Solar Decathlon 2014, selezionato anche il progetto italiano RhOME
Sapevate che esistono anche i mondiali dell’architettura green? Era il 2002 quando partì la prima edizione grazie all’impegno del Dipartimento di Energia degli Stati Uniti.
Si tratta di Solar Decathlon, una competizione accademica biennale tra team di studenti di Architettura di tutto il Mondo, divisi per continente, dove sono protagoniste le abitazioni che riescono a trarre il massimo dell’efficienza energetica dall’uso delle energie rinnovabili.
L’edizione del 2014 ha dettato i nuovi criteri di selezione: densità, sobrietà, convenienza e trasportabilità.
Per la gara finale, che si terrà in Francia, a Versailles, a metà giugno prossimo, sono stati già scelti i 20 finalisti provenienti tutti da Paesi differenti, un bel modo per entrare in contatto con culture e storie lontane da noi.
Quest’anno l’Italia è riuscita ad entrare tra i finalisti grazie al gruppo dell’Università di Roma Tre e al suo progetto RhOME for denCity, diretto da Chiara Tonelli. Il progetto è stato presentato in anteprima al Made Expo di Milano e punta alla riqualificazione delle periferie romane in chiave sostenibile.
Il team è lo stesso che nel 2012 riuscì ad aggiudicarsi la medaglia di bronzo con il progetto MED in Italy.
RhOME for denCity parte dal concetto innovativo che per aumentare la densità di un’area non sia tanto necessario estendere il numero dei metri quadrati da destinare al cemento, quanto piuttosto ridurre la grandezza delle abitazioni di modo da concentrare un numero maggiore di abitanti nello stesso perimetro.
Il progetto è stato pensato anche nell’ottica della lotta all’abusivismo edilizio e all’illegalità, soprattutto nelle zone archeologiche della Capitale.
Pannelli solari fotovoltaici, simili a quelli presenti sulle barche a vela, isolamento totale dell’abitazione, un sistema di corrente programmata di aria fresca e un parapetto che garantisce l’acqua calda consentiranno di produrre più energia di quella effettivamente consumata.
I pannelli solari sono realizzati in alluminio riciclabile al 100%, mentre il sistema di corrente programmata sfrutta il principio del free-cooling, per cui due logge (una a nord e l’altra a sud) favoriscono il circolo naturale dell’aria. In realtà pratiche conosciute da secoli che la moderna edilizia aveva abbandonato per il mero profitto.
Nella zona centrale della casa è presente il 3D CORE, un server che registra tutti i dati degli impianti elettrico e idrico. La cucina è riciclabile al 100% grazie all’uso di pannelli di abete e di laminato ricavato da resine naturali. Infine, per testare la flessibilità dei moduli abitativi, alcuni edifici sono stati temporaneamente installati in una zona di Trastevere.
Tra i tanti obiettivi si sta cercando anche di massimizzare gli interventi al fine di rendere antisismici i vari prefabbricati.
Adesso non resta che attendere e incrociare le dita per il team italiano, sperando di vederlo presto sul podio!
Ultimo aggiornamento il 25 Luglio 2024 da Rossella Vignoli
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