Orto e giardino

Rotazione delle colture: cos’è a cosa serve, vantaggi

Come funziona e a cosa serve questa tecnica agronomica molto antica

La rotazione delle colture è una pratica agronomica nota fin dai tempi antichi. Seguendo un ciclo sequenziale, su uno stesso terreno vengono piantate colture differenti. In questo modo, il terreno non si impoverisce di nutrienti ma rimane fertile e produttivo. Questa tecnica, inoltre, permette di tenere sotto controllo l’espansione di erbacce di malattie parassitarie.

Rotazione delle colture: cos’è a cosa serve, vantaggi

Cos’è la rotazione delle colture e a cosa serve

Questa è una tecnica di coltivazione antichissima, che consiste nel piantare sullo stesso terreno colture differenti seguendo un ciclo sequenziale.

Così facendo, si evita l’esaurimento dei nutrienti del suolo, e si migliora la fertilità del terreno e l’utilizzo dell’acqua e degli elementi nutritivi minerali, oltre a contrastare l’insorgenza di erbacce e la diffusione di parassiti, malattie e infestanti.

Quali tipi di rotazione

Ci sono due principali tipologie di rotazione: l’avvicendamento può essere a ciclo chiuso e libero. A ciclo chiuso segue uno schema rigido predefinito che si ripete in cicli di più anni, mentre il cliclo libero non segue uno schema rigido predefinito, ma utilizza comunque i principi base della rotazione.

Come scegliere le piante da coltivare

La scelta delle piante da alternare deve seguire un piano che prenda in considerazione sia le esigenze economiche ed organizzative di chi coltiva, che la zona climatica in cui si opera, oltre a quale coltura principale si vuole coltivare.

Inoltre, è fondamentale praticare il maggese, ovvero smuovere e liberare il terreno da infestanti e tenerlo non coltivato per un’intera annata. Serve a migliorare il bilancio idrico e la fertilità, soprattutto in caso di terreno povero di nutienti e arido.

La regola generale nell’agricoltura è sempre di raggruppare e alternare colture di tre tipi:

  • preparatrici, lasciano il terreno in buone condizioni di fertilità e forniscono alla coltura successiva tutti gli elementi minerali necessari. Ad esempio il mais, la bietola, il girasole, il pomodoro, la patata e il tabacco.
  • miglioratrici, lasciano una buona struttura fisica, biologica e chimica al terreno e contribuiscono a migliorare la fertilità del suolo. Troviamo le Graminacee da prato, le leguminose sia da foraggio (erba medica e trifoglio) che da granella (come il pisello e la soia).
  • depauperanti, lasciano il terreno in condizioni di fertilità peggiore rispetto all’inizio. Consideriamo il frumento duro e tenero, l’orzo, il triticale, il riso, la segale, l’avena

Quanto dura di solito il ciclo della rotazione delle colture

Esistono vari tipi di rotazione in agricoltura e nell’orto.

  • Rotazione biennale. Metà dei terreni viene coltivata con frumento invernale, mentre l’altra metà viene lasciata a maggese, ovvero il terreno viene lasciato a riposo e, al più, sottoposto a vari interventi di aratura. Il successivo anno, la situazione si inverte. Questo tipo di rotazione è molto comune in Europa e viene praticata principalmente sui terreni più aridi.
  • Rotazione triennale. Tecnica molto diffusa nel Medioevo, è utile per mantenere i terreni più fertili e più produttivi. Qui il terreno viene diviso in 3 parti. Il primo terreno, in autunno si semina il grano, il secondo terreno, in primavera si seminano orzo e avena, ed infine il terzo terreno è lasciato a maggese
  • Rotazione quadriennale. Il terreno viene suddiviso in 4 parti, in ognuna delle quali vengono coltivate colture diverse. L’anno seguente, il tutto viene ruotato. La base è quadriennale e permette di ottenere un grande miglioramento del terreno, sia in termini della sua struttura che della sua funzionalità.

Quali sono i vantaggi della rotazione delle colture

Questa pratica è utilizzata oggi solo nell’agricoltura naturale e nell’agricoltura biologica ma è in realtà antichissima. È utile, infatti, per mantenere in salute il terreno e per evitare la diffusione di patogeni, d’infestanti e di parassiti, perché alternando colture più resistenti a quelle meno, se ne previene l’accumulo  nel suolo, e quindi la loro trasmissione alla coltura successiva tramite il suolo

Ecco nel dettaglio tutti i vantaggi che ne derivano.

  • Miglior fertilità e salute del suolo
  • Maggiore produttività del terreno
  • Controllo dello sviluppo di erbe infestanti e di malattie parassitarie
  • Restituzione dei nutrienti al suolo in maniera naturale
  • Controllo dell’erosione del suolo
  • Aumento della biomassa proveniente dalle radici di differenti colture
  • Aumento della biodiversità (insetti utili e impollinatori che vengono attratti dalle diverse varietà coltivate)

Da ciò derivano , di conseguenza, anche vantaggi economici, quali:

  • riduzione del rischio economico, causato ad esempio da un crollo di produzione di un certo prodotto
  • distribuzione regolare della manodopera e dell’uso dei macchinari

rotazione delle colture

Rotazione delle colture nell’orto

In generale, durante il primo anno si consigliano dei lavori nell’orto riguardo le colture più esigenti dal punto di vista dei nutrienti. A seguire, nel secondo anno, si piantano le colture che richiedono meno nutrienti. Infine, durante il terzo anno, il terreno va semplicemente nutrito.

Prendendo ad esempio un piccolo appezzamento di terreno adibito ad orto in giardino, questo può essere diviso in 2-3 parti, su cui effettuare la rotazione di ciò che si semina.

Facciamo ora degli esempi pratici.

  • Se nel terreno dove in primavera erano stati piantati i broccoli, in autunno possono essere piantati i piselli oppure, nella primavera successiva, i fagioli.
  • Durante la stagione successiva ai pomodori, possono essere piantati fagioli.
  • Nell’area dove sono cresciute le verdure più esigenti dal punto di vista nutrizionale, è possibile seminare il sovescio.
  • A fine stagione, poi, effettuato il raccolto, è bene nutrire il terreno dell’orto con del compost ben drenato.

Quali piante si alternano nella rotazione: esempi

Vediamo ora, all’atto pratico, quali colture piantare sullo stesso appezzamento di terra, seguendo il principio della rotazione colturale.

In generale, la regola è di avere i legumi come inizio della vita, perché arricchiscono il terreno di humus e di azoto. Dopo, è bene piantare quegli ortaggi che crescono bene nei terreni leggeri e che sono più esigenti dal punto di vista nutrizionale.

In pratica, dopo le leguminose si consiglia la piantumazione di altre varietà, vediamo degli esempi:

  • le Crucifere. (cavoli, broccoli, ravanelli, rafano, cavolfiore…) che richiedono cicli colturali di 5 anni.
  • le Ombrellifere (sedano, carota, finocchio, prezzemolo, aneto, cumino, anice…) richiedono cicli di rotazione di almeno 3 anni.
  • le verdure a foglia, come gli spinaci, richiedono una rotazione di 4 anni.
  • le Solanacee, verdure come peperoni, pomodori e melanzane, possono essere coltivate in uno stretto ciclo di rotazione, di soli 2 anni.
  • le Composite (cicoria, indivia, lattuga…) richiedono una rotazione colturale triennale, per evitare la formazione di marciume.
  • le Cucurbitacee, cioè le zucche, le zucchine, le angurie, i cetrioli ed i meloni richiedono una rotazione triennale.
  • le piante da bulbo, come porri, aglio e cipolla, richiedono una rotazione di almeno 3 anni.

Rotazione delle colture nel passato

Prima dell’anno 1000 era diffusa la rotazione biennale. In pratica, il terreno era diviso in 2 parti: una metà veniva coltivata, mentre l’altra metà era lasciata a riposo, facendovi crescere l’erba ed usandola come pascolo.

La rotazione triennale viene introdotta solo dopo l’anno 1000.

Rotazione delle colture nel Medioevo

Come detto fin dall’inizio, la pratica è molto antica, già adottata nel Medioevo. All’epoca, specialmente nelle zone mediterranee, era molto diffusa quella su base triennale: sul terreno tenuto a riposo per 1 anno venivano poi piantati i cereali invernali, nell’anno a seguire i cereali primaverili ed infine, il terzo anno, il terreno veniva lasciato incolto.

Oltre ai vantaggi in termini di produzione, per via di una maggiore fertilità del terreno, la tecnica consentiva ai contadini di seguire una dieta più varia e più sana, oltre a distribuir meglio i momenti di lavoro.

Durante il periodo medioevale, la rotazione delle colture andava di pari passo all’introduzione di innovazioni tecniche volte ad aumentare la resa agricola, come ad esempio la ‘bardatura a collare’ degli animali utilizzati per arare.

In epoca medioevale, la rotazione triennale era inteso anche come sistema economico e giuridico, e non solo agrario. I campi dei vari villaggi erano divisi in tre grandi appezzamenti. Su ognuno di essi, ogni famiglia possedeva delle lunghe strisce, di larghezza variabile in base alla ricchezza della famiglia.

Dopo la mietitura, il campo diveniva pascolo comune della mandria del villaggio.

Fonti e bibliografia

Per questo articolo ci si è avvalsi di fonti quali:

Avvicendamento colturale: farlo bene, farlo meglio, News Plantgest

Come funziona l’agricoltura rigenerativa, News Plantgest

Approfondimenti

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Federica Ermete

Nata a Busto Arsizio nel 1982, dopo il diploma si trasferisce a Cremona – dove vive tutt’ora – per conseguire la laurea in ambito umanistico. Sia per formazione professionale che per passione personale, i suoi ambiti di specializzazione sono l’alimentazione, la salute, il fitness di cui è appassionata anche nella vita quotidiana, ed il benessere naturale. Collabora con entusiasmo con la redazione di Tuttogreen dal giugno 2020.

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