamento centralizzato, deve anzitutto darne comunicazione all’assemblea condominiale, tramite la figura dell’Amministratore, e presentare al contempo una perizia attestante la bontà dei lavori e l’assenza di pregiudizio nei confronti dei vicini.

Cosa paga chi si distacca dal riscaldamento centralizzato

Tuttavia, il soggetto distaccatosi, sarà comunque tenuto al versamento delle spese fisse, ovvero le spese legate alla conservazione e alla manutenzione straordinaria dell’impianto comune, calcolate sulla base dei millesimi della sua proprietà. Di fatto, infatti, il soggetto in questione, pur distaccatosi, dal sistema centralizzato, resta sempre a tutti gli effetti comproprietario dell’impianto, di cui è quindi chiamato a partecipare al suo mantenimento.

Altri consigli per il riscaldamento di casa

Qui di seguito vi proponiamo alcuni approfondimenti utili su come risparmiare sul riscaldamento domestico:

Ultimo aggiornamento il 6 Luglio 2024 da Rossella Vignoli

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Federica Ermete

Nata a Busto Arsizio nel 1982, dopo il diploma si trasferisce a Cremona – dove vive tutt’ora – per conseguire la laurea in ambito umanistico. Sia per formazione professionale che per passione personale, i suoi ambiti di specializzazione sono l’alimentazione, la salute, il fitness di cui è appassionata anche nella vita quotidiana, ed il benessere naturale. Collabora con entusiasmo con la redazione di Tuttogreen dal giugno 2020.

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