Robbia, una pianta tintoria dall’uso anche officinale
Scopriamo i segreti di una pianta usata sin dall'antichità per colorare i tessuti ed i capelli, e nell'Ayurveda per purificare
La robbia è una delle più conosciute tra le piante perenni per colorare i tessuti in maniera naturale. Dalle sue radici si ottiene una sostante rossa che ha un alto potere colorante. Nota fin dall’antichità, viene usata per fibre naturali, per creare pigmenti e per colorare e dare lucentezza nuova ai capelli.
Scopriamone utilizzi e benefici, nelle tre varianti, tintoria, selvatica, indiana.
Sommario
Robbia: come si presenta la pianta
Della famiglia Rubiaceae, comunemente chiamata anche garanza, è originaria dell’Asia, ma si trova anche in Italia. Ne esistono diverse specie, la più comune, la Rubia tinctorum è quella utilizzata per colorare i tessuti.
Si distingue per:
- alto fusto con liane e aculei
- foglie lanceolate lucide, di color verde intenso
- fiori piccoli riuniti in pannocchie bianchi o giallastri, con fioritura primaverile
- frutti come piccole bacche, di forma sferica, nere e lucide
- rizoma ramoso, lungo fino a 1 m, grosso da 5 a 10 mm, di colore rosso. Si ricava una sostanza colorante rossa utilizzata fin dall’antichità per tingere fibre tessili, pelli e pergamene. Si chiama alizarina.
È una pianta assai comune nei boschi sempreverdi, nella macchia mediterranea e nelle siepi.
Origini e habitat della robbia
Trova origini nelle regioni d’Europa meridionale e dell’Asia. La varietà tintoria veniva coltivata fin dall’antichità per produrre il noto colorante.
Oggi è sempre più difficile trovare le sue radici in Occidente, ma è ancora abbastanza comune sui banchi dei mercati marocchini o persiani.
Robbia: le specie
La tintoria non è l’unica specie di pianta della famiglia delle Robiaceae. Se ne possono distinguere tre grandi gruppi:
- robbia dei tintori o domestica (Rubia tinctorum) si riconosce per il colore verde chiaro di fusto e foglie e per l’apparato radicale, ed è quella usatra per tingere capelli e tessuti.
- robbia selvatica (Rubia peregrina), sempreverde con foglie più piccole, coriacee e di color verde più scuro, ha proprietà medicinali ed è usata in fitoterapia.
- robbia indiana (Rubia cordifolia) usata come pianta medicinale nell’Ayurveda, si trova spesso sotto il nome sanscrito manjishta
Robbia domestica o tintoria
La Tinctoria è la specie più comune, anche chiamata garanza. Il suo nome è dovuto al fatto che dalle sue radici i tintori ricavavano il colore chiamato ‘rosso di garanza’ o ‘rosso Adrianopoli’.
È una tra le più importanti piante tintorie. Dalle sue radici si estrae il principio colorante (chiamato alizarina), a partire dai 3 anni di vita della pianta. Poi, mediante essiccazione e macerazione, si ottiene una polvere rossa dal potere colorante.
Nel passato era usata come colorante naturale per tingere stoffe e filati, ma anche per colorare e colorare i capelli e donare riflessi rossi alle chiome.
E non solo: con questo colorante si può anche usare per produrre lacche, unito ad allume, e pitture murali oppure per tingere le pelli.
Proprietà della radice
Della pianta si utilizza la grande radice legnosa di colore rosso, ramificata, dal forte odore.
Le radici vengono raccolte quando la pianta ha già 3 anni, fatte seccare e ridotte in piccoli pezzi e poi polverizzate.
Attenzione: la cosiddetta garanza è inserita nella lista del Ministero della Salute delle piante il cui uso non è ammesso come integratore alimentare, poiché numerosi studi ne hanno rivelato l’attività genotossica e probabilmente carcinogenica.
Tingere i tessuti con la robbia
Ecco come fare per tingere i tessuti con questo pigmento rosso, sebbene sia un processo lungo e pesante:
- Le radici si raccolgono dalla pianta adulta e vengono essiccate e tagliate in piccoli pezzi oppure macinate. Si usano 100 gr di radice ogni 100 gr di fibra asciutta.
- Si lasciano i pezzetti o la polvere a macerare in acqua calda per alcune ore.
- Il tessuto da tingere, precedentemente lavato, viene lasciato a bagno nell’acqua colorata con la garanza e l’aggiunta di un agente fissante, come il sale o il cremor tartaro.
- Si immerge il filato nella vasca calda a 80° e lo si lascia in immersione per diverse ore.
- Si risciacqua il tessuto o il filato.
- Si asciuga all’aria aperta.
Tingere i capelli con la robbia
Questa pianta è famosissima per la cura e la bellezza delle chiome. Permette di ottenere sui capelli scuri dei toni ramati e caldi.
In commercio si trova in forma di polvere, come l’hennè. Si deve dapprima sciogliere in acqua calda per creare il composto, da applicare poi sui capelli per circa un’ora.
Oltre a donare riflessi ramati, l’applicazione di questa radice sul cuoio capelluto ha effetto purificante per la cute. Protegge inoltre da forfora e prurito del cuoio capelluto, e rende i capelli lucidi e setosi.
Consigli d’uso della robbia
Come per tutte le altre piante tintorie, anche in questo caso il risultato migliore si ottiene miscelandola con l’hennè che rende così il colore più intenso e più coprente.
Il potere colorante non è permanente e non è efficace per nascondere i capelli bianchi.
Attenzione: nel caso di capelli biondi il risultato è un biondo tendente all’arancio. Se lo scopo è avere capelli arancio, allora si potrebbe aggiungere la curcuma.
Preparare lacche naturali con la robbia
Si usa come pigmento per realizzare colori e lacche, e anche pitture murali. Seguite questo processo:
- cuocete le radici in acqua fino quasi a completa evaporazione dell’acqua
- strizzate la poltiglia che ottenuta e filtrate
- aggiungete allume di rocca, per circa metà peso rispetto a quello della radice
- mescolate bene
- lasciate essiccare all’aria per più giorni
Il residuo secco macinato dà il pigmento rosso che veniva utilizzato per la creazione di tinte rosso-marroni.
Robbia selvatica o peregrina
La varietà selvatica è una delle piante rampicanti con un fusto legnoso, lungo fino a 3 m, ricoperto da minuti aculei che la rendono ruvida ed attaccaticcia.
Originaria del Mediterraneo si diffonde facilmente, cresce senza esigenze particolari, soprattutto nei boschi e nella macchia a predominanza di lecci, nelle siepi e nelle boscaglie di querce.
Proprietà
La Rubia peregrina o selvatica ha proprietà medicinali. In particolare si può utilizzare per le sue qualità:
- abortive
- diuretiche
- emmenagoghe
- afrodisiache
Robbia cordifolia
La specie cordifolia è utilizzata tradizionalmente nell’Ayurveda, nota anche come robbia indiana. Il suo nome originario in sanscrito è Manjishta. È considerata il principale rimedio per purificare l’organismo dalle tossine.
Proprietà della robbia indiana
La manjishta è molto apprezzata per la cura della pelle. Questa pianta è utile sulla pelle per combattere
- dermatite
- psoriasi
- vitiligine
- acne
- eczema
Inoltre vanta qualità
- antinfiammatorie
- purificanti
- astringente
Combatte inoltre alcune imperfezioni cutanee
- uniforma il colorito
- tonifica per il tessuto cutaneo
- riduce le piccole rughe
- riattiva la micro-circolazione
Attenzione però perché contiene del colorante naturale. Per chi ha la pelle chiara è opportuno mescolarla con altre sostanze come argilla, polvere di rosa damascena, tulsi, amla, neem, aloe.
Come si applica sul viso la robbia cordifolia
Dovete mescolare la polvere di cordifolia con abbastanza acqua bollente da ottenere una pasta omogenea:
- aggiungete argilla o altri prodotti naturali a piacere
- lasciate in posa 10 minuti senza far seccare la maschera mantenendo sempre la pelle umida erogando acqua o acque floreali.
- sciacquate bene il viso
Attenzione. Evitate il contatto con occhi e bocca.
Ultimo aggiornamento il 21 Luglio 2021 da Rossella Vignoli
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