Rovo selvatico: la pianta spinosa che fa bene alla salute e ha delle dolcissime bacche
Il rovo selvatico è una pianta spinosa molto utile sia per la rigenerazione dei terreni in cui cresce, sia per l’uomo visto che quasi tutte le sue parti, a cominciare dai gustosi frutti, sono da secoli impiegati nella medicina popolare per le proprietà medicamentose e l’alto valore dei nutrienti in esse contenuti.
Sommario
Appartiene al tipo di piante perenni considerate infestanti, e in alcune zone climatiche si comporta come una semi-caducifoglia.
La tradizione popolare annovera diversi aneddoti e leggende intorno a questo arbusto spinoso, a riprova di quanto importante e conosciuto fosse già nell’antichità.
All’abbondanza e alla bontà dei suoi frutti (le more) è dedicato anche uno scritto di Virgilio che ne parla così: “È tempo di intessere canestri leggeri con virgulti di rovo“.
Una fiaba di Esopo sul rovo
Anche Esopo, nella fiaba “La volpe e il rovo“, celebra questa pianta e racconta di una volpe che, nel saltare una siepe, s’aggrappò, suo malgrado, ai rami spinosi di un rovo nel tentativo di evitare una rovinosa caduta.
“Ahimè – disse dolorante e con le le zampe insanguinate alla pianta- io mi rivolgevo a te per avere un aiuto, e tu mi hai conciato ben peggio! L’errore è tuo, mia cara – rispose il rovo.
Hai voluto aggrapparti proprio a me che, d’abitudine, son quello che si aggrappa a tutto”.
Il riferimento è alla stoltezza degli uomini, che spesso ricorrono all’aiuto di chi, al contrario, è portato per natura a far del male.
Utilizzi del rovo nella medicina antica
Nell’antica medicina popolare, il decotto di foglie di rovo era molto utilizzato a livello intestinale per le proprietà astringenti, antinfiammatorie e normalizzanti.
I germogli della pianta raccolti in primavera, invece, erano apprezzati in insalata come alimento lassativo e depurativo.
Oggi il rovo è considerato una pianta utile e benefica, nonostante non goda della simpatia dell’uomo per le sue spine acuminate e taglienti.
A proposito del suo comportamento infestante, i contadini sono soliti dire: “Concedetegli uno spazio e vi arriverà fino in camera”. Conosciamolo meglio e scopriamo tutti i suoi utilizzi.
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La pianta di rovo
Il rovo selvatico (Rubus ulmifolius) è una pianta spinosa appartenente alla famiglia delle Rosaceae, originaria dell’Europa, del Nord Africa e dell’Asia. Si tratta di un’arbustiva perenne, per l’esattezza semi-caducifoglia, poiché molte foglie permangono durante la stagione invernale.
Si caratterizza principalmente per i fusti aerei lunghi fino a 6 metri ricoperti di spine arcuate. Anche le foglie hanno margini seghettati e punte acuminate di colore verde scuro, ricoperte da una leggera peluria biancastra.
La pianta produce fiori semplici a cinque petali generalmente bianchi e rosa, raggruppati in infiorescenze di forma piramidale.
La fioritura avviene all’inizio dell’estate quando le api, attirate dall’intenso profumo del nettare dolciastro, affollano i rami per prepararsi alla produzione di un prelibato miele.
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Il frutto è una drupa dalla polpa carnosa, acidula quando immatura e molto più gradevole una volta pronta, generalmente in agosto e settembre. La presenza della pianta su un campo incolto indica terreni profondi e leggermente umidi.
Considerata una pianta infestante tende a colonizzare rapidamente i terreni ed estirparla non è affatto facile. La vediamo frequentemente anche nei boschi dove a volte forma delle vere e proprie barriere inestricabili e invalicabili che soffocano la vegetazione circostante.
Per questa ragione, il rovo è utilizzato per delimitare proprietà e poderi, con funzione espressamente difensiva. Si adatta con estrema facilità anche ai terreni più aridi, ai climi secchi e ai luoghi polverosi e assolati.
Proprietà del rovo
A dispetto della sua reputazione, il rovo vanta molteplici proprietà medicinali: aromatiche, astringenti, antinfiammatorie, vitaminizzanti, antiscorbutiche, depurative, vulnerarie, ipoglicemizzanti. In erboristeria e fitoterapia i suoi principi attivi sono considerati un valido rimedio naturale.
Tutte le parti del rovo possono essere utilizzare per preparazioni erboristiche e fitoterapiche. Dalla radice, ad esempio, si estrae un buon concentrato di tannini dall’azione astringente e lenitiva.
Non a caso, il tè ottenuto dall’estratto di radice di rovo è un antidoto naturale contro i disturbi intestinali e un potente alleato per contrastare la diarrea.
Le parti aeree della pianta vantano numerose proprietà curative. Come abbiamo visto, infatti, aiutano a prevenire il diabete, sostengono le funzionalità dell’intestino, sono efficaci per la cura delle emorroidi, combattono infezioni e infiammazioni di varia natura.
Il suo frutto è considerato a tutti gli effetti un frutto di bosco e ha proprietà nutrizionali eccellenti, con un ottimo contenuto vitaminico, in particolare C e A.
La mora, inoltre, è nota fin dall’antichità per le sue proprietà antiossidanti e per l’alto contenuto di acido folico.
Il consumo abituale di more e dei suoi estratti ha effetti diuretici, depurativi e rinfrescanti. L’azione depurativa, in particolare, agisce in modo benefico su cuore e arterie e favorisce un’azione di contrasto verso le patologie cardiovascolari.
Le foglie erano utilizzate secoli fa per preparare tisane e decotti utili per contrastare le ulcere gastriche e per lenire i disturbi gastrointestinali.
Studi scientifici più recenti, infine, hanno dimostrato l’utilità dei flavonoidi e delle antocianine nel prevenire i tumori.
Queste sostanze sono particolarmente concentrate e rappresentano i pigmenti che conferiscono la tipica colorazione blu-rossastra al frutto.
Ricette e usi in cucina
Anche se a guardarlo non si direbbe, molte parti del rovo, oltre ai frutti, possono essere utilizzate in cucina come una vera e propria verdura.
I germogli più giovani, ad esempio, hanno spine morbidissime e innocue che posso essere raccolte e cucinate come gli asparagi.
Sono ottimi lessati e consumati con olio, sale e limone, al pari di molte altre erbe selvatiche commestibili.
Un altro uso è quello di lavarli e lasciarli in ammollo per aromatizzare l’acqua alla quale conferiranno un profumo estremamente gradevole e proprietà depurative.
I frutti dei rovi sono largamente conosciuti ed apprezzati per il consumo fresco o sotto forma di marmellate, gelatine e sciroppi.
Durante la raccolta si deve necessariamente fare uso di guanti e prestare molta attenzione ai numerosi insetti che spesso popolano i rami spinosi della pianta.
Ricetta della marmellata di more
La ricetta della marmellata di more di rovo prevede i seguenti ingredienti. Per seguire passo passo tutte le operazioni necessarie a preparare una marmellata a regola d’arte, seguite anche la nostra ricetta su come fare la marmellata in casa.
- 1 kg di more di rovo comune
- 800 gr di zucchero
- 1 mela
Preparazione. Riponete le more lavate e mondate in un’ampia casseruola con lo zucchero. Portate il tutto a ebollizione e aggiungete la mela passata al forno intera con i semi e il torsolo. Poi cuocete a fiamma bassa fino a che il composto non avrà raggiunto la giusta consistenza e filtrate se necessario.
Trasferite la marmellata in vasetti sterili a chiusura ermetica e consumate dopo 40 giorni. La marmellata è abbinabile alla carne di selvaggina, come capriolo e cervo.
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Ultimo aggiornamento il 10 Aprile 2018 da Rossella Vignoli
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