Tutto sulla seta, il tessuto simbolo di nobiltà dalla tradizione millenaria
La seta è uno dei tessuti più pregiati, apprezzati e antichi che l’uomo abbia mai imparato a tessere e utilizzare. Ecco alcune cose da sapere su questo tessuto, dalla storia, alla sostenibilità, per finire con gli aspetti più pratici, quali per esempio come trattare correttamente capi in seta.
Sommario
Le sue origini si perdono letteralmente nella notte dei tempi: pare, infatti, che la scoperta della seta risalga al 3000 a.C, in Cina, dove la produzione e il commercio di questo prezioso tessuto rappresentò per secoli una delle attività più fiorenti e opulenti.
Come la lana, l’angora, l’Alpaca e altri fibre naturali tessili pregiate di origine animale, anche la seta deve la sua unicità all’opera di un piccolo animaletto. Si tratta di un lepidottero, il Bombyx Mori, meglio conosciuto come baco da seta.
Scopriamola insieme in un viaggio suggestivo che ripercorre le tappe più importanti della storia della nostra civiltà.
Storia della seta
Da sempre considerata simbolo di nobiltà e ricchezza, la seta è stata per molto tempo un privilegio che solo gli antichi imperatori cinesi, i sacerdoti e pochi altri fortunati potevano permettersi.
A quei tempi il colore delle vesti confezionate con questo tessuto rappresentava addirittura la classe sociale di appartenenza.
- Il giallo era il colore di imperatore e imperatrice;
- Il viola quello delle altre donne dell’imperatore;
- Il celeste degli ufficiali di corte.
Ben presto la produzione della seta diede vita ad una vera e propria economia in Cina, talmente fiorente che già nel 1000 dopo Cristo prese piede un’intensa esportazione anche in Occidente. Col tempo la tessitura del prezioso filo smise di essere appannaggio degli artigiani orientali, ma entrò anche nell’Impero Romano di Occidente dove divenne uno dei settori economici più importanti dell’economia bizantina.
Il percorso che dall’Estremo Oriente portava carichi di sete preziose agli altri regni medio-orientali, europei ed egiziani venne chiamato Via della Seta.
Per secoli, la Via della Seta non rappresentò solo il percorso commerciale di un bene pregiato, ma anche un crocevia culturale importante tra il mondo occidentale e quello orientale.
Dal baco alla seta
La leggenda narra che la nascita della bachicoltura fu opera dell’imperatrice cinese Xi Ling Shi. Intenta a passeggiare n giardino durante un pomeriggio primaverile, la giovanissima regnante notò uno strano bruco. Sfiorandolo, da esso spuntò un filo sottilissimo e lucente che l’insetto iniziò a tessere intorno al dito dell’imperatrice e subito dopo un bozzolo.
In realtà, pare che la lavorazione della seta sia molto più antica e che divenne un bene di lusso molto ambito ben prima di quanto voglia la tradizione. Tuttavia, ciò che ancora oggi conserva un impareggiabile fascino è il modo in cui la seta diventa tale a partire dalla tessitura del filo che il baco produce nel suo bozzolo.
Il baco da seta è una specie di falena che si nutre principalmente delle foglie del gelso. La produzione del filo avviene grazie a due ghiandole all’interno delle quali avviene una sintesi chimica di tipo proteico. La sostanza prodotta viene eliminata da due piccole fenditure posizionate ai lati della bocca dell’insetto, sotto forma di bava sottilissima che a contatto con l’aria gelifica istantaneamente.
A questo punto, il baco inizia a compiere dei movimenti con il capo che riproducono idealmente la forma di un otto. Così, millimetro dopo millimetro, prende forma il bozzolo di seta grezza, la cui lunghezza media va dai 300 ai 900 metri. Ogni baco può produrre tante matasse e alla fine di questo estenuante lavoro di tessitura, dopo 3-4 giorni circa, si trasforma in farfalla.
Lavorazione e produzione della seta
Il segreto della sericoltura è stato per molti secoli gelosamente custodito dagli artigiani cinesi. Tuttavia, la seta arrivò ben presto ad essere prodotta in larga scala anche presso altre civiltà e in epoca più moderna la sua lavorazione conobbe una lunga fase di industrializzazione. Ma andiamo in ordine e vediamo quali sono i passaggi fondamentali che consentono di produrre questo mirabile tessuto.
Innanzitutto è indispensabile bloccare la metamorfosi dei bachi. Per riuscirci, i bozzoli vengono raccolti ed essiccati in appositi essiccatoi. Il filo vero e proprio, invece, viene ricavato da un procedimento chiamato dipanatura che a sua volta prende forma attraverso una serie di operazioni di trattura.
I bozzoli vengono fatti macerare in acqua bollente così che la la sericina, la parte gommosa della bava, si ammorbidisca e venga poi eliminata. A questo punto vengono tolti anche i filamenti esterni, il cascame (strusa) e si arriva finalmente al capo della bava. La fibra viene sottoposta ad un nuovo lavaggio, pulita e cardata così da poter essere filata.
Mediamente, da 100 chilogrammi di bozzoli si ricavavano 20-25 chili di seta cruda e 15 chili di cascame. Tutte queste lunghe, meticolose e complesse operazioni venivano condotte manualmente, ragion per cui il costo della seta fu sempre particolarmente alto.
Descrizione e caratteristiche
La fibra grezza della seta e quella cardata sono molto diverse. La prima, infatti, è cilindrica, leggermente appiattita e non omogenea. In alcune sezioni, il filo presenta diametri di diverso spessore. Una volta pulita, trattata e cardata, il filato acquisisce tutte le sue incredibili caratteristiche, a cominciare dalla lucentezza, davvero impareggiabile.
La seta, inoltre, assorbe facilmente le tinture e per questo motivo può essere colorata conferendo ai capi tantissime sfumature cromatiche che brillano alla luce del sole. Il tessuto ha una trama molto elastica e resistente, ma anche morbida e scivolosa, il ché la rende perfetta per il drappeggio.
Morbida e leggera, la seta è piacevole da indossare e contrariamente a quanto si pensa, isola molto bene dal caldo e dal freddo. Grazie alle sue molteplici qualità, è molto apprezzata nella produzione di alta moda e lingerie e per la realizzazione di carte da parati e tappeti.
Tipi di seta
Con il filo di seta grezza si possono ottenere diversi filati e tessuti che trovano largo impiego sia nell’industria tessile che in altri campi di applicazione. In genere viene mischiata alla lana o altre fibre sintetiche per migliorarne la resistenza.
I principali filati di seta sono:
- Organzino
- Crêpe
- Ritorto per trama
- Ritorto singolo
- Bourette
- Tussah
- Shappe
- Filaticcio
Questi, invece, i tessuti ottenibili dalla successiva lavorazione e mescola con altre fibre tessili:
- Taffetà
- Georgette
- Chiffon
- Organza
- Raso
- Lampasso
- Broccatello
- Velluto
- Damasco (tessuto)
- Broccato
- Crêpe
- Shantung (tessuto)
- Crêpe de Chine
Nell’etichettatura tessile italiana la seta è riconoscibile dalla sigla SE. Oltre che per la produzione di tessuti e abiti pregiati, la seta trova impiego anche nel confezionamento di tende e tappezzerie, biancheria intima e foulard, abbigliamento e arredo liturgico. Da alcuni anni, inoltre, è iniziata un’interessante sperimentazione per la realizzazione di protesi destinate alla medicina e chirurgia.
Cura della seta: consigli pratici
La seta è un tessuto molto delicato la cui fibra deve essere sottoposta a lavaggi con detersivi neutri e a temperature non superiori ai 40° C. L’ideale è conservare i capi in seta in luoghi bui, asciutti e al riparo dalla luce del sole perché questo tessuto tende a sbiadire o ad ingiallire facilmente.
Se non è mescolata con la lana, la seta non subisce l’attacco delle tarme, ma è sensibile all’umidità che può provocare la formazione di muffe e batteri. Ciò provoca, di solito, alterazioni cromatiche e vistose macchie bianche.
Prima di acquistare un capo in seta, controllate che provenga da allevamenti di bachi sostenibili e come sempre… occhio all’etichetta!
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Ultimo aggiornamento il 21 Luglio 2023 da Rossella Vignoli
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