Cos’è il Finning, che impatti devastanti ha sugli squali e l’ecosistema marino
Il finning è una pratica crudele e insostenibile che coinvolge il taglio delle pinne degli squali e il rilascio del corpo mutilato in mare, spesso ancora vivo. Questa attività ha conseguenze devastanti per le popolazioni di squali e l’intero ecosistema marino. Capiamo meglio cosa comporta, i forti impatti ambientali, le leggi di conservazione esistenti e come possiamo contribuire a fermare questa pratica distruttiva.
Sommario
Cos’è il finning
Questa pratica come vi anticipavo implica la cattura degli squali, il taglio delle loro pinne e il rilascio del corpo dell’animale in mare, spesso ancora vivo. Questa pratica è particolarmente devastante per le popolazioni di squali e ha gravi conseguenze per l’ecosistema marino.
- Gli squali vengono catturati utilizzando vari metodi, come reti a strascico, palangari o lenze.
- Una volta a bordo delle navi, le pinne degli squali vengono tagliate. Le pinne sono particolarmente preziose nel mercato asiatico per la preparazione della zuppa di pinne di squalo.
- Dopo aver rimosso le pinne, il corpo dell’animale viene gettato in mare. Senza le pinne, gli squali non sono in grado di nuotare correttamente, affondano sul fondo dell’oceano e muoiono per soffocamento, emorragia o predazione.
Il finning ha conseguenze devastanti sull’ecosistema marino e la biodiversità:
- Declino delle Popolazioni di Squali: Gli squali maturano lentamente e hanno pochi piccoli, rendendoli estremamente vulnerabili alla sovrappesca. La pratica del finning ha portato a un drastico declino delle popolazioni di molte specie di squali.
- Disgregazione dell’Ecosistema: sono predatori apicali e giocano un ruolo cruciale nel mantenimento dell’equilibrio degli ecosistemi marini. La loro diminuzione può portare a cambiamenti ecologici significativi, influenzando negativamente altre specie marine.
- La riduzione delle popolazioni di squali contribuisce alla perdita di biodiversità marina, mettendo a rischio l’intero ecosistema oceanico.
Aspetti Legali e di Conservazione
Molti paesi hanno riconosciuto l’impatto negativo del finning e hanno implementato leggi per regolamentare o vietare questa pratica:
- Divieti Nazionali: Alcuni paesi hanno vietato completamente il finning e richiedono che gli squali vengano sbarcati con le pinne attaccate al corpo.
- Convenzioni Internazionali: Organizzazioni come la Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie Minacciate di Estinzione (CITES) hanno inserito diverse specie di squali nelle loro liste di protezione, regolamentando il commercio internazionale delle loro pinne.
- Aree Marine Protette: La creazione di aree marine protette può aiutare a conservare le popolazioni di squali e a mantenere l’equilibrio degli ecosistemi marini.
Cosa Possiamo Fare
Ci sono diverse azioni che possiamo intraprendere per contribuire alla lotta contro il finning:
- Educazione e Sensibilizzazione: Informarsi e informare gli altri sull’impatto del finning e sull’importanza della conservazione degli squali.
- Sostegno a Organizzazioni di Conservazione: Donare o fare volontariato con organizzazioni che lavorano per proteggere gli squali e i loro habitat.
- Scelte Consapevoli: Evitare prodotti che contengono pinne di squalo e sostenere politiche e leggi che proteggono gli squali.
Il finning è una pratica distruttiva che minaccia non solo le popolazioni di squali, ma anche la salute degli ecosistemi marini. È essenziale aumentare la consapevolezza e sostenere gli sforzi di conservazione per proteggere questi importanti predatori e garantire un oceano sano e sostenibile per le generazioni future.
L’esempio dell’India
Eppure l’India ha voltato pagina e si prepara a dichiarare guerra ai bracconieri con una serie di provvedimenti legislativi mirati e un generale inasprimento delle pene sia per i possessori che per i venditori della preziosa merce.
La pratica illegale del ‘finning’, dunque, costerà fino a 7 anni di reclusione soprattutto se condotta a danno di specie protette e le sanzioni previste per i trasgressori saranno molto più rigorose e pesanti di prima.
I principali gruppi ambientalisti locali hanno accolto con un plauso l’iniziativa del governo indiano che finalmente sembra essere deciso a porre fine ad una pratica crudele che sta mettendo a repentaglio la sopravvivenza di molte specie di squalo, ridotte ormai al 10% di esemplari rispetto a qualche decennio fa. Gli attivisti, inoltre, si augurano che l’esempio dello stato asiatico sia seguito da altri paesi responsabili dello stesso tipo di mattanza e chiedono a gran voce un intervento delle autorità internazionali per accelerare i tempi.
Dopo l’Indonesia, l’India è lo stato dove negli ultimi anni vengono catturati e uccisi più squali, molti dei quali appartenenti a specie protette e in via d’estinzione, tra cui lo squalo martello e lo squalo balena.
Le carni e le pinne ottenute da questa mattanza finiscono sul mercato nero o sono destinate al consumo locale anche se nella maggior parte dei casi i bracconieri interessati alle sole pinne smembrano l’animale ancora vivo e disperdono le carcasse in mare, dopo una lenta e spietata agonia.
Il maggiore acquirente mondiale di pinne di squalo è la Cina (dove la zuppa di pinne è molto richiesta) che da alimenta un giro d’affari da 4,8 milioni di dollari all’anno.
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Ultimo aggiornamento il 29 Luglio 2024 da Rossella Vignoli
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