Guida al Rododendro: coltivazione e cose da sapere sull’albero delle rose
Tutti gli accorgimenti per curare questa pianta dalle tante varietà
Tutti i segreti del Rododendro. Proseguiamo il nostro viaggio nel mondo del giardinaggio e andiamo a conoscere questa pianta da vicino, ed i trucchi per prendersene cura e migliorarne la fioritura.
Sommario
Da dove viene il Rododentro
Questa specie è originaria dell‘America del Nord, Europa, Asia e Oceania. Anche in Italia abbiamo una specie spontanea chiamata Rosa delle Alpi. In realtà è un fiore molto delicato e fragile, che richiede particolari condizioni ambientali.
Sembra che fosse già nota intorno al ‘500, ma si dovrà attendere l’800 per vederla arrivare in Europa. Un suo grande studioso fu George Forrest, della Royal Horticultural Society, il quale ne scoprì diverse specie.
Significato del Rododendro
La pianta fa parte della famiglia delle Ericaceae. Il suo nome significa ‘albero delle rose’, dal greco rhodon (rosa) e dendron (albero).
È il fiore per antonomasia che viene regalato per le dichiarazioni d’amore.
Com’è il Rododendro
Pianta rustica che cresce nella brughiera e nel sottobosco, è un arbusto che può avere tutte le dimensioni. Lo troviamo sia nano, perfetto per vasche e vasi, che è ideale per balconi e terrazze. Ma è anche nelle varietà giganti, e può raggiungere i 15 m di altezza.
Dona fioriture generose, rallegrando in modo duraturo le aiuole del giardino, ,ma è adatto anche a bordure, siepi, e come esemplare isolato. Cresce persino in riva al mare (a più di 250 m dalla riva) e si adatta anche nei giardino di montagna, purché in terreni non calcarei.
La specie comprende circa 800 varietà molto diverse tra loro. Si tratta di piante decorative per via dei fiori dai colori vivaci e per le foglie, lucide e sempreverdi. Troviamo sia piccoli arbusti che non superano i 60 cm, che alberi con foglie caduche o persistenti, alti fino a 30 m. All’interno di questo grande gruppo sono comprese anche le Azalee. In genere le varietà alpine hanno foglie minuscole, mentre quelle adatte a climi miti e umidi hanno grandi foglie lucide di verde scuro, semi-sempreverdi o decidue, come la cultivar ‘Furnival’s Daughter’, le cui foglie cambiano talvolta colore in autunno o in inverno.
- I fiori possono presentarsi raggruppati o singoli e sono sempre molto grandi e vistosi. Possono arrivare ai 20 cm di grandezza. Hanno una forma a campanula, tubolare, piatta, a imbuto, mentre i colori variano dal crema al giallo, bianco, lavanda, viola, rosa, arancione o rossi. Inoltre, alcune specie sono profumate.
- Le foglie sono persistenti poiché si tratta di piante sempreverdi, hanno un verde brillante, e sono coriacee, glabre, di forma ovoidale, e margine ripiegato
Quali sono le varietà del Rododendro
Tante sono le varietà di rododendro e molti sono anche gli ibridi prodotti dai vivaisti inglesi, nel tentativo di rendere sempre più belli i fiori. Vi riportiamo le principali divise per zona di origine.
Le specie europee sono resistenti e sono piante rustiche e di montagna:
- R. ponticum (o R. luteum) è un arbusto resistente che può sopportare senza problemi temperature comprese tra -20 e -26°C. Vive nelle aree forestali umide del Caucaso e dei Balcani. Questo rododendro ha bisogno di un luogo soleggiato, ma con sole leggero e ombra parziale nel primo pomeriggio. Deve inoltre essere riparato dal vento, in un terreno molto ben drenato, fresco, ricco di humus e acido.
- R. hirsutum vive in alta montagna ed ha foglie e rami ricoperti di peli, da cui il nome. Rimane piccolo: non supera i 50 cm di altezza. Ed è l’unica specie a prosperare in terreni gessosi e secchi, poveri di sostanze nutritive ma ricchi di materia organica. Ama il sole ma anche un buon livello di umidità
- R. ferrugineum o alloro rosa alpino cresce sulle nostre Alpi e si caratterizza per il colore rosso ferro presente nella pagina inferiore delle foglie, ma non tollera il calcare. Preferisce una posizione soleggiata, con un po’ di ombra nei periodi più caldi dell’anno.
Ci sono alcune interessanti varietà orientali tra cui possiamo trovare:
- R. campanulatum cresce nelle zone montane ad altitudini elevate, fino a 3600 m e resistente al grande freddo
- R. yakushimanum, spesso conosciuto come ‘yak’, è un arbusto compatto a crescita lenta, che tollera molto bene la siccità e il sole leggero, la luce e la semi-ombra. Resiste fino a -6°. Il suo nome viene dall’isola giapponese di Yakushima
- R. makinoi è originario del Giappone centrale e resiste sia al caldo che al freddo, vive in penombra, ma tollera il sole purché il terreno sia mantenuto fresco
- R. keiskei proviene da zone boschive del Giappone centrale e meridionale, ed è abbastanza resistente, tollera temperature fino a -20°. Ha bisogno di un luogo ben riparato, con terreno umido e bagnato e una posizione luminosa e semi-ombreggiata.
- R. fortunei cresce tra 600 e 1200 m e predilige l’ombra, ma resiste a temperature fino a -23°.
- R. impeditum è una varietà cinese nana di montagna, adatta ad altitudini elevate, fino a 4600 m, ed è orignario della regione dello Yunnan.
- R. williamsianum vive nelle zone rocciose dei monti Wa-Shan, fino a 3000 m, resiste fino a -15° e non ama le gelate tardive, che bruciano i giovani germogli.
- R. dauricum viene dal nord della Cina e si trova anche in Siberia. È estremamente resistente e cresce a -32°. Cresce in posizioni semi-ombreggiate o soleggiate, in terreni ricchi di humus e acidi.
- R. simsii è originario delle regioni temperate e subtropicali dell’Asia, tra cui Cina meridionale, Laos, Thailandia e Taiwan. Di conseguenza, non è molto resistente al freddo e tollera una temperatura tiepida ( fino a 18-20°) per cui è indicato per essere messo in casa. Ha bisogno di una posizione semi-ombreggiata o soleggiata, ma non calda.
Tra le varietà americane troviamo una ventina di specie:
- R. catawbiense, originario della Carolina del Nord, vive principalmente sui monti Appalachi, al di sopra dei 2000 m di altitudine. Questa specie è di medie dimensioni ed estremamente resistente, in grado di sopportare temperature di -35°. È anche resistente al vento e predilige l’ombra parziale.
- R. maximum, varietà nana originaria del nord-est degli Stati Uniti, resiste a temperature molto basse e raggiunge un’altezza massima di 1 m. Ama terreni profondi e acidi e una posizione ombreggiata, ma talvolta anche semi-ombreggiata
- R. carolinianum uno dei più resistenti al freddo, vive in un’ampia varietà di ambienti, ma preferisce l’ombra profonda, e non può essere esposto al sole oltre le 2-4 ore al giorno. Ha bisogno soprattutto di terreni ben drenati, che possono essere umidi o occasionalmente asciutti
- R. minus cresce spontaneamente tra la Carolina del Nord e l’Alabama, anche in montagna ma a bassa quota
- R. chapmanii originaria della costa della Florida, vive nelle foresta e nelle pinete, vicino a zone umide. È poco resistente al freddo e preferisce il caldo, prosperando in terreni soleggiati, sabbiosi, ricchi di materia organica e molto ben drenati
- R. macrophyllum proviene dalla costa occidentale degli Stati Uniti, verso la California, è poco resistente al freddo, ma tollera bene il sole e vive in terreni poveri di nutrienti e acqua
- R. occidentale è originaria della costa occidentale degli USA e si ritrova anche nella California meridionale, tra 0 e 2.400 m, ma sempre in prossimità dell’oceano. Resistente al freddo (-21°), tollera bene il caldo e non è molto esigente in termini di tipo di terreno quando è in piena crescita. Tuttavia, non ama i terreni molto compatti e preferisce parzialmente ombreggiate
- R. viscosum è un’azalea nota come azalea palustre. Prospera in terreni umidi ed è resistente al freddo (-29°). Cresce lungo tutta la costa orientale. Ama le zone d’ombra.
R. austrinum, nel sud-est degli Stati Uniti. Questa azalea è sufficientemente resistente al freddo per i nostri inverni (-20°), ma preferisce posizioni semi-ombreggiate e deve essere riparata dal vento. È resistente alla siccità - R. bakeri, sulla costa orientale, ha una scarsa resistenza al freddo quando è giovane. Questa azalea prospera in luoghi ombreggiati
- R. calendulaceum è un’azalea molto comune perché tollera molto bene il freddo. Vive in altitudine, tra i 500 e i 1500 m tra la Pennsylvania e la Georgia. Resiste fino a -20° e deve essere piantata in un terreno acido, leggero e ricco di humus, al riparo dai venti forti e dalle gelate primaverili. La sua posizione preferita è la penombra, ma non ama le esposizioni calde o l’ombra, anche se luminosa.
Le specie australiane sono solo 2, una è il R. lochiae e l’altra il R. viriosum , entrambe sono originarie delle foreste pluviali tropicali e quindi richiedono un’elevata umidità e un terreno ben drenato. Amano una posizione semi-ombreggiata per proteggersi dal sole del primo pomeriggio.
Come curare il Rododendro
Essendo una pianta di montagna, prima di avventurarvi, valutate se è il caso di procedere o meno con la sua coltivazione.
L’ambiente deve essere umido e fresco. Scegliete un terreno acido, privo di calcio e ben sciolto. Quello ideale è il terreno di alta montagna.
Unite del concime a primavera per facilitare la fioritura che avverrà in periodi specifici dell’anno, in base alla specie d’appartenenza.
Propagazione del Rododendro
Avviene per talea, durante il periodo che va dall’estate all’autunno. Si preleva un ramo legnoso di almeno 10 cm e si pianta in un composto a base di perlite e sabbia di bosco, garantendo sempre la giusta umidità.
La propagazione per seme è sconsigliata perché i tempi sono molto più lunghi.
Perché il Rododendro va protetto dal gelo in inverno
Pur essendo una pianta rustica abituata all’altitudine della montagna, il gelo può avere conseguenze, in base alla sua intensità, alla durata e al periodo in cui si verifica.
Quando l’arbusto è in riposo vegetativo, il rischio è limitato. Il freddo provoca un fenomeno di auto-protezione del fogliame: le specie sempreverdi le arrotolano su se stesse e le fanno pendere per ridurre la superficie fogliare e limitare la perdita di umidità.
Ma quando inizia il risveglio vegetativo, i danni possono essere più significativi. I germogli legnosi possono gelare, e foglie saranno deformate, con venature gialle. Più avanti, durante la ripresa, anche le foglie stesse possono gelare.
Le gelate tardive causano devastazioni sui fiori, specie nei periodi-chiave dello sviluppo di questo arbusto. Per esempio, una gelata tardiva brucia i germogli e costringerà la pianta a fare nuove crescite, che saranno tardive e quindi non saranno lignificate (trasformate in rami) prima dell’autunno.
Un’altra gelata, in quel momento, distruggerebbe queste nuove crescite che non sono ancora in grado di resistere, e potrebbe uccidere anche la pianta.
Dove mettere il rododendro in inverno
Alcune varietà sono più fragili di altre e avranno bisogno di una protezione specifica anche per l’inverno sia per i rododendri in vaso che in terra. In base all’esposizione, al tipo di suolo e alla vostra regione climatica converrà selezionare bene le varietà più adatte.
- Proteggere il rododendro in vaso. È più sensibile al freddo, indipendentemente dalla varietà. Il fogliame può bruciare, ma sono le radici a rischiare di più. I consiglio è di isolare il vaso: se possibile, posizionatelo su un supporto per allontanarlo dal suolo, raggruppate tutte le piante insieme per creare un mini microclima, avvolgete i vasi con del pluriball o della paglia, e fate anche una pacciamatura del substrato. Continuate ad annaffiare durante l’inverno, escludendo ovviamente i periodi di gelo. Infatti, il vento associato al gelo secca enormemente le piante, al punto da farle perire se non dispongono di riserve d’acqua.
- Proteggere il rododendro in piena terra. Piantate i rododendri vicino a grandi alberi, che li proteggeranno tanto dal freddo e dal caldo. Potete anche coprirli con un telo di TNT che potrà essere raddoppiato in caso di grandi freddi. E associare anche uno strato di pacciame ai piedi dell’arbusto, che limiterà il raffreddamento del suolo.
Dove va posizionato il Rododendro
Ci si immagina sempre che queste piante preferiscano luoghi ombreggiati perché non tollera i raggi diretti del sole, terreni freschi e acidi. Eppure, esistono varietà che possono essere esposte in piena ombra o al sole.
In realtà l’esposizione e la temepratura variano in base alla varietà: alcune amano il freddo, altre non sopportano il caldo, soprattutto quelle a foglia larga (oltre 15 cm), perché il sole tende a far ingiallire le foglie e causare bruciature che appaiono come piccole macchie marroni.
Discorso a parte vale per l’umidità che deve essere sempre costante.
In vaso, deve essere conservato in inverno in un luogo protetto dal gelo, con luce solare intensa ma non diretta. Durante la stagione di crescita, se viene collocato all’esterno, è necessario rispettare le esigenze della sua specie o varietà.
- Varietà di Rododendro che ama il pieno sole: R. hirsutum, R. campanulatum, R. yakushimanum, R. makinoi, R. fortunei, R. williamsianum, R. dauricum, R. minus. Solo i rododendri chapmanii, macrophyllum e occidentale amano anche il caldo. Gli altri fioriscono al sole solo se il clima è sufficientemente fresco, o addirittura freddo, o se il terreno è particolarmente fresco
- Varietà di Rododendro che amano l’ombra parziale: la maggior parte delle varietà ama l’ombra parziale, quindi scegliete questa esposizione se non conoscete la specie
- Varietà di Rododendro che amano l’ombra: R.impeditum, R. maximum, R, carolinianum, R. viscosum, R. bakeri
Qual è il clima ideale del Rododendro
In genere, questo arbusto non ama le condizioni di calore estremo e preferisce una posizione riparata ed esposta a nord. Essendo una pianta di brughiera, ama gli ambienti acidi, gradisce terreni freschi, ben drenati e acidi.
Tuttavia, non è così semplice, poiché questo arbusto ha origini molto diverse e quindi le sue preferenze in termini di esposizione e clima sono altrettanto varie e dipendono dalla varietà.
Le varietà di origine asiatica amano zone montane ad altitudini comprese tra i 3.000 e i 3.600 m, ma resistono bene al freddo (fino -32°), in terreni freschi, ricchi di humus, ben drenati e acidi, in ombra parziale o in pieno sole. Solo le varietà giapponesi hanno difficoltà oltre i -6°.
La fioritura autunnale del Rododendro
Nei climi temperati, le diverse specie scaglionano la loro fioritura dalla fine dell’inverno all’inizio dell’estate.
Nei climi più caldi, i rododendri sono in fiore tutto l’anno, con un picco all’inizio dell’autunno.
Qual’è la temperatura minima a cui resiste un Rododendro
Le varietà asiatiche sono abituate alle altitudini e resistono a temperature fino a -35° e altitudini fino s 4600 m!
Quanto innaffiare il Rododendro
Sia inverno che in estate la pianta va innaffiata in maniera regolare e abbondante, per non lasciare mai il suolo secco ma bisogna anche evitare pericolosi ristagni idrici. Per questo, nel momento della messa a dimora, è sempre meglio stendere uno strato di sassi e ghiaia per facilitare il drenaggio.
Ma è importante continuate ad annaffiare durante l’inverno, escludendo ovviamente i periodi di gelo. Infatti, il vento associato al gelo secca enormemente le piante, al punto da farle perire se non dispongono di riserve d’acqua.
In casa nebulizzate sempre sulla pianta, preferendo acqua non calcarea. Si suggerisce di raccogliere l’acqua piovana per non sbagliare.
Coltivazione in vaso del Rododendro
Oltre ai giardini, alcune specie si prestano ad essere coltivate in vaso, ma bisogna scegliere bene.
Puntate sugli ibridi, che generalmente sono piccoli e producono belle fioriture. Molta attenzione andrà ovviamente riservata alla qualità del terriccio, alla collocazione e alla temperatura.
Quando potare rododendro in vaso
In generale le regole sono sempre le stesse, ci sono diverse fasi e scopi per potare la pianta.
La potatura di formazione, per incoraggiare la pianta a ramificarsi, si effettua in primavera, non appena il fogliame inizia a crescere, e viene eseguita sulle piante giovani, di età non superiore ai 3 anni. I rododendri che sono arborei necessitano di un’ulteriore potatura di formazione ogni 2 anni per formare il tronco, da effettuare in autunno.
La potatura di pulizia si effettua dopo la fioritura, a seconda della varietà. Se l’arbusto ha bisogno di essere sfoltito, è bene farlo dopo la fioritura, o in autunno. Non appena la pianta è sfiorita, prima che si formino i semi, bisogna eliminare i residui della fioritura, potando appena sotto il fusto con le forbici, facendo attenzione a non danneggiare i boccioli non ancora formati, perché potreste non avere fiori l’anno successivo. Vanno rimossi rami secchi o danneggiati.
Per la potatura autunnale utilizzate forbici preventivamente disinfettate e tagliate tutti i rami sottili (meno di 2 cm di diametro) alla base dell’arbusto, mantenendo solo i rami portanti. Alla successiva, quando i rami portanti saranno cresciuti, potrete eliminare i piccoli rami che sono spuntati sotto.
Le piante più vecchie possono diventare nude alla base, quindi una potatura decisa darà nuovo vigore, basterà tagliare l’intero arbusto a 50 cm dalla base. Una volta terminata la potatura, applicate del balsamo cicatrizzante su tutti i tagli.
Quali sono le malattie del Rododendro
Nelle regioni umide, è più suscettibile all’attacco di malattie e insetti, quindi è importante piantare l’arbusto in un terreno ben drenato.
La clorosi, o ingiallimento delle foglie, è comune nei terreni pesanti o calcarei, o se è interrato troppo profondamente.
Questa pianta teme i ragnetti rossi e gli afidi. l’oziorrinco. I primi riempiono le foglie di piccole ragnatele e le fanno diventare gialle, i secondi colonizzano le foglie e attirano il fumago, un fungo che annerisce le foglie. I loro predatori naturali (coleotteri carabidi e coccinelle) si prenderanno cura di loro, ma per eliminarli vanno impiegati anche degli specifici antiparassitari naturali per piante.
La presenza dell’otiorhynchus si riconosce invece per i margini delle foglie rosicchiati in maniera circolare.
La ‘tigre del rododendro’ è uno dei nemici abituali della pianta, ma questo insetto mangia-foglie non causa molti danni.
La peronospora è causata da un fungo, il Phytophtora cactorum, che causa grandi macchie marroni sulle foglie, attacca le radici e provoca la necrosi dei fusti e dei rametti. Favorito dall’umidità e dalle temperature miti (20°), si diffonde anche per via aerea. Le soluzioni comprendono l’estirpazione o la distruzione delle piante colpite, la disinfezione e la messa in quarantena del terreno contaminato e delle piante sensibili per 3 mesi nel raggio di 10 m. Bisogna, inoltre, pulire accuratamente gli attrezzi dopo l’uso per evitare di contaminare altre piante.
Come la Camelia e la Magnolia, è sensibile alla Pestalozzia, un fungo dagli effetti devastanti, che provoca la completa defogliazione , ma può essere prevenuto con l’applicazione regolare di terre d’erica, che trovate anche online:
Rododendro sofferente
Alcune situazioni comuni di sofferenza potrebbero essere:
- annaffiature troppo abbondanti: specie in estate, così che i fiori non raggiungono la maturità e avvizziscono prima del tempo. In oltre, un po’ di secchezza nel terreno, uno stress necessario ad indurre la fioritura
- scarsa umidità: le foglie e i fiori iniziano a diventare marroni e si seccano. Mettetela all’ombra e aumentate nebulizzazioni e annaffiature
- un terreno troppo ricco di azoto, favorisce le foglie e non la fioritura
- oidio, che si manifesta come polvere bianca sulle foglie, e può essere debellato spruzzando latte scremato diluito, una soluzione organica ed economica.
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Ultimo aggiornamento il 4 Dicembre 2023 da Rossella Vignoli
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